I PIU' LETTI
CAPITANI CORAGGIOSI. ANNA SALICE: «DALLA TECNOLOGIA AL DESIGN, SALICE HA SEMPRE SAPUTO VEDERE LONTANO». GALLERY
di Pier Augusto Stagi | 03/06/2024 | 08:15

«Vede, io sono nata lì e lì ci vivo ancora». Lì è qui, davanti ai no­stri occhi. Una vil­la elegante di fine Sei­cento, che solo in un secondo tempo si sarebbe dotata, oltre che del blocco centrale dove è nata An­na Salice e dove vive, anche di due ali per farne una bellissima corte. Difatti, da villa signorile adagiata sulle sponde del lago di Como, con il tempo diventò una filanda, anche perché Gra­vedona, dove incontriamo la signora Anna Salice, ti­tolare dell’omonima azienda, un tempo era terra di gelsi e ba­chi da seta.

«Vede, io sono nata lì…», mi indica la signora Anna, terza generazione di una famiglia votata all’occhiale, anche se in principio furono solo astucci. È nata qui, in questa dimora elegante ed es­senziale, con interni recuperati di rara bellezza tutti da scoprire, che non è azienda, ma famiglia e comunità: fratellanza.

Si respira aria buona da queste parti e si vede bene. Soprattutto si vede del bello: un ambiente curato che è scrigno di storia aziendale e famigliare.
Ne va giustamente or­go­gliosa la signora Anna e se fossimo in lei faremmo lo stesso. Sono qui per intervistare questo mese “una capitana coraggiosa”, un’imprenditrice che sa il fatto suo e che lo fa da anni con la de­dizione e risoluta passione che le sono proprie. «Vede che bello? ... ».
Lo vedo, lo vedo.

Il verbo usato è quello ideale: è quello che ci accompagna e ci accompagnerà in questa intervista, fatta però di do­mande e di ascolto: soprattutto di ri­cordi. Ci sta proprio bene il verbo ve­dere per un’azienda che ha costruito la propria storia su prodotti che aiutano a guardare meglio o comunque a proteggere la vista.

«Qui io mi sento libera, perché sono a casa mia, perché sono nella mia culla, attorniata da collaboratori competenti e bravi che mi vogliono bene come io ne voglio a loro, ma l’assurdo è che questo luogo è anche la mia prigione, dove il cancello è il limite del mio carcere. Un limite valicabile, superabile e sconfinabile quando e come voglio. Quando lo faccio mi sento libera, in un posto nel quale mi sento a mio agio e in pace. Anche se in questa casa-azienda ci sto maledettamente bene, forse troppo bene».

Come nasce la Salice?
«La fonda mio nonno Vitaliano, classe 1884, nel 1919, quando ha 25 anni. Pri­ma due anni a Milano, dove il nonno si era trasferito per lavorare come commerciante di articoli ottici. Non si è mai tirato indietro, era un ragazzo molto volitivo e pragmatico, dopo gli studi si è messo subito all’opera e quando gli hanno proposto di acquistare un’attività non se l’è fatto ripetere due volte e ha accettato. A lui non sono mai mancati né l’intraprendenza né tan­tomeno il coraggio. Parte come Vi­taliano Salice, poi dopo due anni a Mi­lano, trasferisce l’attività al suo paese natale, Musso, a due paesi da qui. Il perché è semplice: il nonno era grato alla sua gente, al suo territorio e in particolare ad una nobildonna che gli ave­va permesso di studiare, pagandogli tut­ti gli studi. Insomma, si è sempre considerato fortunato e, a differenza di molti, anche molto riconoscente. Visto che le cose andavano bene e che l’attività stava crescendo velocemente e a dismisura, decise di tornare a casa. “Voglio produrre dove posso essere utile alla causa. Come io sono stato fortunato, voglio che lo siano anche altri ragazzi come me”. E così fece. Cen­tocinque anni di storia, 105, non sono pochi. In questo lasso di tempo la Sa­lice ha vissuto momenti importanti pas­sando dalla produzione degli astucci per contenere gli occhiali a quella di lenti temperate per proteggere gli occhi dei mugnai, fino ai moderni prodotti sportivi che tutti oggi conosciamo, di­rezione questa intrapresa dopo la seconda Guerra Mondiale».

