Si chiama “Operatie roze trui”, ovvero operazione maglia rosa, il piano strategico messo in atto da Remco Evenepoel e dalla sua Soudal-Quick Step, per arrivare a Roma con la maglia rosa di vincitore del Giro d’Italia.
Se da una parte è vero che ieri a Lago Laceno la Soudal-Quick Step si è fatta vedere poco intorno al proprio capitano, va detto che Remco Evenepoel aveva calcolato tutto nei minimi dettagli. Il campione del mondo già sabato sera, al termine della cronometro di Ortona, aveva detto che la quarta tappa sarebbe stata perfetta per cedere la maglia rosa. Una scelta ragionata e ben ponderata, che ha visto Evenepoel consegnare il simbolo della corsa nelle mani del norvegese Andreas Leknessund.«
Questa è la tappa per perdere la maglia – aveva detto Remco alla vigilia della quarta tappa - Dobbiamo assicurarci che ci sia la giusta fuga, quella che possiamo controllare, in cui non sono presenti uomini di classifica. Se questo non dovesse accadere allora difenderemo la maglia».
Il belga profetico sapeva come muoversi e sapeva anche che Colle Molella, sarebbe stato il banco di prova per decidere come procedere. Ma qual è adesso la strategia del fiammingo? Molto semplice: recuperare energie e fiato per affrontare le prossime tappe.
Indossare la maglia rosa è anche fonte di stress, si riposa di meno perché gli impegni sono tanti e la sera si va a letto sempre molto tardi. Il campione del mondo adesso ha indossato di nuovo la sua maglia iridata e l’appuntamento con la maglia rosa è solo rimandato. Remco è corridore strategicamente perspicace e tatticamente astuto, che ha giustificato la sua squadra, dicendo che non tutti reagiscono nello stesso modo.
«Non mi dispiace di aver perso la maglia. Sono a una ventina di secondi dal primo e sono al secondo posto della classifica generale. E' comunque una buona posizione. L'intenzione era quella di dare la maglia, con un occhio a ciò che potrebbe accadere domani e dopodomani. Le sensazioni sono state molto buone. Quella di ieri stata una tappa molto difficile ma è andata bene».