Tappa assai impegnativa, l’ultima con le montagne – e che montagne – concentrate, in sequenza stretta, nella seconda parte, frazione che partendo dal Piemonte arriva in Lombardia, compiendo pure un buon tratto nella confinante Svizzera.
La città di partenza, Verbania, è nata, come tale, nel 1939 con l’unificazione dei comuni di Intra e Pallanza ai quali sono legate due località rivierasche del Lago Maggiore, Fondotoce e Suna, e altri piccoli centri dell’entroterra. E’ in dolce posizione panoramica, su un promontorio dell’incantevole golfo Borromeo, con clima gradevole, disseminata di belle ville e parchi in notevole quantità. E’ poi diventata capoluogo della provincia di Verbano-Cusio-Ossola, costituita nel 1992.
L’abitato di Pallanza presenta caratteristica struttura medievale, attorno alla quale sono sorte attraenti costruzioni di vario tipo, presenta un bellissimo lungolago, tratti distintivi anche della vicina località di Suna (un saluto al locale Gruppo degli Alpini, tra i più attivi della sponda piemontese del Lago Maggiore).
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Intra è caratterizzata dall’attivissimo porto che fronteggia Laveno, sulla sponda lombarda, ha tracce barocche e neoclassiche in vari edifici del centro e si propone sempre più quale riferimento turistico rispetto a varie attività manifatturiere che hanno avuto qua sede nel passato.
Tra Pallanza e Intra sorge la splendida Villa Taranto con importantissimo giardino che comprende la più ricca collezione europea di piante esotiche e specie floreali. Di specifico rilievo è il palazzo barocco Viani-Dugnani, a Pallanza, con il Museo del Paesaggio e il Museo Storico Artistico del Verbano con pregevoli opere pittoriche, scultorie e archeologiche. Sono comunque molteplici i motivi di notevole interesse nella zona e, fra questi, l’oratorio di San Remigio e la chiesa di Madonna di Campagna, monumento nazionale.
Verbania è il maggior centro industriale e commerciale del Lago Maggiore, articolato in vari e moderni settori, con diversi eventi culturali. E’ nato in zona Filippo Ganna (1996), nella vicina Vignone, poliedrico e plurimedagliato corridore di gran vaglia, in piena attività, sia su strada, sia in pista. Il Giro d’Italia ha posto qui traguardi di tappa nel 1952 e vittoria dello svizzero Fritz Schaer davanti ad Alfredo Martini, nel 1992 Franco Chioccioli, nel 2015 il belga Philippe Gilbert. Anche il Giro della Svizzera e il Giro Rosa, oltre ai Campionati Europei del 2008, hanno frequentato varie volte Verbania.
Il tracciato costeggia la sponda piemontese del Lago Maggiore passando poi per Cannero Riviera, piacevole località rivierasca, Cannobio, traguardo volante, cittadina di specifico rilievo turistico che, nel 2003, è stata partenza della 20a tappa del Giro con traguardo a Cantù e vinta da Giovanni Lombardi.
Da qui si entra in Svizzera, Canton Ticino, costeggiando sempre il Lago Maggiore toccando Brissago, poi Ascona, alla destra del fiume Maggia, con diversi motivi d’interesse artistico e culturale, e raggiungere quindi Locarno. E’ rinomata località di soggiorno estivo e invernale affacciata sul Lago Maggiore, caratterizzata da favorevole clima, sede del famoso festival internazionale del cinema dal 1946 e di vari altri eventi culturali e artistici in piacevole ambientazione architettonica urbana. All’epoca dei Visconti e degli Sforza appartenne al Ducato di Milano.
Locarno ha ospitato tappe del Giro d’Italia già nel 1938 vinta dallo svizzero Leo Amberg e nel 2008 con il tedesco Greipel che anticipa in volata Mark Cavendish e Daniele Bennati.
Si prosegue per Cugnasco, sul Ticino, poi Monte Carasso, nell’ambito comunale di Bellinzona, la capitale del Canton Ticino, importante città di circa 45.000 abitanti con un antico centro storico ricco di chiese e d’edifici di notevole pregio. I suoi tre castelli e la cinta muraria rientrano, dal 2000, fra i patrimoni umanità UNESCO.
Dopo Artedo, zona di confluenza d’importanti vie di comunicazione fra la Pianura Padana con le Valli del Rodano, della Reuss e del Reno, si entra nel montuoso territorio del Canton Grigioni, Graubuenden in tedesco, Grischun nella lingua romancia della valle, dove nasce il fiume Reno, zona ricca di laghi alpini e di forte correnti turistiche internazionali nei suoi famosi centri di villeggiatura. E la strada, da qui, inizia a salire, dapprima dolcemente poi, gradatamente, sempre più.
Si passa per Roveredo, nella Val Mesolcina, quindi Lostallo, Mesocco, con l’imponente Castello con la vicina chiesa di Santa Maria, già sulla strada che conduce, con un’infinita, lunghissima, salita, al Passo San Bernardino, passando dapprima nell’omonima località, nella regione Moesa. E’ GPM di 1^ cat., a quota m. 2065, con pendenze assai abbordabili comunque.
