Scripta manent
Viagra, l'ultima frontiera

di Gian Paolo Porreca

Sono passati dieci anni, non solo dalla vittoria di Marco Pantani al Tour, ma anche dallo scandalo Festina, che di quel Tour, dal quale ci sembrarono per una cocente illusione espulsi i “cattivi” e Pantani l’angelo in­vocato dal Signore, rappresentò il contraltare.
E forse qualcosa di molto più im­portante, per il divenire tribolato degli anni successivi del ciclismo.
Sono passati dieci anni, e certamente si è articolata nell’ambiente
una consapevolezza diversa. Sia essa autocoscienza del problema, prima che non convinta autocritica; o si tratti solo di un cinismo sagace nello svolgere in maniera presentabile, se non plausibile, quella che è a tutti gli effetti una “professione”, e non una attività agonistica di taglio ludico. Con quanto di dovere, ed ancor più di diritto, con il ruolo soverchio degli avvocati, ad esso compete.

Ma ci sembra ancora tremen­damente lontano, di fronte alle contraddizioni espresse dalle parti in gioco - Organiz­za­zioni, Squadre, Corridori, Fede­razioni Nazionali, UCI, per ultima, et pour cause, perché non è sempre elegante sparare per principio al bersaglio gros­so - quel punto di arrivo ambito che è lo schierare al via di una corsa, sia un grande Giro o il circuito di Poillena, atleti dotati TUT­TI della stessa cre­dibilità. Tutti con la stessa griglia di controlli eseguiti, si chiamino passaporti o passe-partout, tutti avallati in base ad uno stesso criterio di giudizio, che sia etico e medico-biologico, o meglio ancora esito armonico dei due principi.

E’evidente che il bene del ciclismo, a meno che il CICLISMO non vada più che bene a tutti già così, ma questo sarebbe motivo di ben altra scrittura, esige questo tipo di trasparenza e il rispetto di siffatte unanimi regole di ingaggio.
Che ad un grande Giro, o al circuito di Pollena, TUTTI gli invitati dagli Organizzatori, o gli iscritti di diritto se in ambito UCI-Pro Tour, abbiano onorato gli stessi protocolli sanitari e rispettato le clausole sociali ed economiche che sono alle base di ogni ordinamento sportivo che si rispetti, questo è dovuto, nell’anno solare 2008. Perché sia, ripetiamo, CREDIBILE. E non espressione ennesima di un ciclismo a due, o più velocità, tarate in base a differenti griglie di obblighi, che possono di­ventare - alla verifica oggettiva del­la strada - da un lato un boomerang agonistico, dall’altro una in­debita scorciatoia per eclatanti vittorie.
Ed in questo contesto, a dieci anni dal­la tormenta Festina, e dalla ba­garre intorno all’Epo e agli ematocriti da sballo ad essa drammaticamente collegata, va sottolineata una ennesima frontiera della farmacologia applicata al ciclismo, sul versante doping.
Parliamo degli ultimi studi apparsi su riviste scientifiche internazionali della utilità dimostrata, per gli impegni atletici in alta quota, dal celebre Viagra.

In parallelo curioso al se­questro nell’auto di un direttore sportivo di squadre dilettantistiche, a bor­do della quale si trovava anche il padre di Andrea Moletta, il corridore italiano della Gerolsteiner, di una scorta invero pesante - 82 con­fe­zioni... - del Viagra stesso. Quel “benedetto” Viagra, il sildenafil della farmacologia, abitualmente utilizzato nella disfunzione erettile, come ben noto, tanto da essere assurto ad una sorta di irri­nun­ciabile presidio della prestazione, ad onta dell’implicito e ben noto di rischio di accidente cardio­va­scolare, per il sesso maschile di età avanzata e pretese maggiori.
Bene, il Viagra, secondo uno studio pubblicato da The Journal of Applied Physiology è in grado di determinare un significativo mi­glioramento, per i ciclisti, nell’attività sportiva svolta in altura. Un incremento della prestazione quan­tizzabile, secondo gli scienziati statunitensi, intorno al 15 % della performance: un bel bonus, da giocarsi sul Mortirolo o sull’Izoard... !

