Caro Direttore,
per noi, inguaribili innamorati del Ciclismo, sarebbe buona cosa rinvenire ogni tanto qualche notiziola che possa consolarci in questa sorta di... valle di lacrime nella quale pure il Grande Ciclismo è stato scaraventato da un anno a dir poco funesto. Peraltro, dal momento che il Ciclismo non è solo quello sport affascinante ed al contempo fachiresco che ci ha sedotto (e mai abbandonato!) ma, a dirla tutta, una semplice attività motoria che ci può ben accompagnare nel nostro quotidiano vivere ed un'alternativa ecosostenibile, come ora fa tanto chic dire, nei nostri spostamente soprattutto cittadini, ritengo interessante segnalare come stia disponendo normativamente la politica governativa proprio al fine di incentivarci, o almeno agevolarci, all'utilizzo della bicicletta, preferendo a macchine inquinanti il "cavallo d'acciaio".
Mi si perdonerà se il ciclista va in tandem con l'avvocato, ma credo che nella specifica occasione, e a meri fini esplicativi, s'imponga che al cuore si affianchi la ragione: una coppia ideale, spesso vincente. Questa sinergia (altra parola molto "in") è determinata dalla circostanza che con il cosiddetto Decreto RILANCIO n. 34 del 19/Maggio/2020 con l'articolo 229 sono state introdotte alcune novità e puntualizzazioni allo stesso Codice della Strada proprio con la finalità di aumentare la progettazione e la realizzazione nel nostro sgangherato Paese di "piste ciclabili". Non credo di esagerare nel sostenere che sia un tema scottante e sempre più assillante, sul quale si sono anche di recente espressi, in forme pacate ma altrettanto risolute, "personaggi ciclistici" ben più autorevoli e competenti del sottoscritto: cito per tutti, e nessuno s'abbia ad offendere, l'olimpionico Silvio Martinello.
Ebbene, se non una lettura una rapida "scorsa" al menzionato Art. 229 del DPCM n. 34/2020, ci spalancherà gli occhi su questo fenomenale... mondo ciclabile fino ad ora pressochè sconosciuto, almeno nella pratica.
Con un'integrazione all'Art. 3 del CdS, e al fine di facilitare i Comuni a togliere spazio e strada alle autovetture in favore delle biciclette e mezzi assimilati (bici a pedalata assistita, monopattini elettrici), si introducono i concetti di "CORSIA CICLABILE" e "CASA AVANZATA". Et voilà! La "Corsia Ciclabile" è indicata al co.3 lett.a) dell' art. 232 del DPCM 34/2020: chi abbia sufficiente pelo sullo stomaco può leggersene testualmente la definizione normativa.
All'atto pratico è quella "roba", c'è chi dice quello "spazio" ricavato per le biciclette, che si va impunemente diffondendo nelle nostre città, sul lato destro della corsia di una strada urbana, pitturato e delimitato con la vernice. Anche in tempi non sospetti, ero contrario ad innaturali e pericolose promiscuità: figuriamoci con questi chiari di luna pandemici. Ovviamente, la "corsia ciclabile" non va confusa con la "PISTA ciclabile", ci mancherebbe altro! A queste "PISTE" (e bando a malefiche ironie) e ai relativi criteri di costruzione ha provveduto fin dall'anno 2000 un Decreto Ministeriale: i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Quanto alla "CASA AVANZATA", scimmiottando una soluzione già da decenni ben operativa in altri Stati ciclisticamente civilizzati, con riconnessa modifica dell'Art. 182 del CdS, ci si riferisce ad uno spazio esclusivo, riservato a biciclette ed affini, che nelle intersezioni semaforizzate (e solo lì) consentirebbe l'arresto a ciclisti e consimili in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto di tutti gli altri veicoli. Grazie alla CASA AVANZATA, alla LUCE semaforica VERDE i nostri... prodi e arditi potranno SCATTARE prima delle auto ed essere ben visibili. Preferisco glissare sul resto di.... questo FILM: se comico, drammatico o fantascientifico, saranno il tempo ed il buon Dio a svelarcene il finale.
Cordialmente
Fiorenzo Alessi