Ma come ci finite qui in questa bella villa seicentesca?
«Sul finire degli Anni Trenta, l’azienda produce e va a gonfie vele, ma c’è da trovare una sede più ampia. Ecco che salta fuori l’opportunità di acquistare questa villa di Gravedona, poi filanda, poi anche sede degli alpini. Nel ’38 il nonno ritira questo stabile e ne fa la nuova sede della Salice Occhiali. Nel ’53 costituisce la Srl, intestata solo ai figli maschi. A quei tempi si faceva co­sì. Le donne? Poco considerate, ma era un pensiero comune, era un modo di fare».

Oggi la Salice è in pratica un’azienda di sole donne…
«Tutte donne, eccezion fat­ta per due dipendenti di sesso maschile. Perché donne? Perché il nostro è un lavoro manuale di altissima precisione e le don­ne con le loro piccole mani, veloci e flessibili sono davvero insuperabili».

Lei nasce qui a Gravedona?
«Sì, il 21 maggio 1960, sotto il segno dei gemelli. Bimba energica e molto amata da mio papà Romano, ingegnere elettromeccanico, che però muore giovanissimo, quando avevo da compiere 18 anni. Venne a mancare cinque giorni prima del mio compleanno: il 16 maggio del 1978. Fu un evento terribile, tragico e doloroso come pochi, che superai solo mettendomi in gioco. Da un giorno con l’altro mi sono sentita di colpo grande. Da figlia a donna, il pas­so è stato breve. Mi sono rimboccata le maniche ed è così co­minciata la mia avventura di donna imprenditrice. Cer­to, con calma, con i gusti passaggi. Mio padre era un uo­mo illuminato e un giorno pare che disse a mio zio “Anna manderà avanti l’azienda”. Mio padre ci aveva visto giusto, mio zio anche… questo aneddoto me lo raccontò proprio lui (lo zio, mancato nel 2018, ndr) molti anni dopo, quando avevo già ac­quistato le mie quote, ammettendo che mio padre era stato lungimirante».

Non deve essere stato facile.
«Da giovane donna mi sono dovuta far accettare, zigzagando nei meandri di un certo maschilismo. Era un Paese così il nostro, non facilissimo, ma non mi sono però mai sentita né un’intrusa né tantomeno una sopportata, ma l’esatto contrario. Mi sono forgiata co­sì, Salice è stata la mia palestra e la mia formazione è stata severa e fatta di grande spirito di responsabilità».

Passo indietro: le scuole.
«Elementari e medie a Gravedona: dal­le suore Canossiane. Il liceo scientifico al “Carlo Donegani” di Sondrio. Poi mi inscrivo alla Bocconi, ma non la ul­timo. Se la cosa mi è spiaciuta? Oggi dico di sì, anche se poi ognuno di noi è le scelte che ha fatto e le mie non sono poi state così peregrine».

Quando entra a far parte della Salice?
«Se mi consente una battuta sono sempre stata in Salice, perché ho sempre respirato aria di azienda e la cosa mi piaceva un sacco, non l’ho mai nascosto e forse papà questo l’aveva visto e notato. Nel gennaio del 1982, entro però ufficialmente a far parte della grande famiglia aziendale, anche se prima - nel 1980 - mi sono occupata per un paio di anni di una società di famiglia che faceva rigenerazione di materie plastiche: ge­stivo sette dipendenti. Il 25 gennaio 1982, come le dicevo, entro in azienda e mi occupo principalmente dei fornitori. Mi piace e faccio molto di più di quello che mi era stato chiesto. Il successivo pas­saggio è datato 16 agosto 1986. Do­po averne parlato con lo zio Alessan­dro, inizio a se­guire la direzione di tutta l’azienda».

Quindi diventa sostanzialmente direttrice?
«Sì, mentre lo zio di fatto diventa il presidente, io mi trovo a dirigere l’azienda in toto. Questo grazie ad uno zio illuminato, come lo era mio papà. Una persona perbene, un vero galantuomo, un uomo di una sola parola e di alti principi. Trent’anni di differenza e non sentirli. Oggi ho il 66% della so­cie­tà, il resto è di Fernanda, mia cu­gina, la figlia dello zio. Anche con lei andiamo d’amore e d’accordo».

