L'anno scorso si rivelava al mondo in salita sul Passo Pramadiccio, perdendo la tappa solo per una discesa imperfetta, e quest'anno Giulio Pellizzari ha confermato il suo buon feeling col Tour of the Alps chiudendo al secondo posto la tappa di Schwaz. Se l'anno scorso, però, la sua grande performance si era manifestata al termine di una lunga fuga, quest'anno lo scalatore della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè è uscito di forza dal gruppo dei favoriti, cosa che, per dire, non era riuscito a fare in precedenza un corridore come Romain Bardet.
Alla fine solo un grande Juanpe Lopez (Lidl-Trek) è riuscito a staccarlo: «Quando sto bene attacco e oggi stavo bene - ha detto Pellizzari -. Ho visto che gli altri boccheggiavano e mi son detto “dai, rischiamola, quello che viene viene”, e alla fine non avevo nulla da perdere. Con Lopez abbiamo collaborato bene, lui puntava anche alla maglia verde e comunque alla fine è stato più forte. Parliamo comunque di uno che ha indossato la Maglia Rosa al Giro per 10 giorni… e forse l’ho beccato nella giornata migliore della carriera».
Per il marchigiano il Tour of the Alps ha rappresentato la scoperta, lo scorso anno, e potrebbe quest'anno portarlo in una nuova dimensione: «Sono innamorato di questa corsa, davvero. In tanti mi dicono che dovrei provare a correre le classiche delle Ardenne, ma finché il Tour of the Alps è in questo periodo preferisco venire qui. Poi mia morosa (Andrea Casagranda, atleta della Bepink, ndr) è di Borgo Valsugana, ormai sono quasi più in queste zone che a casa mia. Quindi è quasi la corsa di casa…».
Ovviamente lo si attende anche al Giro d'Italia, dove sarà il più giovane in casa VF Group, ma Pellizzari vola basso, conscio che di strada da fare ce n'è ancora molta: «La gamba è buona senz’altro in vista del Giro d’Italia, ma dobbiamo essere onesti, qui ci sono 8 formazioni WorldTour e lì ce ne sono 20, il livello si alzerà ancora di più. Ci andrò con grande umiltà, ma proverò a vincere una tappa».