Gli Stati Uniti hanno comunicato due settimane fa i convocati per i Mondiali di Wollongong: Lawson Craddock e Magnus Sheffield (che fanno anche la crono), Brandon McNulty, Neilson Powless... e Kyle Murphy, che corre per una Professional, la Human Powered Health. Assente dunque Quinn Simmons, il barbuto scalatore 21enne della Trek Segafredo che a inizio stagione si è messo in mostra soprattutto in Italia, con un 7° posto alla Strade Bianche e la maglia degli scalatori alla Tirreno-Adriatico, andando poi a confermarsi a giugno conquistando la classifica dei GPM pure al Tour de Suisse.
Ottime performance che però Simmons ha pagato successivamente, come ha spiegato il diretto interessato a CyclingNews dopo l'ottavo posto alla Maryland Classic: «A un certo punto devi capire quando sei arrivato al colmo della fatica e io sto risentendo delle energie sia mentali che fisiche spese al Tour de France, dove sono andato più volte in fuga e dopo il quale non sono riuscito a pedalare bene. Ho comunicato dunque a Jim Miller (direttore tecnico della Nazionale USA, ndr) di non avere lo smalto giusto per dare il massimo in Australia: avrei occupato uno slot senza poter correre come si deve. Finirò il 2022 con le classiche canadesi e belghe, mentre nel 2023 punto a fare ancora Strade Bianche e Tour de France: avverto di avere "un'opera da finire" in queste due corse. Dopodiché mi impegnerò con la squadra per gestire meglio il calendaro per riuscire a esserci ad agosto a Glasgow. C'è anche da dire che quest'anno c'era la spada di Damocle dei punti UCI per scongiurare ogni rischio in chiave ranking World Tour, quindi la parte finale di questa stagione è particolare un po' per tutti.»