La svolta che vi ha portato alla produzione di elementi votati allo sport, sci e ciclismo, ha segnato il vero cambio di passo per l’azienda.
«La vera svolta la dobbiamo allo sci sul finire degli anni Cinquanta, quando nel ciclismo si era fermi al classico cappellino… Nel 1986 un marchio concorrente immise sul mercato un occhiale dedicato al ciclismo: fu la svolta. Grazie a loro è cambiato il mondo del ciclismo e noi con loro. Abbiamo importato questo marchio fino al 1993, mentre per il casco poi il discorso è stato ancora più difficile. I primi occhiali erano semplici occhiali sportivi, erano ac­cessori polivalenti, oggi tra le mani abbiamo prodotti dedicati. Nel 1990 ho fatto scelte e investimenti im­portanti per l’azienda e lo stesso vale per gli anni post 2000, quando ab­biamo smesso di produrre per terzi. Mi sono resa conto che dovevo concentrare tutto sul marchio e così ho fatto. Pro­du­ciamo elementi di qualità e cerchiamo di mantenere prezzi corretti, giu­sti, una scelta fortemente voluta e alla qua­le non voglio rinunciare. Pun­tiamo sul marchio, cosa che per altro avevamo co­minciato a fare già con lo sci negli Anni Sessanta e Settanta, con la “valanga azzurra” di Gustav Thoeni e Piero Gros, Paolo De Chiesa ed Erwin Stric­ker. Sono anni di grande crescita e concitata creatività. In questi anni si fa lar­go un’idea di fare sport sulla neve e Sa­lice, da sempre proiettata verso il futuro, anticipa un’altra volta i tempi iniziando la produzione di maschere da sci».

Poi ci sono gli anni dei “paninari”
«Gli anni del consumismo più sfrenato, degli yuppies. In quel periodo di frenesia assoluta Salice si impone ancora una volta sul mercato con un modello di successo come il mitico Articolo 38. Sono gli anni in cui entro a far par­te dell’azienda, e oggi posso dire che, nonostante i 105 anni di età, la no­stra resta un’azienda a carattere fami­lia­re, sempre giovane e dinamica, ani­ma­ta da spirito di squadra e appartenenza, che mette il prodotto al centro di tutto se­condo l’antico principio della qualità al giusto prezzo. Il rapporto molto intenso con i rivenditori, e di ri­flesso anche con le esigenze dell’utente finale, ci sta consentendo di attraversare con profitto fasi economiche e di mercato spesso non facili. Il Covid? Se dio vuole è alle spalle: dopo il boom c’è stata la frenata ed è chiaro che adesso si tornerà a livelli di normalità, ci sarà una normalizzazione, verso l’alto, pe­rò».

Voi fate tutto in Italia?
«Sì, tranne i caschi. I caschi adesso li pro­gettiamo, li certifichiamo, li disegniamo noi e li faccio produrre in Ci­na».

Passioni?
«Chiaramente per lo sci, per il cavallo e le moto. Oggi ho 64 anni e rimpiango la moto, forse avrei dovuto fare qualche giro in più, ma non potevo giocare con la sorte, ho la responsabilità di di­verse famiglie e non me la sono mai sen­tita di anteporre me al bene dell’azienda».

Ha un posto del cuore?
«Gravedona. Dopo Gravedona? Direi Pa­narea».

La sua canzone?
«Francamente ne ho tante e dovrei far­le una lista pressoché infinita».

Me ne dica un paio.
«“A mano a mano” di Riccardo Coc­ciante interpretata però da Rino Gae­tano. E “Vita spericolata” di Vasco Rossi, ma come le ho detto ne ho dav­ve­ro tante. La musica è davvero una co­lonna sonora che accompagna i no­stri momenti della vita e li ferma. Una can­zone ha il potere evocativo di ri­chiamare quel momento lì, quella situazione, bella o meno bella».

Il cinema le piace?
«Molto».

