Scripta manent
Un ciclismo di tutti gli italiani

di Gian Paolo Porreca

Abbiamo una immagine intensa, e personale, che non va via dalla mente, più ancora che non dall’anima, ad apertura della stagione agonistica 2005. Una sensazione da rendere però pubblica: e non certo a caso.
È il raduno sereno, atmosfera di grande civiltà, disponibilità estrema verso l’interlocutore, della Lampre-Caffita a Terracina, Hotel Fiordaliso, quello storico di Pantani, a buona memoria. E lì, tra Saronni e Martinelli, Vicino e Corti, Cunego e Simoni, ecco il doveroso incontro di lavoro con i tre ciclisti napoletani della squadra: Commesso, Figueras, Scotto d’Abusco. Due campioni dispersi, ed un virgulto acerbo. Ebbene lì l’intervista rituale a quei ragazzi del nostro Sud che puntualmente per accedere al ciclismo maggiore, e passare semmai professionisti, devono diventare pendolari e poi inevitabilmente accettare un nuovo habitat - via da casa -, d’improvviso acquistava un altro respiro, un’altra filosofia. O una chiave di lettura, se vogliamo, in più.

Ci colpiva infatti, come una folgorazione, il braccialetto giallo «Livestrong», l’icona di Lance Armstrong, devoluta nella lotta al cancro, al polso di Commesso.
Ci colpiva, anche perché in fondo vi eravamo impreparati, il rilevare che proprio Salvatore Commesso, un napoletano, uno vicino a noi una volta in più, uno tra l’altro che ha pagato il dolore discreto di un successo che declina, fosse l’unico degli atleti del team intero ad indossarlo.
«Ne ho acquistati una ventina, quando ho corso in Georgia in estate, e li ho regalati ad amici e parenti che condividevano le mie stesse idee». Già, le idee chiare di chi prima ancora di essere un ciclista professionista si riconosce parte attiva, pur nel suo infinitesimo atomo, di una umanità intera che ha bisogno di aiuto, e non per intenzioni platoniche, ma con fondi concreti, contro il cancro. Quel Commesso lì, a cui avevamo - forse con dubbio gusto - appena rimproverato un suo malinconico ritiro, in solitudine, nel Giro della Campania 2001.

E che ci sembrava per incanto ritornato, a pieno diritto, con quel braccialetto giallo testimone di una solidarietà imparziale, campione d’Italia. Un titolo meno effimero, fosse solo per la sensibilità dimostrata, di quello guadagnato nel ’99 e nel 2002.
E non solo, allora, per Commesso, naturalizzato lombardo. E non solo per Figueras, ormai di stanza in Romagna. O per Scotto d’Abusco, il ragazzino che deve tradire Ischia per la Toscana. Non solo per i tre campani della Lampre-Caffita, ma per i tanti altri atleti del Sud che danno corpo - e non solo colore - al movimento professionistico nazionale, chiediamo qui un impegno convinto e produttivo della nuova Federazione ad affrontare il problema del ciclismo maggiore nel Meridione. Anche in nome di D’Aniello e Rupa, Nibali e Marzoli, Cavaliere e Bucciero, D’Amore e Muto, Salomone e Ferrara, Marotti e Scamardella, Illiano e Giallorenzo.

Non il ciclismo minore, si badi bene, perché sul fronte del volontariato e dell’entusiasmo amatoriale siamo sempre in prima linea, per fortuna: no, quello «maggiore». Quello su strada che aveva il Giro di Sardegna ed il Giro di Puglia, il Giro di Campania e le classiche siciliane, e che vedeva la benedetta Tirreno-Adriatico nascere almeno al di sotto, e non al disopra, del Garigliano. Un ciclismo «maggiore» che oggi non è in grado, per incompetenza-disaffezione periferica o demerito centrale, di tessere un circuito di gare professionistiche, salvo uno stentato Giro della Provincia di Reggio Calabria! Ma è mai possibile che sia così irreversibile questo stato di malattia? Lontani da una geopolitica che non ci appartiene, speriamo vivamente che i prossimi vertici istituzionali riconoscano allora prioritaria tale istanza. In nome, quantomeno, del rispetto di un ciclismo nazionale dalla Federazione unica e dalle pari opportunità. Per l’appassionato e per l’atleta: i primi e forse gli unici a meritarlo.

Gian Paolo Porreca, napoletano,
docente universitario di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La notizia è di quelle importanti, non ci sono dubbi: l’app MyCampy 3.0 è stata premiata con il prestigioso riconoscimento Red Dot Award Brand&Communication Design 2024! Un premio importantissimo Il prestigioso riconoscimento, assegnato alla app sviluppata in collaborazione con la digital company...


Il fenomeno dei furti limita il vostro desiderio di acquistare una bella bici? Male, oggi esistono diversi dispositivi per rendere sicura la sosta della vostra bici e oltre al classico catenaccio c’è Bike Tracker M.O.R.E. SAFE, il Bike Tracker compatibile...


Ogni ciclista lo sa: la differenza tra una gara al massimo delle possibilità e una giornata difficile in sella può dipendere da dettagli che spesso sfuggono alla nostra attenzione. Non si tratta solo di allenamento o strategia, ma anche di...


ACOL rappresenta il punto d'unione tra la storia del ciclismo e il futuro. Creata da Alex Colnago, nipote del leggendario Ernesto Colnago, e guidata dall'ingegneria coreana all'avanguardia, ACOL porta una nuova visione audace per il design di biciclette di alta qualità....


Wilier l'ha presentata come la bici giusta per vivere ogni avventura, il mezzo giusto per fissare nuove rotte nei luoghi che preferiamo e ovviamente con massima soddisfazione. Diciamolo subito, l’azienda ha creato uno strumento davvero potente. Adlar è la gravel, una...


Selle Italia acquisisce Vittoria Shoes, che da quasi cinquant’anni sviluppa e produce calzature da ciclismo, indossate dai grandi nomi del ciclismo, come Marco Pantani.Giuseppe Bigolin, Presidente Selle Italia: «Allarghiamo il nostro raggio d’azione, come già fatto nel 2016...


Oggigiorno diviene essenziale pensare alla propria incolumità quando si scende in strada a pedalare e l’esperienza ci insegna che le precauzioni non sono mai troppe. Detto questo, se è vero che occorre indossare un buon casco è altrettanto vero che...


Avete presente cosa accade quando saltano le borracce a causa del manto stradale sconnesso? Elite risolve questo problema con l’innovativo portaborraccia Pria Pavè, uno strumento appositamente creato per assicurare la corretta tenuta alle borracce su strade bianche e pavé.Solo 40...


Il marchio SIDI, della Sidi Sport, è stato inserito nel Registro dei Marchi Storici di interesse nazionale, un riconoscimento che attesta oltre cinquant’anni di dedizione e competenza nella produzione di articoli per il ciclismo e il motociclismo. Istituito dal Ministero...


Prima o poi capita ed è inutile pensare di schivarla. Un brutta foratura, una sella che balla, un manubrio che si gira… insomma, il classico contrattempo che trova ampia risoluzione nell’utilizzo di un pratico e completo utensile multifunzione…e sattamente come il...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024