In una mattinata grigia e uggiosa per la pioggerellina, si è tenuta lo stesso a Firenze “Pedale Rosso”, la pedalata per i diritti delle donne con ritrovo e partenza dal Parco delle Cascine e conclusione in Piazza del Duomo. Un evento di sensibilizzazione sui valori di uguaglianza e parità di genere. Qualcuno anziché la bici ha scelto di percorrere il tracciato a piedi. In Piazzale del Re nel Parco delle Cascine con tante mantelline rosse per ripararsi dalla pioggia anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, due campioni del mondo di ciclismo Paolo Bettini (l’olimpionico tra i promotori della pedalata) e Alessandro Ballan, Marianella Bargilli dalla quale è partita l’idea, Cristina Manetti, capo di Gabinetto della Regione Toscana e ideatrice de “La Toscana delle Donne”, il delegato provinciale del CONI Gianni Taccetti, il presidente del Comitato Regionale Toscana della Federciclismo Saverio Metti, ed altri personaggi.
Il tutto allestito con la collaborazione, di ATCommunication, VeloEtruria Pomarance e Tuscany Love Bike. Presenti anche alcuni giovani ciclisti ad iniziare da quelli dell’ultra centenaria società fiorentina Itala Ciclismo 1907 di San Bartolo a Cintoia. Una simpatica iniziativa, un “Pedale Rosso” da ripetere anche in futuro.
LE VOCI
Marianella Bargilli – ideatrice dell’evento - racconta: “L’iniziativa “Pedale rosso” è nata dalla passione che ho per lo sport, in particolare il ciclismo, che ho voluto far diventare un simbolo della libertà, dell’unione, della condivisione. Sono un’attrice e oggi, pedalando con altre persone, mi sembra proprio di realizzare uno spettacolo dal vivo. In questo modo sento di portare avanti un obiettivo, quello della lotta contro la violenza di genere. Pedale rosso non si ferma: questa è la prima tappa di un viaggio che ci porterà a pedalare in tante città d’Italia per urlare il nostro messaggio. Ringrazio Cristina Manetti che ha creduto in questo.”
Il presidente Giani, che ha dato il via alla pedalata, ha dichiarato: “Dobbiamo declinare il contrasto alla violenza e ai femminicidi cercando di creare sensibilità su tutti i piani. Lo sport e l’attività motoria aiutano a mettere al centro della nostra battaglia e del nostro impegno il ruolo della donna, che merita di essere valorizzato in ogni suo aspetto. In questo ambito la donna riesce sempre più ad affermare la propria identità ed il proprio contributo alla comunità. È anche grazie a questi passi che si abbattono stereotipi e si creano le condizioni verso l’eliminazione di soprusi e violenze.”
Paolo Bettini conclude: “La passione che io e Marianella condividiamo per la bicicletta le ha fatto venire l’idea di mettere insieme molte persone, di tutte le età, unite in una grande pedalata per la parità dei diritti. Cristina Manetti ha subito sposato l’idea. Il nome “Pedale rosso” nasce invece da una mia intuizione: il rosso ricorda la lotta e anche il sangue, purtroppo, delle violenze. Il pedale è il mezzo attraverso cui la bicicletta si muove, il più ecologico e globale. Sono felice che Yuldoz Hashimi, ragazza afghane con una storia eccezionale, arrivata nel nostro paese grazie ad Alessandra Cappellotto, sia qui con noi al debutto di “Pedale rosso”, che continuerà il suo viaggio in tutta Italia.”