Un film che rivedrebbe o comunque che ha lì?
«Un film meraviglioso che ho iniziato a vedere a 16 anni e che rivedrei ancora è Harold e Maude. Mi piace un sacco, ce l’ho anche qui sul computer, quando posso e ne ho voglia è come la mia co­pertina di Linus, lo programmo e me lo vedo. Tra quelli di oggi direi C’è ancora domani, di Paola Cortellesi, un film dav­vero bello, per intensità e contenuto: la regista ha saputo trasformare le brutture dell’uomo in melodia e danza. È un film efficace e intelligente: un po’ come La vita è bella di Roberto Be­ni­gni. A proposito di grandi film, non posso mancare di citare Non ci resta che piangere, con la coppia Mas­simo Troisi e Ro­berto Benigni. Ma non posso fare a me­no di mettere in questo elenco anche La Grande bellezza, di Paolo Sor­rentino».

Attore preferito?
«Pierfrancesco Favino».

Attrice?
«Monica Vitti e Anna Magnani. Di oggi Paola Cortellesi».

Fiore?
«Sono indecisa tra una rosa e un giglio, ma le dico rosa».

Colore?
«Io mi vesto regolarmente di blu, an­che se adoro l’arancione».

C’è una cosa che la manda in bestia, una cosa che non sopporta?
«Le bugie».

Bici e monopattini sembrano conquistato le nostre strade. Cosa ne pensa?
«Ho un monopattino elettrico e un’autovettura elettrica, ma credo che questa non sia la via giusta. Certo, chi noleggia un monopattino in città e non in­dossa il casco è da considerare davvero matto. Sa quante lettere ricevo dai clien­ti che mi ringraziano perché i miei caschi hanno salvato loro la vita? Il ca­sco dovrebbe essere obbligatorio? Cre­do di sì, ma si tratta di una scelta autonoma che chiunque dovrebbe fare in piena libertà. Se è Salice è una scelta più bella, più consapevole. Sono presuntuosa? No, orgogliosa e sincera. Le ho detto, vero, che odio le bugie? …».

Sì, me l’ha detto.
«Vede?».

GIA' PUBBLICATI

NICOLA ROSIN: «VOGLIO PORTARE COLNAGO TRA I MARCHI PIU' DESIDERATI DEL MONDO»

CLAUDIO MARRA: «UNA VITA IN VIAGGIO E ORA VOGLIO PORTARE FSA NELLA TOP 5 MONDIALE»

CRISTIANO DE ROSA: «DALLA "BUTEGA" ALLA CONQUISTA DEL MONDO»

DAVIDE ROSSETTI: «SIDI FACCIA VALERE IL SUO ESSERE MARCHIO DI QUALITA'»

STEFANO VIGANÒ: «LAVORARE IN GARMIN È UNA SFIDA CONTINUA»

DAVIDE BRAMBILLA: «IL SOGNO AMERICANO? GRAZIE A TREK E AD UN GRANDE GRUPPO E’ DIVENTATO... ITALIANO»

FEDERICO ZECCHETTO: «DIAMANT, ALE’, MCIPOLLINI: OCCASIONI SPECIALI CHE SI SONO TRASFORMATE IN IDEE VINCENTI»

ALESSIA PICCOLO: «RIVOLUZIONE A COLORI E RIVOLUZIONE FEMMINILE: COSI’ ALE’ HA CAMBIATO IL MONDO»

SALVATORE TRUGLIO: «STELLA YU CI HA CHIESTO RICERCA E INNOVAZIONE: E' NATA PROLOGO»

GIAN LUCA POZZI: «CON DRALI ABBIAMO LE RADICI AFFONDATE NELLA STORIA E SIAMO PRONTI A COSTRUIRE IL FUTURO»

MARCO GENTILI, IL NUOVO CEO DI BIANCHI: «VOGLIAMO ESSERE UN PUNTO DI RIFERIMENTO MONDIALE»

MONICA E PAOLA SANTINI: «TECNOLOGIA E ANIMA GREEN NEL FUTURO DI QUESTA AVVENTURA»

MIRKO FERRONATO: «URSUS DA SEMPRE È SINONIMO DI SFIDE E DI VOGLIA DI CRESCERE»

 

Copyright © TBW
TUTTE LE NEWS
La quantità ottimale di carboidrati da assumere ogni ora durante un'attività fisica intensa può variare a seconda dell'intensità e della durata dell'esercizio. Tuttavia, gli studi suggeriscono che un’assunzione di 60-90 grammi...

