A 22 chilometri dal traguardo, in salita, Mathieu van der Poel ha sferrato il suo attacco decisivo e ha conquistato il suo primo Mondiale su strada a Glasgow. Dopo una corsa nervosa, dove gli attacchi sono stati continui e la selezione è stata fatta ad ogni giro del circuito, l’olandese ha lasciato il gruppetto in cui c’erano Van Aert, Pogacar, Pedersen e Bettiol e ha iniziato la sua lunga corsa solitaria verso il traguardo.
«Sapevo che quello era il tratto più duro. Prima avevamo affrontato una discesa e poi quella salita – ha detto van der Poel dopo il traguardo - Mi sentivo molto forte e ho visto che gli altri erano al limite. Non mi aspettavo di trovare subito un passaggio buono e nessuno mi ha seguito. Questo mi ha dato la possibilità di arrivare fino al traguardo con molto vantaggio».
Van der Poel ha tagliato il traguardo da solo con un distacco di 1’37” su Van Aert e 1’45” su Pogacar. L’olandese è anche caduto e, nonostante le escoriazioni e uno scarpino rotto, è riuscito a recuperare e ad arrivare con un vantaggio importante sul traguardo di Glasgow.
«Per un momento ho pensato di aver buttato via tutto. Non era una cosa stupida da pensare in quel momento, anche se tuttavia non correvo rischi. All’improvviso mi sono ritrovato a terra ed ero furioso con me stesso. Ho cercato di correre senza prendere altri rischi perchè era molto scivoloso a terra. Vincere in questo modo in un certo senso ha migliorato la situazione. Se questa caduta mi avesse fatto perdere il titolo mondiale, penso che non avrei dormito per giorni».
Tra gli applausi, l’urlo liberatorio di Van der Poel non è passato inosservato, perché era da tempo che si stava preparando per questo obiettivo.
«Questa vittoria significa tutto per me. Era uno dei più grandi obiettivi della mia carriera. Vincere oggi è fantastico. Questa maglia in qualche modo completa la mia carriera. Questa è la mia più grande vittoria e non riesco a immaginare come sarà indossare la maglia iridata in gara».