Scripta manent
Pantani, l'analisi e l'esempio

C’è in giro ancora molta voglia di Pantani. E non ci riferiamo solo alla fioritura - prevedibile, naturale - della produzione editoriale: talora valida, talora interessante. Con quanto di accessorio e superfluo, inevitabilmente, ne consegue. Vedi i Massaggiatori turbati, ci auguriamo non gli stessi protagonisti del lancio del corpo del reato dalla finestra ad un blitz al Giro, ed i Manager offesi, sull’orlo della querela.
Parliamo, invece, del concorso per la statua di Pantani a Cesenatico. E dell’intenso bozzetto vincitore, firmato da Emanuela Pierantozzi. E parliamo, meglio, in attesa di una fiction televisiva che non si nega a nessuno, di un Pantani e della sua parabola che ispira addirittura una tesi di laurea. Pantani, inteso ancora alla Lermontov: un eroe - non un Erode... - dei nostri tempi.

Ed il primo dogma è infatti lì, inossidabile, drastico, cubitale: «guai a chi mi tocca Pantani». Così Katia Canciello, da Orta di Atella, provincia di Caserta, una esile ragazza bruna dalla grande determinazione, dichiara a priori quella sua tenera fede che la ha portata ad essere la prima studentessa italiana a laurearsi con una tesi dedicata a Marco Pantani.
«Ho scelto la sua storia e la sua tragedia umana come parafrasi di quel rapporto tra lo sport e i miti odierni, così drammaticamente incrinato dal business e dal doping».
«Da Pantani in giù. Doping e gioventù», quasi fosse una iscrizione ad epigrafe, è infatti il lapidario titolo della tesi che Katia, iscritta alla Facoltà di Sociologia della Università Federico II di Napoli, sta rifinendo in questi giorni sotto la guida del professor Luigi Caramiello, docente di Arte e Letteratura e studioso attento dei fenomeni e delle distonie dell’attualità.
«Sono cresciuta in una casa ancora tappezzata delle foto e dei poster del Pirata, una casa che saltava in aria ogni volta che Marco se ne andava da solo in salita, con i miei due fratelli che hanno corso da dilettanti in Terra di Lavoro, e mi è parso così doveroso ed onesto dedicare proprio a Pantani una ricerca imperniata sul doping e sul suo impatto nella società giovanile di oggi».
«Sono anch’io Capricorno, come Marco, io del 12 gennaio ’80, lui era del 13 gennaio ’70, e riconosco in me lo stesso orgoglio, lo stesso amor proprio...».
«E dico che se Pantani sbagliò, come certo sbagliò, quella volta a Madonna di Campiglio, si è poi stati tutti, o in tanti almeno, colpevoli nel non averlo aiutato a risalire la china, a riconoscere l’errore, a ritrovarsi...».

Ma allora, Katia, cosa è mancato a Pantani, tanto da perdersi così irrimediabilmente? «Io dico, e non sembri né banale né di parte, che è venuta meno, al di là dei tanti cortigiani che gli hanno fatto solo claque, una presenza femminile forte al suo fianco, una donna che gli fosse vicina non per comodo, che gli volesse realmente bene, in modo costruttivo, in un modo coniugato al futuro: e non obbligatoriamente un amore, dico pure un’amica, una confidente vera».
«E, mi scusi, ma se così fan tutti, o facevan tutti nel ciclismo, è poi giusto che ci sia stato chi di un ematocrito alto e di quel che ne è conseguito in fondo ne sia morto - come Pantani - e chi, come quel Casagrande nel settembre scorso, appena licenziato dalla Lampre per lo stesso peccato di Marco abbia trovato il giorno dopo un’altra squadra pronta ad ingaggiarlo, come se nulla fosse accaduto, senza neanche una censura federale, ad esempio?».

E c’è infine, o al principio di tutto, dopo la scomparsa di Pantani - si e ci chiede Katia Canciello -, un prezzo moralmente “giusto” per il successo, nello sport-business dei nostri giorni ?
Senza pretendere, ovvio, una risposta esatta. E semmai rifugiandoci nella dolcezza di quella evocazione che non avrà fine - in lei ed in noi, sia pure solo nel ricordo o nella fantasia - di un Marco Pantani migliore.

Gian Paolo Porreca,
napoletano, docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
La notizia è di quelle importanti, non ci sono dubbi: l’app MyCampy 3.0 è stata premiata con il prestigioso riconoscimento Red Dot Award Brand&Communication Design 2024! Un premio importantissimo Il prestigioso riconoscimento, assegnato alla app sviluppata in collaborazione con la digital company...


Il fenomeno dei furti limita il vostro desiderio di acquistare una bella bici? Male, oggi esistono diversi dispositivi per rendere sicura la sosta della vostra bici e oltre al classico catenaccio c’è Bike Tracker M.O.R.E. SAFE, il Bike Tracker compatibile...


Ogni ciclista lo sa: la differenza tra una gara al massimo delle possibilità e una giornata difficile in sella può dipendere da dettagli che spesso sfuggono alla nostra attenzione. Non si tratta solo di allenamento o strategia, ma anche di...


ACOL rappresenta il punto d'unione tra la storia del ciclismo e il futuro. Creata da Alex Colnago, nipote del leggendario Ernesto Colnago, e guidata dall'ingegneria coreana all'avanguardia, ACOL porta una nuova visione audace per il design di biciclette di alta qualità....


Wilier l'ha presentata come la bici giusta per vivere ogni avventura, il mezzo giusto per fissare nuove rotte nei luoghi che preferiamo e ovviamente con massima soddisfazione. Diciamolo subito, l’azienda ha creato uno strumento davvero potente. Adlar è la gravel, una...


Selle Italia acquisisce Vittoria Shoes, che da quasi cinquant’anni sviluppa e produce calzature da ciclismo, indossate dai grandi nomi del ciclismo, come Marco Pantani.Giuseppe Bigolin, Presidente Selle Italia: «Allarghiamo il nostro raggio d’azione, come già fatto nel 2016...


Oggigiorno diviene essenziale pensare alla propria incolumità quando si scende in strada a pedalare e l’esperienza ci insegna che le precauzioni non sono mai troppe. Detto questo, se è vero che occorre indossare un buon casco è altrettanto vero che...


Avete presente cosa accade quando saltano le borracce a causa del manto stradale sconnesso? Elite risolve questo problema con l’innovativo portaborraccia Pria Pavè, uno strumento appositamente creato per assicurare la corretta tenuta alle borracce su strade bianche e pavé.Solo 40...


Il marchio SIDI, della Sidi Sport, è stato inserito nel Registro dei Marchi Storici di interesse nazionale, un riconoscimento che attesta oltre cinquant’anni di dedizione e competenza nella produzione di articoli per il ciclismo e il motociclismo. Istituito dal Ministero...


Prima o poi capita ed è inutile pensare di schivarla. Un brutta foratura, una sella che balla, un manubrio che si gira… insomma, il classico contrattempo che trova ampia risoluzione nell’utilizzo di un pratico e completo utensile multifunzione…e sattamente come il...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024