Editoriale

di Pier Augusto Stagi

PEDONI & BICICLETTE. Mi sta da sempre a cuore l’aspetto della sicurezza che da emergenza ora è assoluta­men­te priorità. È chiaro che è necessario regolamentare la circolazione delle biciclette e, come ha recentemente sottolineato il senatore bolzanino Andrea de Bertoldi presentando un disegno di legge che modifica il decreto legislativo 1992, n. 285 in materia di circolazione dei velocipedi, vanno educati anche i loro conducenti, «troppo spesso protagonisti di atteggiamenti irrispettosi della legge in tema di circolazione stradale».
Il disegno di legge prevede l’introduzione di un contrassegno ad hoc da apporre sul telaio, da applicare sui lati o posteriormente, oltre a una targa posteriore contenente i dati d’immatricolazione. Diventa obbligatorio indossare il casco protettivo durante la circolazione delle biciclette e c’è l’espresso divieto, all’interno dei centri abitati, della loro circolazione in senso contrario a quello di marcia degli altri veicoli. Oltre a questo scatta anche l’obbligo dell’assicurazione di responsabilità civile.
La diffusione di bici elettriche, inoltre, richiede «una normativa più severa e stringente che disciplini il fenomeno, mentre l’introduzione della responsabilità civile consentirà di ridurre il peso sui cittadini a causa dei furti e dei sinistri causati proprio dalle stesse biciclette, tutelando al contempo gli interessi dei pedoni e dei ciclisti», sostiene sempre il senatore. Mi sembra una linea di buonsenso e di convivenza civile, nel rispetto di tutti: anche dei pedoni, che di questi tempi non fanno più notizia.

ADOTTIAMO I NOSTRI FIGLI. Ne parlo spesso, e ne ho parlato di recente con Ivan Gotti, che qualche giorno fa ha tagliato il traguardo delle cinquanta primavere (a proposito, auguri!). Il vincitore di due Giri d’Italia oggi si occupa d’altro. Da più di tre lustri gira per le strade della Bergamasca per la Ferrero, e il ciclismo per l’ex scalatore di San Pellegrino è ormai solo uno sbiadito ricordo. Nonostante tutto, per quello che vede e sente, ritiene che oggi il ciclismo sia cresciuto e anche di molto: più mondializzato e molto più professionale. Ma di contro, vede sempre meno ragazzi sulle strade. Ritiene – come del resto il sottoscritto – che oggi stiamo vivendo il ciclismo dell’io a discapito del noi. Dei nostri figli, degli amici dei nostri figli. Degli amici degli amici dei nostri figli. I papà e le mamme vanno sempre di più in bicicletta, fanno le loro gare di triathlon, le gran fondo e corse di vario genere, ma non pensano minimamente di portare a correre i loro ragazzi e men che meno quelli degli altri. Non c’è più disponibilità a darsi, ma solo a prendersi del tempo per se stessi, come se occuparsi degli altri non sia qualcosa che riempia ugualmente i nostri cuori. Lo so, questi ragionamenti fatti con Ivan e con lui condivisi, sanno tanto di oratorio e di tempi andati in soffitta. Oggi viviamo nei loft, dove è difficile anche incontrarsi. Forse molti genitori dovrebbero provare ad adottare i loro figli.

MI SBAGLIERO’. Un grido di allarme, che tuttoBICI e tuttobiciweb hanno già lanciato più volte. Adesso arriva anche quello dell’Androni Giocattoli Sidermec, nella persona del suo team manager Gianni Savio, il quale ha chiesto all’AIGCP - l’Associazione internazionale dei gruppi sportivi -, la salvaguardia delle squadre Professional in vista della nuova riforma del ciclismo che vedrà l’attuazione il prossimo anno.
Savio, con fermezza, nel suo intervento ha espresso la necessità di considerare meglio la posizione delle squadre Professional, pur naturalmente nel rispetto delle gerarchie e dei team World Tour, a fronte di quanto previsto dalle nuove annunciate disposizioni in termini di regolamenti. Si va quindi verso un allargamento di World Tour (20 squadre), e solo due “wild card” per i Grandi Giri, oltre alla creazione di un circuito di seconda fascia ancora non ben definito e l’obbligo di allargare per le squadre Professional i loro “roster”. Insomma, i team di World Tour potrebbero ridurre i propri organici (e quindi ridurre i propri costi); i team Professional li dovrebbero allargare (aumento di costi per una terza attività). I numeri in eccesso del World Tour finirebbero nella serie inferiore. Savio chiede alla AIGCP più tutela. Io temo che l’abbia chiesta alle persone sbagliate. Mi sbaglierò.

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