E sulla base di queste ac­quisizioni, la WADA ha iniziato una operazione di monitoraggio precauzionale sul Viagra stesso, sottolineando pe­raltro come attualmente esso non sia ancora stato inserito nella lista dei prodotti vietati, ad effetto dopante. Miracoloso, dunque, an­che al fuori della camera da letto, il Viagra si staglia in ogni modo - simbolicamente - come l’ultimo baluardo del doping mai vinto. E questo ci lascia paradossalmente soddisfatti, noi appassionati na­viganti di questo sport, per la naturale considerazione, stando alle affermazioni dei fisiologi statunitensi, che il nostro buon ciclismo, già alle prese con tanti problemi di credibilità, almeno il Viagra non lo utilizzerebbe per inattesi problemi di erezione.


Gian Paolo Porreca,
napoletano, docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Il fenomeno dei furti limita il vostro desiderio di acquistare una bella bici? Male, oggi esistono diversi dispositivi per rendere sicura la sosta della vostra bici e oltre al classico catenaccio c’è Bike Tracker M.O.R.E. SAFE, il Bike Tracker compatibile...


Ogni ciclista lo sa: la differenza tra una gara al massimo delle possibilità e una giornata difficile in sella può dipendere da dettagli che spesso sfuggono alla nostra attenzione. Non si tratta solo di allenamento o strategia, ma anche di...


ACOL rappresenta il punto d'unione tra la storia del ciclismo e il futuro. Creata da Alex Colnago, nipote del leggendario Ernesto Colnago, e guidata dall'ingegneria coreana all'avanguardia, ACOL porta una nuova visione audace per il design di biciclette di alta qualità....


Wilier l'ha presentata come la bici giusta per vivere ogni avventura, il mezzo giusto per fissare nuove rotte nei luoghi che preferiamo e ovviamente con massima soddisfazione. Diciamolo subito, l’azienda ha creato uno strumento davvero potente. Adlar è la gravel, una...


Selle Italia acquisisce Vittoria Shoes, che da quasi cinquant’anni sviluppa e produce calzature da ciclismo, indossate dai grandi nomi del ciclismo, come Marco Pantani.Giuseppe Bigolin, Presidente Selle Italia: «Allarghiamo il nostro raggio d’azione, come già fatto nel 2016...


Oggigiorno diviene essenziale pensare alla propria incolumità quando si scende in strada a pedalare e l’esperienza ci insegna che le precauzioni non sono mai troppe. Detto questo, se è vero che occorre indossare un buon casco è altrettanto vero che...


Avete presente cosa accade quando saltano le borracce a causa del manto stradale sconnesso? Elite risolve questo problema con l’innovativo portaborraccia Pria Pavè, uno strumento appositamente creato per assicurare la corretta tenuta alle borracce su strade bianche e pavé.Solo 40...


Il marchio SIDI, della Sidi Sport, è stato inserito nel Registro dei Marchi Storici di interesse nazionale, un riconoscimento che attesta oltre cinquant’anni di dedizione e competenza nella produzione di articoli per il ciclismo e il motociclismo. Istituito dal Ministero...


Prima o poi capita ed è inutile pensare di schivarla. Un brutta foratura, una sella che balla, un manubrio che si gira… insomma, il classico contrattempo che trova ampia risoluzione nell’utilizzo di un pratico e completo utensile multifunzione…e sattamente come il...


In un ciclismo governato dalla ricerca delle massime prestazioni, oltre all’aerodinamica e al miglior rotolamento possibile anche l’efficienza meccanica della trasmissione deve essere tenuta in grande considerazione. Dagli specialisti di Finish Line arriva HALO® Umido, il nuovo super lubrificante per...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024