Editoriale
VIGORELLI&GHISALLO

Il Museo del Ghisallo che chiude e il Vigorelli che non riapre. Tutti pronti a spendere parole, pochissimi disposti a versare quattrini. Del Ghisallo ho sempre parlato poco volentieri per una pura e semplice questione di rispetto nei confronti di Fiorenzo Magni, che in questo progetto ha creduto come nessun altro, tanto da arrivare a versare di tasca propria cifre importanti fino a pochi giorni prima di lasciarci. Ora tocca agli eredi farvi fronte, ma non è né corretto né tantomeno giusto che siano loro a dover pagare il conto per tutti.
Ho sempre sostenuto, anche con il diretto interessato - il grande Fiorenzo - che la location del Museo in cima a Magreglio non fosse particolarmente felice, se non altro per la difficoltà di accesso. Apparentemente è vicino a Milano, ma le strade, sempre trafficatissime, rendono il viaggio tutt’altro che agevole. Lassù c’è la storica chiesetta del ciclista: piccolina, che raccoglie in maniera semplice oggetti semplici donati con gesti altrettanto semplici. Ma pensare che qualcuno, anche solo da Milano, possa mettersi in moto per andare lassù a vedere il Museo è pura utopia. Chi va su in bicicletta, scala il mitico Ghisallo e si guarda bene dal fermarsi sudato per fare una visita al museo. Ad andarci di proposito è una sparuta minoranza. Potreste dirmi: bravo, potevi anche dirlo prima. L’ho sempre detto, tanto è vero che a Fiorenzo il mio pensiero non è mai andato giù. Ed è per questo che, in seguito, ne ho sempre parlato pochissimo se non con l’amico fraterno Carmine Castellano.
Abito a Milano, zona città Studi, impiego meno tempo per andare a Torino che recarmi sul Ghisallo. Il luogo ideale per creare il Museo era e secondo me resta ancora oggi il Vigorelli. In una città come Milano avrebbe senso un bel museo del ciclismo, soprattutto custodito nella pancia del velodromo più famoso del mondo. Non ha senso, invece, rimettere nuovamente a disagio l’amministrazione comunale (l’assessore allo sport Chiara Bisconti e quella all’urbanistica Lucia De Cesaris) con la richiesta di spese folli per la ristrutturazione del magico anello e poi ritrovarsi come nell’autunno del 1998, quando l’allora assessore allo sport Paolo Vantelini e poi Sergio Scarpelli, grazie all’interessamento e alla generosità di Giorgio Squinzi e Adriana Spazzoli con la loro Mapei, decisero di ridare vita al leggendario catino milanese. Fu rimesso a nuovo e un minuto dopo gli stessi soloni che oggi sono lì che si stracciano le vesti e gridano allo scandalo perché il Comune vuole un Vigorelli polifunzionale senza la pista (esiste un vincolo della sovrintendenza sulla pista storica, che il comune vorrebbe sostituire con una pista smontabile in modo da consentire il coinvolgimento anche di altri sport. Ed è di qualche giorno fa la decisione del comune di impugnare il vincolo presso il Tar), erano pronti a dire: «Ma una pista di 400 metri oggi è anacronistica, non si può organizzare nulla…».
Mapei ringrazia, il Comune anche, e io sono dalla parte sia di Mapei che del Comune di Milano. Fino a quando non ci sarà qualcuno in grado di presentare un progetto con un vero piano di attività è bene stare alla larga. È giusto che il Comune stia alla larga dal ciclismo e da chi attualmente lo governa con superficialità e incompetenza.
Cosa vorrei? Intanto un Vigorelli coperto, con una pista da 250 metri e non di 400, e un responsabile designato dalla nostra Federciclismo in grado di garantire al Comune un’attività vera e di alto profilo. Faccio i nomi di Fabio Perego e Cordiano Dagnoni. Ma anche di Silvio Martinello. Gente che sa di cosa si parla. Vorrei un velodromo polifunzionale nel quale il ciclismo sia sport di riferimento, preso ad esempio e non additato per negligenza e inettitudine. Sogno un Vigorelli Arca di Noé del ciclismo, che salvaguardi la storia del nostro sport, custodendo al proprio interno il museo sognato e creato da quel grande uomo che è stato Fiorenzo Magni. Il Vigorelli non ha bisogno di amatori che sognano di fare i Coppi, ma semplicemente di amanti rispettosi della storia e delle tradizioni, che sappiano coniugare il passato almeno con il presente, se proprio non sono in grado di guardare al futuro.

Pier Augusto Stagi
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La notizia è di quelle importanti, non ci sono dubbi: l’app MyCampy 3.0 è stata premiata con il prestigioso riconoscimento Red Dot Award Brand&Communication Design 2024! Un premio importantissimo Il prestigioso riconoscimento, assegnato alla app sviluppata in collaborazione con la digital company...


Il fenomeno dei furti limita il vostro desiderio di acquistare una bella bici? Male, oggi esistono diversi dispositivi per rendere sicura la sosta della vostra bici e oltre al classico catenaccio c’è Bike Tracker M.O.R.E. SAFE, il Bike Tracker compatibile...


Ogni ciclista lo sa: la differenza tra una gara al massimo delle possibilità e una giornata difficile in sella può dipendere da dettagli che spesso sfuggono alla nostra attenzione. Non si tratta solo di allenamento o strategia, ma anche di...


ACOL rappresenta il punto d'unione tra la storia del ciclismo e il futuro. Creata da Alex Colnago, nipote del leggendario Ernesto Colnago, e guidata dall'ingegneria coreana all'avanguardia, ACOL porta una nuova visione audace per il design di biciclette di alta qualità....


Wilier l'ha presentata come la bici giusta per vivere ogni avventura, il mezzo giusto per fissare nuove rotte nei luoghi che preferiamo e ovviamente con massima soddisfazione. Diciamolo subito, l’azienda ha creato uno strumento davvero potente. Adlar è la gravel, una...


Selle Italia acquisisce Vittoria Shoes, che da quasi cinquant’anni sviluppa e produce calzature da ciclismo, indossate dai grandi nomi del ciclismo, come Marco Pantani.Giuseppe Bigolin, Presidente Selle Italia: «Allarghiamo il nostro raggio d’azione, come già fatto nel 2016...


Oggigiorno diviene essenziale pensare alla propria incolumità quando si scende in strada a pedalare e l’esperienza ci insegna che le precauzioni non sono mai troppe. Detto questo, se è vero che occorre indossare un buon casco è altrettanto vero che...


Avete presente cosa accade quando saltano le borracce a causa del manto stradale sconnesso? Elite risolve questo problema con l’innovativo portaborraccia Pria Pavè, uno strumento appositamente creato per assicurare la corretta tenuta alle borracce su strade bianche e pavé.Solo 40...


Il marchio SIDI, della Sidi Sport, è stato inserito nel Registro dei Marchi Storici di interesse nazionale, un riconoscimento che attesta oltre cinquant’anni di dedizione e competenza nella produzione di articoli per il ciclismo e il motociclismo. Istituito dal Ministero...


Prima o poi capita ed è inutile pensare di schivarla. Un brutta foratura, una sella che balla, un manubrio che si gira… insomma, il classico contrattempo che trova ampia risoluzione nell’utilizzo di un pratico e completo utensile multifunzione…e sattamente come il...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024