Il ciclocross non è più solo una questione europea e, dopo il Mondiale dello scorso anno a Fayetteville negli Stati Uniti, presto potremmo vedere una tappa di Coppa del Mondo o addirittura una prova iridata in Africa o Sud America. A dichiararlo è stato il CEO di Flanders Classics, Tomas Van Den Spiegel, che ha ammesso la possibilità concreta da parte di alcune nazioni oltre oceano di ospitare un Mondiale di ciclocross.
Forse già nel 2024 potrebbe esserci una gara di ciclocross sulla sabbia del deserto oppure sulle montagne colombiane, ma prima bisogna creare un progetto capace di aumentare il numero di praticanti di questo sport nei Paesi ospitanti. Il ciclocross senza ombra di dubbio si sta globalizzando e a voler organizzare gare importanti sono arrivate nazioni che storicamente non hanno mai avuto risultati importanti in questa disciplina.
Prima di arrivare a un Mondiale in Africa o Sudamerica potrebbero esserci delle gare minori e poi delle tappe di Coppa del Mondo, che serviranno per aumentare il numero di appassionati. Tomas Van Den Spiegel in una recente intervista alla stampa belga ha voluto anche sottolineare che un Mondiale di ciclocross non verrà mai organizzato insieme ad un Mondiale di Gravel, perché sono discipline troppo diverse anche se apparentemente potrebbero sembrare simili.
Per Van Den Spiegel ad esempio, un corridore su strada può partecipare facilmente a una gara di gravel, ma ben diverso è se invece mettiamo uno stradista puro a correre nel ciclocross. Le curve sono diverse e anche il terreno deve essere affrontato con la giusta esperienza.
Il ciclocross ha risentito più di altri sport la mancanza di pubblico legata al Covid. Molte corse sono state sospese perché gli organizzatori non riuscivano a far fronte alle spese e, nonostante si sia tornati alla normalità, alcune società hanno deciso di abbandonare questo sport. Per avere una corsa di successo servono soldi per gli ingaggi dei corridori, che arrivano quando il pubblico decide di comprare un biglietto per una gara in cui sono garantiti dei campioni.
Van Aert e Mathieu van der Poel hanno fatto impazzire il pubblico di tutto il mondo con le loro lotte sulla terra fangosa, ma adesso la loro presenza nel ciclocross è decisamente scesa a vantaggio dell’attività su strada. Van de Spiegel non è molto preoccupato per questo e, numeri alla mano, ha visto che la presenza di pubblico nelle prime gare della stagione è in aumento rispetto allo scorso anno. Gli ingaggi per i corridori stanno aumentando e questo garantirà la presenza di uomini importanti nella maggior parte delle corse.
Tornando al ciclocross nei Paesi emergenti, il Ceo di Flanders Classics ha voluto ricordare che il cuore del ciclocross rimarrà sempre nelle Fiandre ma che bisogna guardare anche lontano, verso opportunità future. Per osputare i Mondiali e una tappa di Coppa del Mondo si stanno facendo avanti anche i Paesi anglosassoni, con Londra che in futuro vorrebbe organizzare una prova iridata. E a Dublino già quest’anno ci sarà la prima storica tappa di Coppa del Mondo in un Paese anglosassone.
Gravel e ciclocross stanno crescendo e ci sono regioni del Nord Europa e degli Stati Uniti in cui hanno addirittura superato la mountain bike in fatto di numeri. Questo aumento nasce dal fatto che molti genitori si sentono più sicuri a far pedalare i propri figli su dei circuiti chiusi.
Anche in Italia l'interesse sta crescendo e il 17 dicembre in Val di Sole in Trentino ci sarà una nuova tappa di Coppa del Mondo. Il Belpaese però guarda lontano e già si parla di Mondiale: dovremo aspettare qualche anno, perché dopo l’edizione del 2023 nei Paesi Bassi, nel 2024 sarà Tabor nella Repubblica Ceca a organizzare la prova iridata, mentre in Francia potremo vedere le prove del 2025. L’Italia pertanto potrebbe proporsi a partire dal 2026 e ancora una volta sembra che proprio il Trentino possa essere la sede di un Mondiale il cui spettacolo potrebbe essere aumentato grazie a un percorso innevato.