«La maglia azzurra per me è sacra e va rispettata. Non sono al top e non è giusto che porti via il posto a un compagno». Il senso del ragionamento di Nibali, al termine del week-end delle gare in Canada, è stato questo. A interpretarlo e a scriverlo sono Luca Gialanella e Ciro Scognamiglio sulle colonne della Gazzetta.
Non è una novita: il mondiale che si svolgerà sulle strade dello Yorkshire non è adatto al fuoriclasse siciliano. Il 34enne corridore messinese ha già in mente l’Olimpiade e il Mondiale 2020, su tracciati molto più favorevoli. A fine agosto, al Giro di Germania, Nibali aveva colpito il c.t. Davide Cassani, che lo aveva chiamato. L’intesa era stata comune: «Risentiamoci dopo il Canada e faremo il punto». Il punto non è stato ancora fatto, ma Vincenzo sembra davvero orientato a non portar via il posto a nessuno. È vero, Nibali è sempre Nibali, per carisma e personalità, ma quello visto tra Gp Quebec, venerdì e Gp Montreal, domenica, non è stato un brutto Nibali, ma neppure super.
L'Italia è quasi fatta, manca solo un tassello. Trentin è il leader, Colbrelli e Diego Ulissi le due più logiche alternative. Una maglia ce l'hanno Cimolai, Moscon e Puccio. Bettiol è da rivedere sulle strade della sua Toscana, ma il Ct non vuole rinunciare a lui per nessuna ragione al mondo. Per l’ottavo posto in pole c'è Dario Cataldo. Il c.t. annuncerà gli otto titolari sabato dopo il Memorial Pantani.