Heinrich Haussler (25 Febbraio 1984) è un australiano di origine tedesche, atleta esperto e dal buon palmares in cui spiccano una tappa al Tour, una alla Vuelta e il titolo di campione australiano, è un tipo abituato a girare il mondo e affrontare viaggi importanti anche per gareggiare in bicicletta. Parlare con lui è come accedere ad database di informazioni internazionali. Portacolori del team Bahrain Merida, lo incontriamo aldalla trasferta canadese di Quebec e Montreal. È lui che ci aiuta a capire come si affrontano queste esperienze che incidono parecchio sullo stress di un atleta.
Di quanti giorni hai bisogno prima della gara e dopo la gara per recuperare da questo viaggio?
«Andare in Canada significa avere 6 ore di differenza. La abbiamo affrontato due gare, il venerdì e la domenica, dopo essere arrivati il martedì sera. Un elemento di strees per il corpo, soprattutto considerando che avevamo due giorni e mezzo per completare l’assimilazione del fuso orario. Normalmente credo ci vogliano sei / sette giorni per adattarsi al normale ritmo di vita. Giorni in cui dormire bene, trovare il giusto feeling con la bici e così via… ma arrivando due giorni prima della gara, è stato davvero molto difficile essere subito mentalmente pronto».
Haussler ci svela dei dettagli di preadattamento importanti. «Se hai tempo o sei a casa e la tua situazione ti permette di non lavorare, non devi fare altro e non hai figli, puoi già cominciare “aggiustare il tempo”, magari svolgendo il tuo allenamento molto tardi nel pomeriggio e andando a letto più tardi. Il corpo sta già pensando a un cambiamento e puoi adattarti lentamente al nuovo ritmo. Come dicevo a proposito del sonno, devi dormire anche se spesso non riesci a farlo a causa di altre situazioni familiari o di lavoro. Vai a dormire molto tardi, ad esempio alle due, alle tre e poi dormi fino alle undici. Come ho detto questo non è per tutti, ma in generale vado in Canada per due gare e siamo rimasti lì solo sette giorni per poi tornare in Europa».
Il rientro sembra essere più semplice. «Trovo che tornare in Europa è sempre un po’ più facile».
Jet Lag e performance: «Gareggiare in Canada non è semplice, specialmente nella prima corsa del venerdì. Di sicuro il Jet Lag influenza le prestazioni, non hai tutta la forza o lo scatto al top perché il tuo corpo pensa che sia il tempo di dormire».
Quali sono i consigli per i ciclisti che affrontano certi impegni?
«Oltre a provare ad adattarsi a casa con il fuso orario, allenati anche quando atterri e ricordati di gestire bene anche il cibo. Ad esempio se atterri in un paese in un fuso orario diverso, al mattino, è davvero difficile cercare di rimanere sveglio tutto il giorno. Per questo svolgiamo un allenamento per rimanere in movimento. Devi cercare di non dormire presto e di rimanere sveglio il più a lungo possibile in modo che il tuo corpo possa lentamente adattarsi al nuovo fuso orario. Per quanto riguarda il cibo è importante bere molta acqua, rimanere idratati, e anche mangiare nei tempi del nuovo fuso orario».
E ancora: «Un sacco di ciclisti fanno questo forse tre quattro volte l’anno con Canada, Australia e altre prove. Per me la trasferta in Australia è ancor più difficile da affrontare con dieci ore di differenza rispetto all'Europa, che rendono le cose ancora più complicate. Quando ero più giovane avevo meno problemi e mi adattavo con fmaggiore acilità. Comunque anche in questa occasione vale la regola di un giorno di adattamento per ogni ora di fuso. Quindi in Australia avresti bisogno di 10 giorni di tempo per adattarti al 100% al nuovo orario».
a cura di https://www.sportplushealth.com