“Il ciclista non deve ragionare come un professionista, che punta tutto sulla bici più leggera, più performante, più rigida, ma deve ragionare sulla bicicletta più sicura per sé e soprattutto utilizzare dei prodotti che fanno vedere il ciclista: è importantissimo che il ciclista venga visto con delle luci, delle luci lampeggianti. La prima cosa per il ciclista è quella di farsi vedere. La seconda cosa è quella comunque di rispettare le indicazioni stradali e noi ciclisti, su questo, dobbiamo fare mea culpa, perché stop senza fermarsi, marciapiedi, semafori con l’arancione e via dicendo siamo i primi a non rispettare queste norme e poi bisogna cercare, se si viaggia in gruppo, di rispettare gli automobilisti.”
Così Paolo Savoldelli, ex ciclista professionista vincitore del Giro d’Italia nel 2002 e nel 2005 a Tutti Convocati su Radio 24 e aggiunge: “A me è capitato di salire su un camion: non c’è spazio, su una corsia del giorno d’oggi non c’è spazio, camion e bici non ci passano. Quindi bisogna sempre stare attenti. Un altro consiglio che do ai ciclisti è, quando viaggiano sulla strada e vengono superati, di non tenersi mai troppo sul ciglio del lato destro, perché se l’automobilista o il camionista sbaglia non hai più spazio per riuscire salvarti. Quindi tenersi sempre a mezzo metro dal bordo strada, il camionista o l’automobilista frenerà e ti farà passare. La cosa più importante, comunque, è farsi vedere: con delle luci, con dei caschi con dei lampeggianti, con delle luci sulle bici, con l’abbigliamento adatto”.
Savoldelli su Radio 24 sottolinea anche: “C’è un problema che noi ciclisti non possiamo risolvere che è quello del traffico, che è sempre lo stesso da anni, e le strade che sono sempre le stesse e stanno peggiorando di condizione. Le manutenzioni non vengono più fatte, sul lato destro della carreggiata dove viaggia il corridore ci sono un sacco di buche: è il posto dove si creano di più, perché è dove la strada cede e quindi il corridore tende a stare un po’ più all’interno della strada.”