Prosegue la mattanza, con allarmante continuità. Sono i caduti della strada, non delle piste ciclabili perché, pensatela come volete, ma queste non possono essere chiamate con questo nome, non sono piste ciclabili, ma strisce d’asfalto pittate di fresco, senza una protezione e soprattutto senza una logica.
Evviva la mobilità sostenibile, ma insostenibile sta diventando questa costante e continua morte sulle nostre strade, nelle nostre città. Oggi una giovane donna di 39 anni ha perso la vita a Milano, in pieno centro, in corso di Porta Vittoria. La tragedia si è consumata all’ora di pranzo, all’angolo tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria, proprio davanti alla biblioteca Sormani. La donna è rimasta stritolata da una betoniera guidata da un uomo di 54 anni che proveniva dalla circonvallazione interna.
Non più tardi di lunedì scorso, proprio nel capoluogo meneghini, all’ombra della Madonnina e della Scala, si era tenuto un flashmob “Emergenza Milano – Strade per tutti e aria sicura”, con il quale si chiedeva al sindaco ciclista Beppe Sala e alla sua Giunta di «rendere Milano una città a misura d’uomo». Guanti rossi e parole al vento, in questa città che detiene il triste record di incidenti mortali.
Nella Città Metropolitana di Milano (su un parco circolante di 2,3 milioni di auto) nel 2021 si sono verificati 11.385 incidenti (8.043) che hanno provocato 87 morti (74) e 14.390 feriti (10.207 nel 2020). Nel corso del 2021 in tutta Italia sono deceduti 471 pedoni, 220 ciclisti (di cui 13 su bici elettrica) e 9 conducenti di monopattino, più un pedone morto investito da un monopattino. E se la provincia di Roma detiene il triste primato della città con il più alto numero di pedoni morti (50), seguita da Milano (20), Napoli (18) e Torino (15), la provincia di Milano spicca per il più alto numero di ciclisti uccisi (10), seguita da Padova e Pavia (8), Ravenna e Forlì-Cesena (7).