La discesa propone il passaggio da Hinterrhein, e Splugen, termine discesa a quota m. 1460, due località confluite con Nufenen, nel 2019, nel nuovo comune di Rheinwald per iniziare subito, senza soluzione di continuità, la scalata allo Splugenpass – Passo dello Spluga – GPM di 1^ cat., quota m. 2115, rientrando in territorio italiano, in Lombardia, provincia di Sondrio, in Valtellina e, specificamente, in Valchiavenna. E’ uno storico passo con soluzioni anche ardite, inaugurato nel 1821 e rivisto nel 1834, che si deve alle capacità in argomento dell’ing. Giovanni Donegani (Brescia 1775-Milano 1845), che ai tempi dell’impero austriaco, fu pure il “padre” della strada del Passo dello Stelvio e di altre numerose realizzazioni in tema. E’ una salita di circa km. 9 che supera un dislivello di m. 653 con pendenza media del 7,4%.
S’incontra subito Montespluga, comune di Madesimo, piccola località con omonimo lago artificiale realizzato negli anni 1930, con originale fisionomia e la particolarità d’essere il centro abitato italiano più distante da coste marine; è, infatti, Genova la più vicina, a 234 chilometri. L’antico edificio della dogana e poche case sorgono nella zona, punto di partenza per numerose mete alpinistiche, sci alpinistiche ed escursionistiche.
Segue la ripida discesa, con tornanti e gallerie in severo paesaggio naturale, fra i boschi, fino al bivio di Madesimo e trovare quindi la frazione di Isola con diga e collegato lago artificiale, per entrare nel comune di Campodolcino. E’ nella vicina, laterale, Val San Giacomo, comune con molte frazioni, piacevole centro di villeggiatura estiva e invernale, luogo di nascita, nella frazione di Fraciscio, di don Luigi Guanella (1842-Como 1915), una vita dedicata all’aiuto dei disagiati e bisognosi con la diffusa “Opera Don Guanella”, proclamato santo nel 2011 da Papa Benedetto XVI. E’ anche il comune nel cui territorio ricade Alpe Motta, dove è posto l’ormai vicinissimo traguardo di questa tappa.
Si torna in salita per rientrare nel comune sparso di Madesimo, notissima località, secondo traguardo volante, con sede municipale a Pianazzo, toccata dalla gara e dove si può ammirare la cascata del torrente Scalcoggia che prospetta uno spettacolare “salto” di m. 160. Madesimo, in una conca di prati circondata da notevoli boschi di conifere, è tradizionale luogo di villeggiatura estiva e, soprattutto, invernale, con moderni e attrezzati impianti e strutture per lo sci alpino e nordico e attività collegabili che richiamano sempre una forte corrente turistica nella località, favorita, in fatto d’innevamento, anche da particolari condizioni climatiche. Era di Madesimo Italo Pedroncelli (1935-1992), specialista di sci alpino e poi anche allenatore della nazionale azzurra. Il poeta Giosuè Carducci villeggiò qui per diverse stagioni. E pure il grande Zeno Colò (Abetone Cutigliano 1920 - S. Marcello Pistoiese 1993), storico e plurimedagliato campione mondiale e olimpico degli anni 1950, amava allenarsi a Madesimo.
Il Giro d’Italia ha posto qui il traguardo nella Saas Fee-Medesimo del 1965, dove Vittorio Adorni, già in maglia rosa, suggellò il suo vittorioso Giro arrivando primo con 3’33” di vantaggio su Vito Taccone e poi, nel 1987, con la vittoria del francese Jean-François Bernard.
Resta l’ultimo e assai tosto tratto in salita, con galleria, per raggiungere Alpe Motta, GPM di 1^ cat. e arrivo, a quota m. 1727, in località Motta di Sotto. Rientra nell’ambito del comune di Campodolcino, anche se più vicina a quello di Madesimo, località con impianti sciistici facilmente raggiungibile, in meno di 5 minuti, con la moderna e capiente funicolare che parte dal fondovalle, da Campodolcino, e su una distanza di m. 1406 supera un dislivello di m. 639, interamente in galleria, inaugurata nel 1996. Sulla cima dell’Alpe si trova la statua della Madonna d’Europa, protettrice egli sciatori, rivestita d'oro.
L’Alpe Motta è un’accogliente stazione sciistica ed escursionistica con bel panorama sulla Valle Spluga, con strutture ricettive che offrono pure prelibati saggi della varia e apprezzata cucina e di prodotto delle zone. E’ di grande suggestione il Lago Azzurro, circondato da una macchia di conifere. Le montagne del Giro d’Italia 2021 finiscono qui.
Per la definizione o la conquista del podio delle varie classifiche restano solamente i trenta chilometri della cronometro conclusiva, tutta pianura, da Senago all’iconica cornice di Piazza Duomo di Milano, all’indomani.