Marco Aurelio Fontana ieri è stato tra i protagonisti della serata inaugurale del Milano Montagna Festival alla Fabbrica del Vapore. Tre giorni per vivere e raccontare la cultura della montagna e presentare le attrezzature e le tecnologie 2016/17 in cui tra film in anteprima, esposizioni, mostre, incontri, laboratori, parete di arrampicata, pumptrack bike/skate si è ritagliato un ruolo importante anche il ciclismo rappresentato dal biker della Cannondale Factory Racing, bronzo olimpico a Londra 2012.
Intervistato da Daniele Milano e solleticato dalle curiosità del pubblico presente il Prorider ha tirato le somme della sua stagione, culminata nella sfortunata prova di Rio 2016. «La delusione ormai me la sono messa alle spalle, mi resta il rammarico di non essermela potuta giocare avendo una gamba super. La condizione finalmente era al top e una medaglia era alla mia portata, purtroppo una foratura ha mandato tutto all'aria. Ho seguito la linea di Sagan e abbiamo forato entrambi. Se avessi tirato a tutta il primo giro, sarei rimasto da solo con Nino Schurter, che poi ha vinto l’oro. Però a fine discesa mi sono rialzato e l’ho osservato perché, se le prendi per tutta la stagione, alle Olimpiadi è forse meglio decidere di studiare l’avversario piuttosto che andare a tutto gas e vedere poi come andrà a finire. Peter si è dimostrato un signore chiedendomi scusa a fine gara, ma lui non ha colpe. Sono semplicemente stato sfortunato nella giornata che aspettavo e sognavo da anni».
Ora per il 31enne cresciuto a Cesano Maderno (MB) e ora residente a Castell'Arquato (PC) è tempo di pensare al futuro. «Lo sto definendo con il mio staff proprio in questi giorni. Dopo una breve vacanza all'Isola d'Elba con mia moglie Elisabetta e i piccoli Emiliano e Gregorio, ho già parecchi nuovi progetti che bollono in pentola. Dopo uno stacco, riprenderò gli allenamenti veri e propri a novembre. Durante il periodo invernale dovrei correre qualche gara di ciclocross per poi cominciare con la Coppa del mondo di XC a maggio. Nel 2017 non voglio sbagliare nulla e cancellare la delusione olimpica vincendo una gara importante. Tra intoppi fisici e sfortuna ho già perso troppe occasioni. Devo ripartire dalle buone sensazioni avvertite in Brasile per un quadrienno ricco di obiettivi e aspettative, mie in primis. Mi piace pensare che se dovessi gareggiare a Tokyo 2020, avrei concluso il giro del mondo dopo Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016. C’è chi ci mette ottanta giorni e chi dodici anni...».
Il festival dedicato ai più importanti protagonisti degli sport di montagna è nato nel 2014 da un'idea dell'Associazione culturale Mountain in the City attiva nella promozione e valutazione delle attrezzature per lo sci, e di Misiad, Associazione culturale milanese di promozione di design, è realizzato in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano e con il patrocinio di EXPO 2015, della Regione Lombardia, del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo, prosegue oggi e domani alla Fabbrica del Vapore in via Procaccini 4 con un ricco programma.
Giulia De Maio