Gli appassionati di ciclismo si sono divisi tra sostenitori e critici dei 137 chilometri in fuga di Wout Van Aert nella 6^ tappa del Tour de France 2022 corsa ieri sulle Ardenne. Una grande avventura che ha infiammato i cuori, non certo abituati a vedere la maglia gialla animare in maniera così generosa l'azione, ma ha anche causato al belga della Jumbo Visma parecchie critiche: a che pro, da leader della generale, prodursi in uno sforzo tale da essere inevitabilmente raggiunto e staccato, uscendo definitivamente di classifica?
Senza voler argomentare in maniera moralistica, con l'esaltazione della grande fuga "perché fa bene al ciclismo", ma rimanendo proprio sul piano della fredda razionalità, Van Aert ieri ha fatto bene a prendere questa iniziativa. Come si può affermare un concetto del genere se ha straperso la maglia gialla? Semplice: basta ricordarci qual è il suo grande obiettivo a questa Grande Boucle!
Sapendo di non poter competere per la vittoria finale come invece erano designati a fare i compagni Primoz Roglic e Jonas Vingegaard (ora solo quest'ultimo, date le plurime difficoltà dello sloveno in questa prima settimana) Wout Van Aert è venuto al Tour per portare a casa la maglia verde. Andiamo allora ad analizzare l'apposita graduatoria prima e dopo la frazione di ieri...
Van Aert dopo Arenberg conduceva di 52 punti su Fabio Jakobsen e di quasi 100 su Peter Sagan e Jasper Philipsen. Ieri, tagliando per primo lo sprint intermedio di Carignan nella fuga a tre con Simmons e Fuglsang, ne ha guadagnati 9 sul principale rivale: ora ha 61 lunghezze su Jakobsen e oltre 100 su Sagan e Philipsen.
Certo, se avesse tenuto una condotta più prudente magari avrebbe fatto un po' meno punti al traguardo volante ma ne avrebbe accumulati ben di più a quello finale di Longwy, e ora il suo primato nella speciale classifica sarebbe ancora più netto. Ma di una cosa abbiamo fiducia: che lui sia consapevole della propria gamba, messa ampiamente in mostra già in Normandia martedì, e quindi delle possibilità di gestire un simile vantaggio.
In altre parole: Van Aert sembra quasi aver scommesso che col gap attuale sui diretti avversari la maglia verde a Parigi riuscirà a portarla. E che dunque un attacco epico come questo valga bene una ventina di punti in meno in saccoccia. Abbiamo davanti 15 giornate di Grande Boucle per scoprirlo.
Copyright © TBW