Nel nostro viaggio verso la Granfondo Dead Sea c’è la città di Massada, nella Giudea Sudorientale. La città fortezza dal fascino unico. Il colpo d’occhio incredibile. Mura di fortificazione di pietra che dall’alto dei 400 m. slm sembrano dominare in modo assoluto la depressione circostante.
Un accesso impervio, attraverso quello che si chiama il sentiero dei serpenti, dove si dice che i soldati di un tempo non riuscissero a mettere 2 piedi contemporaneamente nel loro avanzamento. Il pericolo di cadere negli strapiombi era altissimo. Nella realtà moderna, sui 5,5 km di salita si gareggia in una prova di running estremo e i vincitori scalano in 35 minuti.
Personalmente ho preferito la soluzione più comoda con una funivia (costruita nel 1998) degna di quelle che si trovano nelle più rinomate stazioni sciistiche alpine. Dall’alto il colpo d’occhio è fantastico, con la vista della piana deserta, del mare, dei turisti impegnati ad inerpircarsi sul sentiero, le montagne circostanti e la città stessa. Uno spettacolo di rara bellezza abbinato ai 25° di questo inizio di marzo. Se non è il paradiso poco ci manca.
La storia che la nostra guida Benny, ex militare giornalista, ci racconta è incredibile, da lasciare a bocca aperta. Gli abitanti di Massada non hanno voluto arrendersi ai romani e dopo 2 anni di resistenza dentro le loro mura (in completa autosufficienza alimentare) hanno deciso di non arrendersi praticando un suicidio di massa. La storia è molto più lunga e complessa ma il finale è da lasciare senza parole. “Metzadà shenìt lo tippòl”, mai più Massada cadrà è la promessa che gli israeliani si sono fatti ed ancora oggi i militari vengono sulla montagna rocciosa a prestare giuramento.
Una tappa importante quella di Massada dove la grandezza culturale di Israele emerge ancora una volta. Una storia, quella antica e quella moderna, che influenzano in modo importante il presente e che raccolgono il rispetto, l’ammirazione e l’incredulità del visitatore.
La giornata scorre veloce ed è ora di riprendere la strada verso la nostra meta. Prima che il sole tramonti rimane il tempo per una sgambata di un’ora. La bici non manca nemmeno oggi. Per fortuna.