di Pier Augusto Stagi
PARI OPPORTUNITA’ E DISPARITA’. Il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi un’indicazione l’aveva data e anche chiara: «Un vice presidente di genere diverso rispetto al presidente e un secondo vice under 35». Orientamenti, indicazioni di cui tener conto, ma che il mondo del ciclismo proprio non ce la fa a recepire. Niente, nel confabulare serrato di questi giorni in seno al laboratorio di pensiero che dovrebbe portare a breve alla nascita di una nuova Lega del ciclismo professionistico, pare non esserci posto e spazio per le donne vice presidenti. Forse perché sarà eletta una donna alla presidenza? Magari. Non mi risulta e me ne rallegrerei, ma non ne ho al momento contezza. Di contro, so di azioni per così dire “convincenti” e tutt’altro che garbate per definire su quali cavalli puntare e con quali regole. C’era l’idea di inserire alcune Continental, le più attrezzate e meritevoli di far parte del salotto buono del ciclismo e così non è stato. Stesso discorso per le ragazze, che oggi sono forse il biglietto da visita ciclistico più vendibile nel mondo: niente da fare neanche per loro. La vice-presidenza non sarà donna e le donne non faranno parte del prestigioso consesso della Lega perché sono ancora lì nel guado di una burocrazia che non le eleva a tutti gli effetti a professioniste.
La situazione è chiaramente “in fieri”, ma questo sembra essere. E se così sarà, spero che le ragazze abbiano perlomeno la forza e il coraggio di dirlo. Di denunciarlo a gran voce, anche se temo che questo non accadrà, perché dietro ci sono i cosiddetti poteri forti che condizionano a dismisura un ambiente vinto e soggiogato ad un potere costituito che di questa Lega non sa che farsene, ma che pensa che in ogni caso è meglio controllarla prima che si metta a fare qualcosa. Quindi, non c’è spazio per le donne, che nel mondo si fanno largo mentre da noi lo spazio lo trovano solo per chiudere vuoti alla bisogna quanto basta, un po’ come il sale. A parole si predica la parità, ma nel silenzio delle stanze si fa in modo che tutto sia dispari, meglio se tra soli uomini.
VENTI DI TUTTOBICIWEB. Torno a parlare di noi, dopo aver parlato un mese fa di me e di Marco Pantani. Parliamo di noi, di tuttoBICI nato nel maggio del 1995 e che un giorno cominciò a pensare seriamente ad un fratellino che di fatto è rimasto in incubatrice dal 2000 al 2003, nel senso che c’era già ma nessuno se lo filava, nessuno capiva cosa avremmo voluto fare e come. Nel 2004, vent’anni esatti in questo marzo di ricorrenza, cominciò a cubare qualche numero, a dare qualche segno della sua presenza. La linea dei numeri decimali cominciò ad innalzarsi con regolare forza, così per convenzione abbiamo deciso di stabilire la data di nascita proprio nel marzo del 2004. È in quel mese di quell’anno che tuttobiciweb comincia a dare segni di vita, dopo anni di encefalogramma piatto, più di morte che di vita apparente, qualcosa si muove. I sussulti diventano nel breve volgere di tempo scariche di energia. Nel 2007 l’esplosione, il riconoscimento concreto a tanti anni di lavoro. Sognavamo di diventare il sito di riferimento del ciclismo italiano, l’Ansa del ciclismo, fatto di notizie costanti, continue e verificate e possiamo dire che fin qui ce l’abbiamo fatta. Ma come per ogni buon ciclista, le corse finiscono dopo il traguardo e per noi il traguardo è ancora lontano. Abbiamo ancora voglia di pedalare al vostro fianco, da buoni amici: noi con voi, amici di bici.