Editoriale
GUARDO GUARDIOLA. Mi ripeto, ma non posso esimermi dal farlo, visto e considerato che sistematicamente e con regolare cadenza questi episodi si ripetono. Chiedo quindi venia se torno a dire cose che in più di un’occasione, in questi anni, ho detto. Non mi rassegno a guardare solo al mio orticello, a casa mia, a casa nostra: guardo Guardiola. A tale riguardo riprendo la notizia rimbalzata dall’Inghilterra qualche settimana fa e nella sostanza ignorata, o nei migliori dei casi nascosta, dalla nostra stampa. Le agenzie riferiscono che il Manchester City, nel giro di un anno, per ben tre volte avrebbe eluso i controlli antidoping, violando dunque la legge 14D che impone ai club di comunicare l’impossibilità di compiere i test. Se questo fosse accaduto ad un ciclista - lo sappiamo bene - avrebbe meritato ben altro spazio, ben altre attenzioni e approfondimenti. Nel caso di Guardiola, invece, nessuno che si prende la briga di dedicargli un po’ di spazio, cercando di capire e far capire. Alcuni mezzi d’informazione hanno bellamente ignorano il fatto, altri l’hanno liquidato con una breve collocata nei posti meno nobili di giornali o siti web. Men che meno ci si preoccupa di indagare, verificare e ricordare che questa storia torna a interessare quello che viene da più parti riconosciuto e ritenuto uno dei più grandi allenatori del mondo, che nel suo passato di atleta è stato squalificato per doping (nandrolone) nel 2001, con conseguenti condanne (4 mesi di sospensione della Disciplinare confermati in appello dalla Caf, sia dalla giustizia ordinaria: 7 mesi di reclusione, 9 mila euro di multa e il pagamento delle spese processuali). Nessuno che ricordi nemmeno di striscio che anche ai tempi del Barcellona, la Wada ha avuto i suoi bei problemi ad effettuare i controlli in casa dei blaugrana allenati, guarda un po’, sempre dal medesimo Guardiola. Ora al City la storia si ripete. Sono in corso indagini. Probabilmente l’inchiesta si chiuderà con un nulla di fatto, ma spesso sui giornali le inchieste sul calcio vengono silenziate, chiuse e tacitate molto prima, anche quando sono ancora aperte. E noi, inguaribili idealisti anche un po’ tonti, vorremmo che il calcio fosse trattato né più né meno alla stessa stregua di altri nobili sport professionistici. Lo so, molti liquidano l’annoso problema con un semplice guarda a casa tua, fai in modo che il tuo mondo - quello del ciclismo - sia specchiato e inattaccabile. Ma quando si tratta di professionismo, io chiedo ed esigo che tutti gli sport che muovono capitali e grandi interessi commerciali siano assolutamente uguali. Quindi, guardo Guardiola e il silenzio che lo accompagna.

NON È UNO SPOT. Il Giro numero Cento si avvicina e non si allontana da mamma Rai. Per i prossimi due anni sarà sempre la tivù di Stato a trasmettere la corsa rosa che è passata da qualche mese nelle mani di Urbano Cairo, da quando l’editore torinese ha acquistato Rcs Media Group. L’accordo dovrebbe prevedere lo spostamento da RaiTre a RaiDue e la trasmissione integrale delle tappe: dal chilometro zero all’arrivo. Dalla prima all’ultima. Per il presidente Cairo questa potrebbe essere una grande vittoria e lo sarebbe soprattutto a livello economico, visto e considerato che è riuscito a rinnovare l’intesa con Rai strappando più del doppio di quanto la tivù di Stato garantiva nel precedente accordo a Rcs Sport. Va tutto bene, sono contento per Cairo e tutta la macchina organizzativa della corsa rosa, ma come forse ricorderete, su queste pagine l’argomento è già stato trattato: le dirette integrali (se saranno confermate) non ci piacciono neanche un po’. Sia ben chiaro, il tappone dolomitico ci può anche stare, ma da appassionato malato di ciclismo m’interessa poco seguire sin dal mattino frazioni di trasferimento adatte ai velocisti. Lo stesso vale per le cronometro. Mi si dirà: se non vuoi vederle fatti tuoi, tieni spento il tuo apparecchio e siamo tutti felici. Verissimo, ma temo per chi non ne avrà la forza e stordito dalla noia crollerà tramortito davanti alla tivù. Il ciclismo vive di sponsor, ma temo che per il nostro beneamato sport questo non sia un bello spot.

