Dopo la prova individuale – impegnativa e molto – contro il tempo da Foligno a Perugia, ulteriore conferma della “dittatura” gentile di Tadej Pogacar che nella parte in salita ha eroso il vantaggio accumulato nel tratto in pianura da Filippo Ganna, autore comunque di una grande prestazione, il Giro propone il secondo arrivo in salita.
§ Pure oggi però i protagonisti che aspirano ancora, verrebbe da dire, alla maglia rosa finale che pare già “ipotecata” però, o alle prime piazze della graduatoria finale, sono chiamati all’impegno massimo con l’arrampicata che prospetta arrivo in salita, G.P.M. di prima categoria, a Prati di Tivo, in Abruzzo con la partenza ancora in Umbria, nella magnifica cornice di Spoleto, città ricca di testimonianze monumentali di pregio notevolissimo di varie epoche ed eventi culturali di rilevanza internazionale.
§ Prima d’inoltrarci nel percorso aggiorniamo lo scritto d’ieri ricordando, fra i corridori umbri, Giancarlo Montedori di Città di Castello, professionista dal 1984 al 1989 e Rufino Martellini di Foligno che, come molti altri giudici di gara, ha trasformato la propria passione di corridore in categorie giovanili, passando poi presto nella categoria dei giudici di gara. E Martellini, scomparso nel 2020 all’età di 77 anni, è arrivato anche ai vertici internazionali dei commissari UCI.
§ Umbro per nascita, Gualdo Tadino, al confine con le Marche, nel 1917, trasferitosi giovanissimo a Rieti dove ha vissuto a lungo, scomparso nel 1979 a Massa, era Adolfo Leoni, elegante e forte velocista con brillantissimo palmarès, professionista dal 1938 al 1952.
§ La città è già stata sede per altre quattro volte mentre è stata arrivo di tappe del Giro nel 1977 con arrivo in salita in località Monteluco e successo di Mario Beccia, nel 2004 volata vincente di McEwen mentre nel 2007 il successo fu del colombiano Laverde che precedette Marco Pinotti.
§ La tappa odierna è con chilometraggio relativamente breve ma nel suo sviluppo, in pratica, la pianura è la grande assente con un susseguirsi di variazioni altimetriche continue, in sequenza, che i corridori affronteranno con le gambe reduci dalla dura crono di ieri con arrivo a Perugia.
Primo tratto in provincia di Perugia con il susseguirsi, per ora abbastanza fluido, del toboga altimetrico per Forca di Cerro, Piedipaterno, Sant’Anatolia di Norcia dove inizia l’ascesa, passando per Caso e Gavelli, prima del G.P.M. di Forca Capistrello e la successiva discesa che, attraverso Monteleone di Spoleto e Ruscio immette nella regione Lazio, in provincia di Rieti. Si raggiunge Leonessa, ai piedi della nota salita del Terminillo, poi Albaneto e Posta, caratteristico borgo e Borbona.
§ Si entra quindi in Abruzzo, nella provincia di L’Aquila, sempre lungo la dorsale appenninica, incontrando il valico di Casale Bottone, Montereale e discesa fino a Capitignano dove inizia il tratto più deciso per pendenza verso il G.P.M. di Monte Abbio che conduce nella provincia di Teramo. Una lunga discesa, attorno ai trenta chilometri di lunghezza, in un paesaggio di media montagna, che tocca Aprati e, in fondo, si trova il bivio che conduce a Prati di Tivo, località turistica situata nel comune di Pietracamela, sul versante teramano del Gran Sasso d’Italia.
§ L’esordio quale traguardo della corsa avviene nel 1975 con la terza frazione Ancona-Prati di Tivo, vinta dal vicentino Giovanni Battaglin, al suo primo successo in tappe del Giro che l’avrebbe poi visto protagonista per vari anni, con 21” secondi di vantaggio sugli spagnoli Galdos secondo e, a seguire Lasa a 1’53”. Battaglin vestì la maglia rosa che cedette, il giorno successivo, a Galdos.
§ E al termine di questa tappa, arrivo anche di tappe della Tirreno-Adriatico, è plausibile che la classifica generale abbia ad esprimere fidabili indicazioni sui pretendenti alle posizioni d’eccellenza.
§ Per quanto riguarda i maggiori corridori della regione rimandiamo il ricordo a prossime tappe abruzzesi ma, trattandosi di arrivo in montagna, è quasi obbligo ricordare Vito Taccone, grintoso – talvolta troppo, ma “vero” - personaggio sanguigno di grande notorietà e idolo ciclistico quale “camoscio d’Abruzzo” ed estroverso protagonista al “Processo alla tappa”, quello vero, quello di Sergio Zavoli.