Regolarità, costanza, determinazione. Alex Tolio ha basato la sua scalata al professionismo su questi tre fondamenti e tra qualche settimana, al Tour of Antalya e le classiche turche che lo precedono, comincerà ufficialmente la sua avventura nel mondo dei grandi con la maglia della Bardiani-CSF-Faizanè.
Vive a Crespano del Grappa, in provincia di Treviso, ma è nato a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, quindi si può dire sia mezzo trevigiano e mezzo vicentino: «Anche se vivo nel trevigiano da sempre, mi sento un po' più vicentino, perché sono molte di più le volte in cui mi sposto verso Bassano e Marostica, sia negli allenamenti che nella vita privata. Ho iniziato ad andare in bicicletta che avevo 7 anni, solo per gioco, non avrei mai creduto di andare avanti così tanto, e ancor meno che sarebbe diventato il mio lavoro, sperando possa rimanerlo ancora per molto tempo» racconta Tolio a tuttobiciweb.
Il suo primo e ultimo anno da U23 li ha vissuti alla Zalf Euromobil Fior, inframezzati da una parentesi di un anno alla Casillo-Petroli Firenze-Hopplà, ma è stato proprio il 2021 ad innalzarlo ad alti livelli, con due vittorie di prestigio come la Piccola Sanremo e la Strade Bianche di Romagna. «Il professionismo era l'obiettivo, lo sentivo vicino e sono contento che con pazienza e lavoro ci sono arrivato - spiega il classe 2000 -. Tra gli U23 ho sentito anno dopo anno una crescita graduale, sia fisica che mentale, e credo di passare nel momento giusto, né troppo presto né troppo tardi. Non ho mai fatto il passo più lungo della gamba e spero di poter continuare così anche tra i professionisti. Non ho vinto tantissimo, ma quest'anno i successi sono arrivati nelle corse giuste al momento giusto. La vittoria alla Strade Bianche di Romagna è stata memorabile, sia perché all'arrivo ero esausto dopo una gara estenuante, sia per la soddisfazione e l'orgoglio di essere riuscito a portare a casa una corsa così bella».
Tolio è un corridore che ama le corse dure, siano essere gare di un giorno o corse a tappe. Anche al Giro d’Italia U23 ha dimostrato di avere un motore non indifferente, terminando 11° a un solo secondo di distanza dalla Top 10. «Le soddisfazioni più grandi quest’anno le ho ottenute nelle corse di un giorno, ma al Giro U23 ho dimostrato di poter dire la mia anche nelle corse a tappe – continua Alex, che facendo parte del progetto giovani della Bardiani alternerà l’attività professionistica a quella dilettantistica -. La Top 10 mi è sfuggita per alcuni dettagli, qualche disattenzione e inesperienza, anche se i primi 5 avevano un altro passo in salita e seguirli era quasi impossibile. Da under e junior ho sempre vinto arrivando da solo, in una volata ristretta non arrivo ultimo ma quasi sicuramente nemmeno primo, ed è anche per questo che magari non ho vinto moltissimo».
Sul finale di stagione si è ben disimpegnato anche tra i professionisti: «Grazie alla Zalf abbiamo avuto modo di testarci coi professionisti e, soprattutto nella parte finale dell'anno con Giro di Sicilia, Giro del Veneto e Veneto Classic, mi sono reso conto di non essere così lontano dai livelli richiesti a un buon professionista. Ovviamente dovrò fare un ulteriore step se vorrò emergere, ma poter constatare che il mondo dei sogni non è più così un sogno mi dà molta fiducia».
Grande appassionato di sci alpino – quando può va a San Martino di Castrozza – e di automobilismo, in particolare di rally come suo papà, ha un grande modello di riferimento che il prossimo anno incontrerà anche in gruppo: «Il mio idolo è sempre stato Vincenzo Nibali, quando da bambino uscivo in bicicletta pensavo sempre alle sue azioni e quando l'ho visto vincere ad Asolo, la prima volta che vedevo una corsa dal vivo, ho deciso di prenderlo come modello assoluto. L'anno scorso al Giro di Sicilia è stato emozionante pedalargli a fianco, non gli ho chiesto niente perché sono riservato e non mi piace disturbare, ma magari quest'anno se ce ne sarà l'occasione due chiacchiere le faccio volentieri. La corsa dei sogni? Dopo aver vinto la Strade Bianche di Romagna sogno di fare bene nella mitica Strade Bianche di Siena. Però mi piacerebbe provare a fare qualcosa di buono anche al Giro d'Italia o magari in una corsa a tappe di una settimana come la Tirreno-Adriatico».
Intanto, per questo primo anno, si accontenterà di accumulare esperienza e, perché no, provare ad emergere nelle gare U23, come il Giro Giovani che nel 2021 lo aveva visto tra i migliori italiani: «Non mi pongo obiettivi particolari per questo 2022, se non dimostrare a me stesso e a chi ha puntato su di me che la scelta è stata azzeccata e valgo il professionismo».