Il secondo giorno di riposo - all'indomani della tappa del Giau che ha ribadito la superiorità di Egan Bernal sui suoi rivali - è trascorso nell’incantevole, unico, grandioso paesaggio delle Dolomiti e si può dire prosegua anche nella tappa odierna, la numero diciassette, tutta per intero nel territorio della provincia autonoma di Trento, in pratica tutta in discesa nella prima metà, un po’ di pianura per poi ritrovare due salite toste, vere, lunghe, entrambe GPM di 1^ categoria, con l’ultima che connota pure l’arrivo in salita. “Il veleno è nella coda”, come si dice in questi casi.
Canazei è la partenza di questa frazione. La splendida località, anche per la sua posizione nella val di Fassa settentrionale, è frequente punto di passaggio - e pure d'arrivo - della corsa rosa, come appunto nella frazione precedente, la numero 16, di questo Giro d’Italia e con i vincitori di tappa già ricordati, sia in centro Canazei, sia più su, al Passo Pordoi. E’ considerata la capitale degli sport della neve nella Val di Fassa. Insieme con altri 18 comuni è parte della “Ladinia Dolomitica”, dove si parla il ladino che permea parlata e cultura con tradizioni sempre vive a salvaguardia anche degli usi e costumi propri. Le frazioni di Alba, Penia e Gries sono il prolungamento naturale del nucleo costitutivo di Canazei e offrono molteplici possibilità d’attività, in ambiente tranquillo. Sono molteplici e caratteristici i vari motivi architettonici propri di Canazei che ne rappresentano e testimoniano la natura, con un’accogliente e diffusa rete si strutture ricettive di lunga tradizione.
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Dopo il ritrovo e la sfilata cittadina che comprende anche il territorio di Campitello di Fassa e Mazzin, due comuni contigui, il km. 0, posto a Mazzin, segnala l’inizio della corsa che transita per Pozza di Fassa, sede comunale del recente comune di San Giovanni di Fassa, nato dalla fusione di quelli precedenti di Vigo di Fassa e Pozza di Fassa, con transito a Moena, nota e ricercata località di villeggiatura con i declivi che salgono verso gli spettacolari gruppi del Sassolungo e del Catinaccio. Notevole è la chiesa parrocchiale di San Vigilio. Famoso è il formaggio DOP “Puzzone di Moena”. Due gli arrivi di tappa – oltre a varie partenze - della corsa rosa: nel 1963 la vittoria fu di Vito Taccone, mentre nel 1966 il successo fu di Gianni Motta, già in maglia rosa nel suo Giro vittorioso.
Moena segna il confine fra la val di Fassa e la val di Fiemme, che segue in quest’occasione. Si supera Predazzo, lungo l’Avisio, zona di lavorazione del legno con altre diffuse attività, e di specialisti dello sci nordico, sotto i gruppi del Latemar e del Lagorai, con la prestigiosa Scuola alpina della Guardia di Finanza, la più antica al mondo. E’ la sede del comitato organizzatore della famosa granfondo Marcialonga di sci, ospitato nelle strutture dei trampolini del salto con gli sci Giuseppe Del Ben. Interessante è il museo civico di geologia ed etnografia.
Seguono, nell’ampio panorama della valle, Ziano di Fiemme, Tesero, piacevoli centri, prima di giungere a Cavalese, il capoluogo storico e custode delle tradizioni culturali della valle con la Magnifica Comunità di Fiemme, istituzione di prestigio secolare con l’omonimo caratteristico Palazzo e la Torre Civica. E’ centro di vari servizi con diffuso turismo con lo scenario del Lagorai e, più lontano, le Pale di San Martino. Sono qui terminate tappe del Giro nel 1969 con la vittoria del trentino Claudio Michelotto, un altro trentino, Francesco Moser, nella crono del 1978 e altra prova contro il tempo nel 1997 vinta dall’ucraino Sergej Gonchar.