La sicurezza di chi corre su strada, in bicicletta o a piedi, è fondamentale. E da oggi sicuramente più facile grazie a SeeMe, i braccialetti di segnalazione luminosi, leggeri ed...

Cosa serve per scendere veloci e precisi dai trai più difficili? Una bella bici, ottime sospensioni e ruote leggere, precise, veloci e resistenti. Le preghiere dei biker più esigenti sono...

La linea Super Dextrin® di EthicSport si basa su quattro prodotti diversi accumunati da una speciale miscela a base di carboidrati con caratteristiche uniche, una formulazione tanto speciale da essere protetta...

Con le bici di oggi non si può fare a meno di una dinamometrica, giusto? Senza spendere cifre importanti è possibile grazie ad Eleven, marchio distribuito da Ciclo Promo Components,...

I nastri manubrio Nabico sono sulla piazza da oltre 50 anni, un lasso di tempo che ha visto l’azienda rimanere in Italia valorizzando tutti quegli aspetti che rendono unico il...

Se vi sentite giù di corda e le gambe vuote forse non recuperate da una sessione all’altra e soprattutto fate mancare al vostro organismo gli elementi giusti per nutrire i...

Trek ha appena svelato la nuovissima Procaliber Carbon, una hardtail XC leggera, versatile, confortevole e veloce, insomma, l’arma giusta per stabilire nuovi record. Rispetto al precedente modello i cambiamenti sono...

Sono ufficialmente disponibili le due bici da pista FACTOR che abbiamo visto alle Olimpiadi di Parigi, la velocissima Raiden e la Hanzō, la bici con cui il la nazionale Australiana...

Le nuove ruote K1 RD, ideate dal Tech Centre Miche, sono state testate sui più impegnativi tracciati della Coppa del Mondo di mountain bike e sono state sviluppate in strettissima...

Cosa si può racchiudere in un moderno smarthwatch? Davvero molto e Garmin lo sa bene. Il nuovo fēnix® 8 offre di tutto, nuove funzionalità concepite per supportare gli atleti in...

Anche se il Tour si è concluso da tempo si parla ancora delle strepitose imprese targate Pogačar, una dimostrazione di straripante potenza che ha portato ogni prodotto utilizzato dal campione...

Fizik ha presentato le nuove scarpe Vento Proxy la scorsa primavera, un lancio che la proposte al pubblico come calzature leggerissime destinate alle competizioni off-road. Lo schema collaudato propone nell’ordine una tomaia...

In estate aumentano i km passati in sella e prestare più attenzione alla pulizia della bici si rivela una mossa vincente. Caldo secco, polvere e temporali estivi possono sembrare la...

I colori sono quelli degli sport estremi, quelli con cui la famosa bibita Red Bull è diventata protagonista in ogni specialità governata dall’adrenalina. Il Team Red Bull BORA-Hansgrohe ha un...

Perfetta per l’estate e comodissima anche per rullare in pieno inverno, la maglia Blade Flower di Northwave è il classico capo privo di difetti, un maglia in vendita ad un...

Gl specialisti di Topeak pensano a tutto, compresi i supporti per fissare il computer GPS al manubrio. Sono in realtà tre i supporti, lo Stem Multi-Mount, l’UTF Multi-Mount Right-Side e...

Il radar CarBack è una delle ultime sorprese del marchio americano Trek, uno strumento che entra nello specifico segmento dei radar/luci a testa alta con prestazioni davvero uniche. Volete identificare...

Mentre Kasia Niewiadoma della CANYON//SRAM Racing domina il Tour de France Femmes avec Zwift 2024, Puck Pieterse della Fenix-Deceuninck conquista la maglia bianca, successi in cui entra a pieno diritto...

Un occhiale per ogni situazione può essere la scelta giusta, a patto che si tratti di un prodotto di qualità come il modello 028 di Salice, un occhiale che grazie...

