Nuovo antidoping, giorno 3. Dal 1° gennaio il mondo del ciclismo ha affrontato un cambiamento importante, sostanziale, radicale per quel che riguarda la lotta al doping.
La CADF, Fondazione antidoping indipendente creata dall’UCI nel 2008, è andata in archivio e ha chiuso i battenti per lasciare spazio alla ITA, che di italiano non ha nulla, a parte la sigla che sta per International Testing Agency.
Un cambio epocale perché la ITA è l’agenzia internazionale che da anni esegue i test - controlli alle gare, controlli a sorpresa - per altre federazioni internazionali: è un’organizzazione voluta dal Cio con il sostegno della Wada con l’obiettivo importante di uniformare gli standard tra tutti gli sport.
Il passaggio da CADF a ITA comporta anche uno spostamento logistico: addio agli spazi di Aigle, nella sede stessa dell’Uci, e approdo a Losanna, la città del Cio. Pochi chilometri, certo, ma un significato profondo.
Così come importante è il passaggio di undici dipendenti Cadf che sono passati a lavorare in una sezione specifica dell’Ita, portando in dote l’enorme bagaglio di conoscenze ed esperienze accumulato in tredici anni di lavoro sul campo.