La città eterna e quella proibita si sono incontrate: in una bella giornata di sole, le due cinte di mura si sono simbolicamente aperte per siglare un grande accordo politico ed economico. I media cinesi – e internazionali – hanno dato ampio risalto alla visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping, salutato dal presidente Sergio Mattarella, al fianco dei raggianti Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.
La Cina ha calorosamente indicato l’Italia come apripista dei suoi corridoi commerciali di nuova generazione in Europa. L’Italia, dal canto suo, con i memorandum e le ventinove intese firmate il 23 marzo, sta cercando di recuperare terreno sugli altri stati europei che, senza troppi memorandum con la Cina, da tempo scambiano un valore che per l’Italia è di “soli” quarantatre miliardi di euro l’anno, ma in Germania arriva fino a centottanta.
La Belt and Road Initiative, memore della millenaria Via della Seta percorsa alla fine del Duecento dal veneziano Marco Polo, è forse il progetto infrastrutturale e commerciale più importante dell’età contemporanea, per la sua notevole influenza storica e geopolitica. Il valore complessivo dell’accordo siglato a Roma dal governo italiano, per quanto inferiore alle previsioni in quanto a quantità e valore, è di ben 2,5 miliardi di euro, con una proiezione potenziale fino a venti.
Chiusa la kermesse italo-cinese, qualche giorno dopo, sempre a Roma, nella suggestiva cornice degli Horti Sallustiani, sede di Unioncamere, i rappresentanti del mondo delle istituzioni e delle associazioni sono arrivati per ascoltare i risultati del 1° Rapporto Isnart-Legambiente – Cicloturismo e cicloturisti in Italia presentato nel corso del BikeSummit 2019.
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