Il Presidente Di Rocco in una lettera inviata alla Consulta ed ai Presidenti degli Enti annuncia che la FCI non aderisce più alla Consulta e pertanto non parteciperà alla riunione del 2 febbraio a Bologna.
Il nuovo regolamento degli Enti di Promozione approvato dal Consiglio Nazionale del CONI ed entrato in vigore il 1 gennaio 2015, stabilisce che gli Enti di Promozione, svolgono le loro funzioni nel rispetto dei principi delle regole e delle competenze delle Federazioni Sportive Nazionali.
In particolare, l’art. 2 dello stesso Regolamento recita che gli Enti di Promozione promuovono ed organizzano attività agonistiche di prestazione, connesse al proprio fine istituzionale, nel rispetto di quanto sancito dai Regolamenti tecnici delle Federazioni Sportive Nazionali o delle Discipline Sportive Associate, ai quali dovranno fare esclusivo riferimento, unitamente ai propri affiliati, per il miglior raggiungimento delle specifiche finalità previa stipula di apposite Convenzioni conformi al fac-simile emanato dal CONI.
In questo quadro, la Federciclismo evidenzia che, nelle Norme Attuative per l’Attività Amatoriale 2015, in quanto attività agonistica di prestazione, è consentito il tesseramento soltanto per la FCI e che è vietato il tesseramento multiplo per la FCI e per uno o più Enti di Promozione Sportiva o per una Federazione Estera.
Non risulta a tutt’oggi che tale disposizione regolamentare, indispensabile a contrastare comportamenti irregolari ed illeciti anche sul piano etico, oltre ad una illogica confusione che la FCI ha voluto eliminare, sia stata applicata dagli Enti di Promozione rappresentati in Consulta.
Tale norma è in armonia ai principi, regole e competenze della FCI, a cui gli Enti di Promozione sono tenuti ad uniformarsi.
Viene sottolineato inoltre che l’Unione Ciclistica Internazionale ha sancito l’esclusiva competenza della FCI, in quanto Federazione Sportiva Nazionale ad essa affiliata, a normare ed organizzare l’attività amatoriale agonistica.
Si ricorda che ciò è stato già applicato in manifestazioni internazionali di rilievo (la finale UCWT di Lubiana 2014) nelle quali il comportamento irresponsabile di molti tesserati degli Enti di Promozione italiani ha procurato gravi disfunzioni organizzative ed un danno d’immagine per il movimento ciclistico amatoriale italiano, fino alla decisione dell’UCI di squalificarli dalla competizione.