Si scende verso Molina di Fiemme, nella Val Cadino, zona di lavorazione del legno, quindi Casatta, frazione e sede comunale di Valfloriana, con tipici edifici, precedono il passaggio nell’attigua Val di Cembra incontrando Sover, con la parrocchiale di San Lorenzo e tradizionale lavorazione del legno. Qui inizia la salita per il GPM di 3^ cat., quota m. 1096, in località Sveseri, con bella vista e passare quindi da Brusago, frazione di Bedollo, entrando nel paesaggio proposto dall’Altopiano di Piné, poi in discesa per Baselga di Pinè, nella zona dei vicini laghi di Serraia e quello artificiale delle Piazze, fra i monti, centro principale della valle. E’ zona d’estrazione del porfido, lavorazione del legname e, in ambito agricolo, la coltivazione di piccoli frutti e produzione di grappe “casalinghe”, con buona ricettività turistica per vacanze attive. Il pattinaggio su ghiaccio può contare qui su uno stadio e pista di pattinaggio di velocità fra le migliori al mondo con manifestazioni di primo rilievo internazionale. Si pattina anche sulla superficie ghiacciata del lago di Serraia quando coincidono le condizioni ambientali confacenti. Di rilievo è pure il Santuario della Comparsa, in posizione elevata.
Il Giro d’Italia ha posto qui arrivi di tappa nel 1975 con vittoria del belga Roger De Vlaeminck e nel 1990 con il successo del francese Eric Boyer mentre, nel 1997, fu sede di partenza di una cronometro con arrivo a Cavalese.
Si continua in discesa per Valle, frazione di Fornace, poi Civezzano, con l’imponente edificio di Castel Telvana, situato in un punto strategico, che offre ampie visioni sottostanti, la bella chiesa parrocchiale dell’Assunta e l’Ecomuseo Argentario che racconta a realtà locale del Monte Calisio e la sua storia mineraria.
A Trento, primo traguardo volante, si raggiunge la pianura dell’Adige. Il capoluogo è città di notevole storia in una zona di strategico collegamento fra la realtà padana e quella anche a nord delle Alpi. La città, da vari anni, occupa posizioni di testa, nelle classifiche di qualità della vita e dell’ambiente. Il centro cittadino presenta strutture medievali e rinascimentali del tempo in cui era principato vescovile. Il Concilio ecumenico di Trento, durato ben diciotto anni, dal 1545 al 1583, periodo del papato di tre pontefici, indetto per conciliare cattolici e protestanti, si risolse con una Controriforma che affermò la valenza della dottrina cattolica rispetto alla Riforma protestante. Piazza del Duomo, con la sua cattedrale di San Vigilio e poderoso campanile cinquecentesco, è contornata da edifici nobiliari con, al centro, la settecentesca fontana del Nettuno. Per le architetture civili si propone in bella evidenza il Castello del Buonconsiglio, antica residenza dei principi-vescovi, con cinta muraria. E’ costituito da più corpi fra i quali il merlato Castelvecchio e la torre di Augusto, in stile gotico-veneziano. Qui si svolse il processo cui furono sottoposti i patrioti irredentisti Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi, poi giustiziati nell’estate del 2016 quali disertori dagli austro-ungarici. D’interesse è pure il Palazzo delle Albere, villa-fortezza di metà 1500. Palazzo Thun è la sede del municipio, restaurato in forma neo-classica, è nella centralissima Via Belenzani, fiancheggiata da pregevoli palazzi rinascimentali con facciate affrescate. L’architettura moderna presenta il MUSE, Museo delle Scienze, nel moderno quartiere residenziale Le Albere, realizzazioni firmate da Renzo Piano, la Galleria Civica, collegata dal 2013 al MART – Museo Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto – importante realtà culturale.
Sono comunque molteplici e di spessore le peculiarità proposte da Trento e dai suoi dintorni.
Gli archivi ricordano che il Giro d’Italia ha proposto qui, fra la città e la sua montagna, il Bondone, diciassette arrivi e varie partenze, di tappe della corsa rosa. E’ leggendaria quella con arrivo sul Bondone del 1956 con pioggia ghiacciata e neve vinta dal lussemburghese Charly Gaul, ricordato anche ora da una “granfondo”. Una gara di lunga tradizione, per dilettanti, è il Giro della Bolghera, in circuito, che si disputa dal 1927 nell’omonimo quartiere.