Per rendere il giusto onore alle prestazioni dei propri atleti alle Olimpiadi di Parigi, Canyon rende disponibili le versioni speciali "MACH 874" per le bici Aeroad, Lux World Cup e...

Negli anni Canyon ci ha abituato a biciclette innovative e vincenti, ma oltre alle due ruote ora c’è di più. Dopo aver assistito a luglio al lancio delle nuove calzature...

Trek ha appena presentato due nuove biciclette gravel, due bici innovative in grado di dominare qualsiasi evento gravel. La nuovissima e leggerissima Checkmate SLR è la bici da corsa gravel di...

Il ciclismo è regno di chi fa della resistenza la propria forza ed è per questi atleti che Cervélo ha creato Caledonia-5, una bici veloce, comoda e reattiva con cui...

VIDEO TEST
ALTRI VIDEO DI TEST




Perfetta per l’estate e comodissima anche per rullare in pieno inverno, la maglia Blade Flower di Northwave è il classico...
Un occhiale per ogni situazione può essere la scelta giusta, a patto che si tratti di un prodotto di qualità...
di Giorgio Perugini
Specialized ha posizionato la Tarmac SL8 all’apice della sua collezione racing, una bici che a quasi un anno dal suo...
di Giorgio Perugini
Astral X è il nuovo occhiale superleggero prodotto da Rudy Project, un occhiale moderno sotto ogni punto di vista e...
di Giorgio Perugini
Ora che è realtà, si capisce quanta forza Pogačar abbia messo in questa folle ( almeno per noi ) rincorsa...
di Giorgio Perugini
Se volete mettere nell’armadio una maglia e un pantaloncino per pedalare davvero bene lungo questa calda estate, vi consiglio di...
di Giorgio Perugini
Il classico borsello sottosella prende nuova vita grazie agli specialisti di Topeak ( marchio distribuito da Ciclo Promo Components ) e nella...
di Giorgio Perugini
Verticale SLR viene presentata oggi e Wilier non ne fa mistero, infatti, questa bici è per l’azienda una bici da...
di Giorgio Perugini
Itaca, la nuova creazione targata MCipollini, nasce per l’endurance e va a completare l’offerta del marchio rappresentandolo nel migliore dei...
di Giorgio Perugini
La nuova Dogma F conferma quanto nel DNA Pinarello sia di rigore combinare prestazioni incredibili, tecnologia all'avanguardia e bellezza estetica,...
di Giorgio Perugini
Il modello Egos è uno di quelli utilizzati dal Team Bahrain Victorius, un casco destinato alle massime competizioni in cui...
di Giorgio Perugini
La maglia Ombra di Santini è stata pensata per essere un capo unisex e viene realizzata con tessuti Polartec®, Power...
di Giorgio Perugini
Gli zaini idrici di Thule hanno dimostrato negli anni di avere un qualcosa di speciale, merito di una visione aziendale...
di Giorgio Perugini
TPU si o TPU no? Lattice o butile? Possiamo dare più di una buona motivazione per avvalorare la scelta di...
di Giorgio Perugini
Il modello 029 di casa Salice nasce dalla grande esperienza maturata da Salice nelle massime competizioni, un terreno in cui...
di Giorgio Perugini
Sarebbe bello proporre soluzioni avanzate ad un prezzo altamente accessibile, no? È così che prende l’abbrivio la vita di due...
di Giorgio Perugini
Nei mesi passati Trek ha ampliato la propria linea di scarpe ad alte prestazioni per ciclismo su strada inserendo tre...
di Giorgio Perugini
Non molto tempo fa KASK presentò al mondo il casco Utopia, un casco modernissimo che ha stravolto gli schemi ottimizzando...
© 2018 | Prima Pagina Edizioni Srl | P.IVA 11980460155
Pubblicità | Redazione | Privacy Policy | Cookie Policy | Contattaci

[X] Il nostro sito web utilizza i cookies (piccoli file salvati sul tuo hard disk) per migliorare la navigazione, analizzare l'accesso alle pagine web e personalizzare i propri servizi. L'utente è consapevole che, se esplora il nostro sito web, accetta l'utilizzo dei cookies.
Per maggiori informazioni consulta la nostra privacy policy