Il Giro del centenario si è appena concluso, km carichi di fatica e di emozioni, sentimenti da portare nel cuore e ricordare a lungo. Le corse a tappe hanno il dono di rendere il ciclismo ancora più autentico e poetico, una sorta di viaggio nel tempo, in cui il ciclismo eroico in bianco e nero dava ancora più sapore alla fatica e al sudore. Chi conclude il Giro d’Italia porta a casa un bottino inestimabile di esperienza e ricorderà per sempre gli sforzi estenuanti vissuti lungo la strada.
La vita vissuta nel Giro è condita dalla “movida” della carovana, praticamente una festa ogni giorno. I ragazzi del Team CSF Bardiani sono tutti giovani, alcuni debuttanti assoluti, ma ognuno di loro ha corso alla grande onorando gli spettatori e gli appassionati che li hanno seguiti in lungo e in largo attraverso la penisola.
Il Giro rappresenta sicuramente un punto di arrivo ma anche uno di svolta per una nuova consapevolezza acquisita con fatica correndo accanto ai campioni più forti del mondo.
Molto importante è il ruolo del Team Manager Roberto Reverberi, una figura determinante per i ciclisti, una sorta di secondo padre pronto a dare tutti i consigli del caso a queste giovani leve spesso ancora un po’ acerbe.
«E’ stato un Giro d’Italia indubbiamente duro - ci racconta il Team Manager Roberto Reverberi - , abbiamo dovuto confrontarci con corridori di altissimi livello. I nostri ragazzi sono stati all’altezza e quando scegli di investire sui giovani, di dare loro la possibilità di acquisire esperienza, di crescere, devi mettere in conto che i risultati possono non essere immediati. Rispetto agli anni scorsi, abbiamo vissuto un Giro più combattuto, deciso davvero per pochi secondi. La corsa per la maglia rosa è stata aperta fino all’ultimo e lo spazio per l’attacco da lontano, il nostro “pane”, è mancato. Con grande onestà posso rimproverare poco ai ragazzi che hanno speso molto mettendoci grinta e gamba. Spiace non esser riusciti a giocarci una tappa, ma è stata un’esperienza sicuramente positiva per i ragazzi».
E ancora: «Non vi nascondo che l’inizio è stato scioccante, ma fin da subito tutta la squadra si è compattata è ha reagito con il carattere giusto. Ogni giorno abbiamo cercato di fare qualcosa, con la consapevolezza dei nostri mezzi. Oltre al buon piazzamento di Rota a Piancavallo, ci è mancato l’acuto nell’ultima settimana, ma l’organico ridotto è stato decisivo. Abbiamo tenuto duro fino all’ultimo, nonostante alcuni problemi fisici che potevano influire sulla tenuta. A parte Albanese, che abbiamo deciso di fermare per non “bruciarlo”, tutti hanno stretto i denti per arrivare fino a Milano, segno che grinta e carattere non mancano mai. I rimpianti non fanno per noi, abbiamo portato al Giro una squadra giovane, immagine del nostro progetto sportivo e della nostra filosofia. E’ risaputo che un grande giro tempra “anima e corpo” ed è un passo decisivo per forgiare un professionista. Coloro che già l’avevano corso l’anno scorso, hanno confermato la propria crescita, mentre per i debuttanti è stato uno step fondamentale. Lavorare con i giovani impone pazienza e fermezza, occorre lavorare sui margini di crescita ed insegnare loro spirito di sacrificio che è alla base della nostra professione. I frutti non possono vedersi nell’immediato, ma siamo convinti che il nostro sia un progetto di valore a lungo termine e i giovani devono crescere senza pressioni. L’attrezzatura, ovviamente, deve essere all’altezza delle performance e siamo fortunati ad avere partner che ascoltano le nostre esigenze supportandoci con prodotti adatti ad ogni corsa. Al Giro cerchiamo di arrivare senza “sorprese” sfruttando appieno il rodaggio necessario per testare i materiali in gara e, laddove ci siano necessità, segnaliamo tutto in modo da poter essere utili ed agire con tempismo. Con Briko lavoriamo insieme da anni ed abbiamo potuto apprezzare l’evoluzione di tutti i prodotti. L’anno scorso abbiamo testato con successo l’occhiale Cyclope e tuttora ne siamo innamorati. Un notevole passo avanti è stato fatto anche con il casco Ventus, più aerato e perfetto per le corse estive, mentre il casco Gass è stato un ottimo prodotto specialmente per la preparazione invernale e le prime corse dell’anno».
«La partnership con Alè e Gaerne è solida da tanti anni. L’abbigliamento è un mondo in continua evoluzione e Alè è sempre pronta ad apportare novità, sia nei tessuti che nelle soluzioni “tecniche”. Abbiamo la fortuna di essere tester privilegiati e non possiamo che esserne felici. La scarpa Gaerne G.Stilo + è stato un vero e proprio successo. Abbiamo sempre usato scarpe di grande qualità, ma in questo caso sono riusciti a superarsi. Anatomica, leggera, performante: un top di gamma assoluto, cosa volere di più?».
Giorgio Perugini