I misuratori di potenza hanno guadagnato grande importanza anche nel ciclismo amatoriale, infatti, è facilissimo vederne diversi alle granfondo, montanti anche sulle bici di chi non punta certo alla vittoria. In poche parole, monitorate così accuratamente l'allenamento offre grandi vantaggi sia ai preparatori che ai ciclisti che seguono precise tabelle d'allenamento. I vantaggi sono molteplici e riguardano non solo le prestazioni che migliorano ma anche la salute, visto che con i watt non si cade negli errori classici di chi si allena solo ed esclusivamente con il cardio.
Vi riporto una intervista rilasciata da Bryan Taylor, il presidente di Verve Cycling®, la stessa azienda che produce il famoso misuratore di potenza InfoCranck®. Questo strumento ha cambiato totalmente l’analisi dei dati di potenza nel mondo della bicicletta, divenendo in breve il più preciso misuratore disponibile sul mercato. British Cycling è solo una delle realtà che ha adottato InfoCranck®, dispositivo a cui lo stesso Bryan ha lavorato dal 2003 come tester.
In queste poche righe Bryan, uno dei massimi esperti di misuratori di potenza al mondo, spiegherà con un rapido racconto non solo come lavorano i misuratori di potenza, ma soprattutto quanto conti la precisione dei dati rilevati. Questo potrebbe essere l’inizio di un appuntamento mensile per avere una chiara idea riguardo la qualità dei lavori eseguiti con i misuratori di potenza. Voi vi allenate ancora a sensazioni?
Libero o schiavo?
“A volte sento dire da alcuni ciclisti che preferiscono pedalare “andando a sensazione” e su questa base resistono alla tentazione di comprarsi un misuratore di potenza.
Recentemente ero in Svizzera, in visita presso uno dei pionieri in fatto di misuratori di potenza, e abbiamo parlato di gare e ciclismo in linea generale, oltre ad approfondire l’argomento delle tecnologie disponibili in questo campo, come l’InfoCrank®.
Paul Köchli è senza dubbio uno dei primi direttori sportivi e allenatori ad aver capito il valore dell’accuratezza dei dati di un misuratore di potenza. Egli afferma, infatti, che “No data is better than bad data”, ergo “Piuttosto che affidarsi a dati sbagliati, non raccoglieteli”.
Paul mi ha aiutato a capire perfettamente come un misuratore di potenza sia il dispositivo che in realtà mi libera dai numeri, non il contrario, come comunemente si pensa.
Ve lo spiego con due semplici concetti utilizzando i dati rilevati da una ciclista che utilizza l’applicazione MYPOWER by InfoCrank®.
Il suo programma di allenamento, prevedeva alcuni intervalli ad una data potenza media e, tramite la linea verde del grafico qui di seguito, si può vedere quanto lei cercasse di raggiungere quegli obiettivi. Arrivata al penultimo intervallo sembrerebbe andare bene, con una potenza costante, che aumenta lentamente fino alla fine. L’ultimo intervallo, però, è completamente differente. La ciclista sta effettuando l’intervallo perché è così che parrebbe debba fare, ma le gambe e il battito del cuore dicono diversamente. Il suo grado di potenza non arriva mai al livello richiesto e lei cerca dunque di raggiungerlo con un ultimo sforzo finale.
Cosa succede? Lo sappiamo tutti. Dobbiamo fare degli intervalli perché il sistema o il nostro coach ce lo richiedono. È solo così che possiamo migliorare la nostra performance, ci dicono. “No pain, no gain”, “Chi la dura la vince”.
Non è vero.
L’ultimo intervallo ha avuto poco valore. Ciò che si è ottenuto è stato solo un affaticamento della ciclista che ha così rovinato la sua prestazione. La fissazione di focalizzarsi sulla media dei numeri ha significato una pedalata mediocre e nessun miglioramento. La ciclista era schiava del suo misuratore di potenza e ha fatto cose che il suo corpo non richiedeva.
Le è stato consigliato, dunque, di seguire l’accuratezza di dati che le dà l’InfoCrank® ma dando maggiormente ascolto alle esigenze del suo corpo. Così facendo, invece di fare gli intervalli a qualsiasi costo, l’obiettivo è stato di farle mantenere e migliorare la potenza durante tutta la durata dell’esercizio.
Guardate la differenza, nei grafici, delle sue prestazioni del giorno dopo. Questa volta, (linea gialla) non c’è traccia dei picchi frastagliati o verso il basso e gli intervalli rimangono costanti e gradualmente oscillano verso l’alto.
La differenza è netta ed evidente in un giorno solo. Ma il cambiamento più grande non è visibile solo nel grafico. La ciclista ha capito di non essere schiava dei numeri. Il misuratore diventava un partner affidabile, questa volta.
Con il numero corretto mostrato sul suo dispositivo ad ogni pedalata, così come succede con l’InfoCrank®, la ciclista è stata in grado di controllare la sua potenza ad un livello al quale anche il suo corpo era allineato. Il miglioramento in termini di numeri seguirà nel tempo, ma la ciclista si è così resa conto di non essere più schiava del misuratore di potenza, ma di esserne la proprietaria.
È questo ciò che conta: capire chi è che comanda. Molti ciclisti si ammazzano per raggiungere un determinato set di numeri. Ma questo non funziona per ottenere un vero e proprio miglioramento. Come direbbe Paul, “Fai il giusto e il tuo corpo seguirà”.”
Giorgio Perugini