INTERVENTI DI STATO. In questo numero di tuttoBICI cerchiamo di tirare su la testa, diamo qualche numero per dimostrare che sarà anche vero - perché è vero - che non abbiamo più un team di World Tour, ma il ciclismo italiano, dai corridori al personale, è il più esportato al mondo. Siamo i numeri uno. Nessuno ha tanti corridori professionisti nella serie regina quanti noi italiani. Abbiamo tecnici, medici, allenatori, meccanici e massaggiatori in quasi tutti i team di World Tour. Insomma, siamo un’eccellenza. Detto questo, una considerazione sulla crisi di sponsor, che molti osservatori vogliono far passare solo come un segno distintivo molto italiano. Vi invito a pensare che ci sono sponsor e sponsor. Ci sono le aziende private e i capitali di Stato. Pecunia non olet, d’accordo, ma l’Uci dovrebbe tenerne conto e fare le sue appropriate valutazioni. Astana, Bahrain, Abu Dhabi e Katusha sono squadre nazione a tutti gli effetti. Fdj, Lotto olandese e Lotto belga hanno sponsor riconducibili direttamente ai loro Stati. La Orica e il Team Sky sono sponsor privati che però sono stati coinvolti direttamente dai loro Paesi, per incentivare e promuovere la pratica del ciclismo. La Federazione britannica, gestita allora da Brian Cookson, riuscì a dare il ‘la’ dalla pista fino alla strada, grazie proprio ai capitali messi a disposizione dalla tivù di Murdoch. Insomma, o direttamente o indirettamente, sono tutti interventi per così dire governativi. Questo per dire che cosa? Che l’Italia è davvero in grande difficoltà, ma gli altri non stanno meglio. Si salvano per vie traverse, grazie alla cosiddetta politica. Anche altrove si fa fatica a trovare una Segafredo o una Bora, una Movistar o una Quick Step: sono pochi gli sponsor “indipendenti”, di questo il governo mondiale della bicicletta dovrebbe prenderne atto, farsi qualche domanda e magari, se i suoi dirigenti ne hanno anche voglia, darsi qualche risposta.

Pier Augusto Stagi
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Il fenomeno dei furti limita il vostro desiderio di acquistare una bella bici? Male, oggi esistono diversi dispositivi per rendere sicura la sosta della vostra bici e oltre al classico catenaccio c’è Bike Tracker M.O.R.E. SAFE, il Bike Tracker compatibile...


Ogni ciclista lo sa: la differenza tra una gara al massimo delle possibilità e una giornata difficile in sella può dipendere da dettagli che spesso sfuggono alla nostra attenzione. Non si tratta solo di allenamento o strategia, ma anche di...


ACOL rappresenta il punto d'unione tra la storia del ciclismo e il futuro. Creata da Alex Colnago, nipote del leggendario Ernesto Colnago, e guidata dall'ingegneria coreana all'avanguardia, ACOL porta una nuova visione audace per il design di biciclette di alta qualità....


Wilier l'ha presentata come la bici giusta per vivere ogni avventura, il mezzo giusto per fissare nuove rotte nei luoghi che preferiamo e ovviamente con massima soddisfazione. Diciamolo subito, l’azienda ha creato uno strumento davvero potente. Adlar è la gravel, una...


Selle Italia acquisisce Vittoria Shoes, che da quasi cinquant’anni sviluppa e produce calzature da ciclismo, indossate dai grandi nomi del ciclismo, come Marco Pantani.Giuseppe Bigolin, Presidente Selle Italia: «Allarghiamo il nostro raggio d’azione, come già fatto nel 2016...


Oggigiorno diviene essenziale pensare alla propria incolumità quando si scende in strada a pedalare e l’esperienza ci insegna che le precauzioni non sono mai troppe. Detto questo, se è vero che occorre indossare un buon casco è altrettanto vero che...


Avete presente cosa accade quando saltano le borracce a causa del manto stradale sconnesso? Elite risolve questo problema con l’innovativo portaborraccia Pria Pavè, uno strumento appositamente creato per assicurare la corretta tenuta alle borracce su strade bianche e pavé.Solo 40...


Il marchio SIDI, della Sidi Sport, è stato inserito nel Registro dei Marchi Storici di interesse nazionale, un riconoscimento che attesta oltre cinquant’anni di dedizione e competenza nella produzione di articoli per il ciclismo e il motociclismo. Istituito dal Ministero...


Prima o poi capita ed è inutile pensare di schivarla. Un brutta foratura, una sella che balla, un manubrio che si gira… insomma, il classico contrattempo che trova ampia risoluzione nell’utilizzo di un pratico e completo utensile multifunzione…e sattamente come il...


In un ciclismo governato dalla ricerca delle massime prestazioni, oltre all’aerodinamica e al miglior rotolamento possibile anche l’efficienza meccanica della trasmissione deve essere tenuta in grande considerazione. Dagli specialisti di Finish Line arriva HALO® Umido, il nuovo super lubrificante per...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024