Tutto è pronto per la sfida iridata di domani all'Isola d'Elba. Gli oltre 300 volontari stanno ultimando gli ultimi preparativi e i grandi campioni della mountain bike scalpitano per prendere il via al mondiale già definito da tutti “il più duro di sempre”.
A poche ore dal via di domani mattina (il via è fissato per le 8.30) abbiamo incontrato gli uomini e le donne più attese, a partire dai campioni in carica Leonardo Paez e Ramona Forchini. Il primo purtroppo non potrà difendere il titolo, avendo rotto il polso sinistro due giorni fa mentre provava il tracciato, ma non ha perso il sorriso e in perfetto italiano ha detto: «La frattura non mi permette di essere al via, ci ho provato ma su un percorso così esigente non ha senso rischiare di farsi ancora più male. L'anno scorso in Turchia ci siamo confrontati con un tracciato molto veloce, che andava bene anche per gli stradisti, quest'anno sembra un lungo cross country, in cui è importante andare forte in salita, ma anche guidare bene in discesa e usare la bici con cautela per evitare guai meccanici. Il mio favorito è il ceco Martin Stosek, ma tiferò per tutti gli atleti al via a partire dai miei connazionali e gli italiani perchè il vostro paese è la mia seconda casa». La svizzera Forchini è di poche parole ma decisa a mantenere la maglia iridata sulle sue spalle: «Amo i paesaggi e il percorso, è davvero molto impegnativo, assomiglia molto a un cross country, è un continuo su e giù. Personalmente cercherò di spingere in ogni salita e vedrò come andrà chilometro dopo chilometro. Il livello dei partecipanti è altissimo. Gli ultimi 5 km saranno decisivi. Non voglio sbilanciarmi sulle mie rivali, di certo ce ne sono 5-6 con le quali dovrò lottare per la vittoria».
Tra di loro c'è senz'altro Maja Włoszczowska, all'ultima gara della carriera. «Non smetto solo se vinco. Ho bisogno di tanta pizza e gelato per affrontare la dura sfida che ci aspetta» scherza la polacca eletta in quota atleti al CIO insieme al cestista Paul Gasol, allo schermidore giapponese Yuki Ota e alla nostra Federica Pellegrini (che ha “battuto” in termini di voti: 1674 per Maja, 1658 per la Divina).
Al primo mondiale marathon il re del cross country Nino Schurter, 9 volte iridato XCO e oro olimpico a Rio2016: «Ho iniziato la stagione a Capoliveri, piazzandomi secondo, poi non ho brillato come volevo ma al mondiale in Val di Sole sono riuscito a centrare il risultato pieno. Domani disputerò il mio primo mondiale marathon, di sicuro non l'ultimo. Non sono abituato alla distanza che ci aspetta, per me è una sfida nuova, sono curioso di vedere come il mio corpo reagirà». E sotto l'occhio attento del suo team manager Thomas Frischknecht, con cui condivide oltre all'amore per la mtb quello per l'Italia e la Toscana in particolare, aggiunge: «Ho già corso la Cape Epic e la Swiss Epic, più cresci con l'età più reggi meglio la distanza o, meglio, cali meno rispetto ai giovani a differenza delle gare più esplosive in cui è normale soffrire un po' di più. Io amo andare in bici, mi diverto a pedalare in posti stupendi come questo. Mi sembra quasi di essere in vacanza».
Motivati i campioni italiani, che correndo in casa, ci tengono a ben figurare. Fabian Rabensteiner conferma che gli azzurri hanno svolto un buon avvicinamento al mondiale elbano: «Ci siamo preparati al meglio, domani ci aspetta una gara molto dura ma siamo onorati di rappresentare l'Italia e daremo il massimo per portare in alto la maglia azzurra. Su un percorso così duro la gara si deciderà nel corso dell'ultimo giro». È d'accordo la giovane Marika Tovo che si presenta al via con i suoi 22 anni e solo tre esperienze sulle lunghe distanze: «Amo il cross country, prediligo gare più corte e intense, ma le marathon sono spettacolari e, in scenari come quello in cui ci troviamo, è stupendo pedalare anche se c'è comunque da soffrire. Bisogna essere lucidi, il percorso è molto scivoloso e tecnico. La parte più dura è la rampa alla fine del giro, sarà tipo il "muro del pianto"».
Sorride il CT Mirko Celestino che sottolinea come l'Isola d'Elba abbia ospitato diversi ritiri della Nazionale fuoristrada e si complimenta con gli organizzatori: «Questa terra meritava un evento di tale portata e questo percorso è proprio da mondiale. Domani sarà una gara selettiva, in cui non andranno sottovalutate alimentazione e idratazione. Ai ragazzi e le ragazze ho detto di concentrarsi su loro stessi, senza accusare troppo il ritmo degli altri, sarà una gara ad eliminazione, in pochi sono abituati a prove di 5 ore e mezza». Applaude gli azzurri il presidente della FCI Cordiano Dagnoni che spera di continura ad essere un “presidente fortunato” dopo l'oro vinto a Tokyo2020 e il medagliere conquistato a Flanders2021.
Maurizio Melis, presidente del comitato organizzatore e del Bike Park di Capoliveri, è emozionato per l'impresa che con gli amici di una vita sta per portare a conclusione: «Devo dire grazie al nostro gruppo, composto da volontari che si danno da fare solo per passione e amore della mtb. Con le nostre teste dure abbiamo creato qualcosa di magico. Grazie al territorio e alle amministrazioni per averci sostenuto e per aver colto l'occasione quando la Colombia un anno fa ha rinunciato a organizzare il mondiale e noi ci siamo fatti avanti. L'Isola d'Elba è ormai una meta molto ambita per gli appassionati delle ruote grasse e noi non possiamo che esserne orgogliosi».