Concludiamo il nostro reportage su “Sistema immunitario: nutrizione e sport” con l'intervento del professor Giovanni Scapagnini, associato di Biochimica della Facoltà di Medicina dell'Università del Molise.
Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha fornito numerose evidenze a supporto dell’idea che la nutrizione giochi un ruolo fondamentale per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario, esattamente come avviene per molti altri aspetti della nostra fisiologia. Svariati studi sperimentali e clinici hanno infatti permesso di comprendere sempre più lo stretto legame che esiste tra immunità e alimentazione, identificando molti dei meccanismi molecolari alla base di tale influenza.
É, infatti sempre più evidente come i composti naturali presenti nella dieta rappresentino una variabile fondamentale in grado di condizionare diversi aspetti della risposta immunitaria, sia innata che adattativa. Il sistema immunitario è infatti strettamente regolato dalla disponibilità di nutrienti e dal metabolismo.
È noto da anni che specifiche carenze nutrizionali, come la mancanza di alcuni nutrienti o micronutrienti essenziali, in particolar modo aminoacidi e vitamine, sono in grado di causare serie alterazioni della risposta immunitaria, esponendo l’organismo a maggiori rischi di ammalarsi e di contrarre infezioni. Un apporto nutrizionale equilibrato è sicuramente la base per supportare le funzioni dell’organismo, incluse quelle immunitarie, ed anche per ridurre il rischio di comparsa di malattie (non solo infettive). Sappiamo adesso, però, che molti altri principi attivi contenuti nei cibi possono supportare la fisiologia e il corretto funzionamento della risposta immunitaria, nelle diverse età della vita o in situazioni particolari come l’attività sportiva agonistica.
L’immunonutrizione è una nuova branca della scienza nutrizionale che studia il rapporto diretto tra i nutrienti e la modulazione della risposta immunitaria. Si tratta di un tema di grande interesse scientifico e con enormi potenziali risvolti sulla salute generale.
Sappiamo oggi ad esempio che acidi grassi polinsaturi essenziali, della serie omega 3, svolgono un ruolo nutrizionale importantissimo per il corretto funzionamento delle difese immunitarie e per la modulazione dei processi infiammatori. Sappiamo inoltre da qualche anno che alcune sostanze, come ad esempio i betaglucani presenti nel lievito del pane o in alcuni funghi, hanno la capacità di “allenare” la risposta immunitaria innata, cioè quella aspecifica, promuovendo quindi una più rapida ed efficace capacità di difesa contro agenti patogeni verso cui non abbiamo sviluppato ancora una memoria immunitaria. Ci sono infine numerosi composti fitochimici, quali i polifenoli e i carotenoidi, presenti nelle piante, nella frutta e nella verdura di cui ci nutriamo, in grado di esercitare una importante modulazione di varie funzioni del sistema immunitario.