Dopo le frazioni di Ravina e Romagnano, si passa per Aldeno, comune della Vallagarina, con viti e frutteti, paese di Remo Mosna, noto fotografo di ciclismo con lunga carriera, Nomi, con tradizione nella costruzione artigianale di mobili e oggetti di legno, Villa Lagarina, sempre sulla destra dell’Adige, con la Pieve di S. Maria Assunta e varie dimore nobiliari, Isera, comune noto anche per il vino Marzemino.
Si raggiunge quindi Mori, secondo traguardo volante, con la chiesa di San Rocco e il Santuario di Montalbano con reperti archeologici nella zona del lago di Loppio. La Società Ciclistica Mori si dedica soprattutto ai più giovani dal 1902. Il velodromo di Mori, ristrutturato nel 2010, ospita varie manifestazioni. E’ qui nato Vasco Modena (1929-Trento 2016), professionista vincitore di una Coppa Bernocchi a cronometro, battendo Fausto Coppi. Vi abita Alessandro Bertolini (Rovereto 1971), professionista dal 1993 al 2012.
Seguono Chizzola e Pilcante, frazioni di Ala, quindi Avio, il comune più meridionale della provincia e della regione, al confine con il Veneto, con la catena del Monte Baldo che la separa dal lago di Garda a ovest, a nord l’altopiano di Brentonco e, a est, in territorio veronese, l’altopiano della Lessinia. Su un alto sperone roccioso sorge il Castello dei Castelbarco, architettura militare e, nel contempo, dimora signorile con preziosi affreschi. Il paese presenta edifici civili e religiosi di valore. Da qui inizia la salita di Passo San Valentino, 1^ cat., quota m.1315, che parta dai m. 140 di Avio e, in circa km. 16 conduce allo scollinamento, a pendenza costante con media al 7,2%.
Poi, in rapida discesa, nel comune di Brentonico, nell’ampio panorama dell’omonimo altopiano, si passa la località di San Giacomo e giungere nel capoluogo che conta molte frazioni. Fra queste è anche ciclisticamente nota Polsa, insediamento turistico con la possibilità di diverse attività sportive, sia estive, sia invernali, nato fra la fine degli anni'60 e gli inizi di quelli '70, “lanciato” dal Giro d’Italia del 1970, il successo fu di Eddy Merckx, davanti al connazionale Vandenbossche a 12” e Zilioli a 44” Indossò la maglia rosa – era la 7^ tappa – che portò fino all’arrivo conclusivo di Bolzano. Altro arrivo nel 2013 con la cronometro Mori-Polsa vinta da Vincenzo Nibali, già in rosa, che confermerà fino alla conclusione di Brescia. Si ripassa da Chizzola e Pilcante per entrare nel comune dove è posto il traguardo, Ala, precisamente ai m. 1246 di Sega di Ala, in quota.
Il comune, con 9000 abitanti circa, è quello più a sud della provincia trentina, al confine con il Veneto, anche per la sua posizione nella valle dell’Adige, ha sempre rivestito specifica importanza nella storia. E’ circondato da massicci montuosi con diversi altipiani. La chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, in posizione elevata e quella dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, nella piazza centrale, sono gli edifici religiosi di maggior rilievo. Diverse sono le dimore nobiliari. E’ zona di vigneti con varie attività industriali. E’ punto di partenza per escursioni sui vicini monti Lessini. Nella sua località di Sdruzzinà inizia la dura salita che porta al GPM di 1^ cat. - arrivo in salita – a quota m. 1246 – di Sega di Ala. La salita è quella già percorsa dal Giro del Trentino del 2013 con l’ultima tappa, partente da Arco, vinta da Vincenzo Nibali per distacco e che qui ha pure costruito la sua vittoria nella classifica generale.
La strada risale il ripido versante della Val Lagarina con numerosi tornanti e pendenza costante, superiore al 9%, per circa km. 7. Dopo un tratto di respiro di circa m. 700 la pendenza s’indurisce per circa km. 2 con punte anche al 15%, per addolcirsi notevolmente nei restanti chilometri finali, nel verde paesaggio dei prati di pascolo estivo, con varie malghe, di Sega di Ala che, in quelli invernali, si presta alla pratica dello sci, in spettacolare ambientazione naturale e panoramica, a largo raggio.