"Se sono arrivato fin qui, nella mia carriera, lo devo a Marco Pantani. Ho avuto molti corridori, a partire da Roche a Visentini ad altri campioni, ma lui mi ha cambiato la carriera. Purtroppo alla fine ho dovuto trovare un accordo con lui per lasciarci, fu uno dei giorni più brutti della mia vita. Ho capito che io in quel progetto non ero più in grado di fare il mio lavoro. Io nella mia vita so fare solo il DS, ad esempio non so cambiare i pattini dei freni della bici, ma il resto non faceva, e non fa, per me". Con queste parole, Beppe Martinelli, ha commentato a Lello Ferrara 3.0 il suo rapporto con il Pirata. Il partenopeo ha rilanciato con alcune domande.
E' stato il corridore più forte che hai mai avuto?
"Credo di sì, anche se non faceva un inverno da corridore era in grado di fare le cose con facilità. All'epoca non c'erano i cellulari, ma chiamavo a casa spesso, da mamma Tonina, per sapere come andavano le cose. Per tenerlo controllato ho fatto anche una vacanza stando davanti a casa sua per 20 giorni. Comunque se avesse fatto la vita del corridore non ce ne sarebbe stato per nessuno".
Il passaggio al professionismo di Pantani: "Spinsi per il suo ingaggio con Boifava. Claudio Chiappucci capì subito che io ero un sostenitore del Panta. Mi ricordo cha andammo in Messico, a Toluca, praticamente Marco non si era mai allenato. I primi giorni soffrì in modo pazzesco, ma dopo una settimana staccava già tutti. Che classe e che motore. All'epoca non c'erano i misuratori, volevano a tutti costi che Marco ne mettesse uno sulla bici, ma non ci fu verso".