Camicia bianca e jeans, Nairo Quintana sale sul palco della conferenza stampa convocata a Bogotà, aggiusta il microfono e legge una lettera: «Un vero ciclista non si arrende di fronte alle avversità.Lo dico agli appassionati, a chi ama il ciclismo e ai giornalisti: la vita di un ciclista - non importa che si tratti di un leader o di un gregario, del membro di un team WorldTour o di una umile formazione Professional - ti forma per essere un lottatore. Abbiamo dedicato la nostra esistenza per lottare davanti alle avversità».
E poi la notizia che smentisce tutte le illazioni che eravano arrivate proprio dalla Colombia negli ultimi giorni: «Mi sento in forma per continuare la mia carriera, nosotante tutto quello che è successo negli ultimi mesi: io non mi arrendo e continuo a guardare avanti. Continuerò a lottare per continuare il mio percorso nel ciclismo finché il mio corpo e la mia mente resisteranno. Sono un corridore onesto e lo sono sempre stato. In più di dieci anni di carriera non ho mai avuto alcun problema. Voglio rappresentare il mio Paese nelle migliori gare del mondo, quindi voglio continuare a correre in Europa».
Il colombiano, che è rimasto senza squadra dopo l'addio alla Arkea Samsic - figlio della squalifica dal Tour de France che ha colpito Nairo per assunzione di Tramadol, per la quel il corridore si è sempre proclamato innocente - ha confermato che approderà in Europa nella seonda metà di febbraio per continuare a pedalare ad alto livello.
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