Nell’ultimo anno e mezzo il 22enne Samuele Battistella ha collezionato una serie di esperienze che gli hanno permesso di crescere sia come corridore sia come uomo ed ora, dopo l'esordio tra i professionisti con la NTT si prepara al passaggio nella Astana. Per cominciare, il 27 settembre 2019 sulle strade di Harrogate ha vinto il Campionato del Mondo in linea tra gli Under23 e, anche se non ha potuto sfoggiare una bella foto a braccia alzate sotto il traguardo, quella sul podio in maglia iridata non è per niente male.
A seguire, il debutto tra i professionisti: il 2020 di Battistella è cominciato a gennaio in Australia al Santos Tour Down Under e si è concluso con la Driedaagse Brugge-De Panne, un totale di 47 giorni di corsa per un totale di 7732 km percorsi. Abbiamo raggiunto telefonicamente Samuele prima di un allenamento in palestra a Rossano Veneto, dove vive con la sua famiglia, mamma Angela e papà Daniele, anche se ancora per poco perché dal primo di gennaio il vicentino andrà a vivere da solo.
Samuele, come stai?
«Sto abbastanza bene, grazie. Non è stato un autunno come gli altri ma cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno: in questa stagione sono stato lontano da casa per parecchi giorni, nonostante il lockdown di primavera, e così ne ho approfittato per godermi un po’ casa e la mia famiglia. Mi sono riposato molto e ho cercato di recuperare un po’ di ore di sonno. Sono sempre rimasto a casa evitando il più possibile i contatti con l’esterno e ho fatto qualche camminata vicino a casa, sul Monte Grappa. Mi sono concesso solo due giorni a Brunico insieme ad Elisa per staccare un po’ la spina, come si suol dire».
Hai riscoperto nuovi hobby?
«Non ne ho scoperti di nuovi, ma c'è comunque da dire che ho mantenuto i vecchi...».
Prego, continua pure...
«Mi sono diplomato tre anni fa al liceo artistico e quindi ho una grande passione per il disegno: per me è un po’ una valvola di sfogo. A scuola, oltre al disegno, mi è sempre piaciuta filosofia anche se non era una materia facile, e così ho deciso di leggere qualche libro di Sigmund Freud, come l’Interpretazione dei sogni e Introduzione alla psicoanalisi ma ammetto di averli dovuti leggere più volte per capirne bene il significato, non sono sicuramente libri semplici. Un altro hobby è quello dei videogiochi, quindi diciamo che in queste settimane non ho avuto tempo per annoiarmi».
Hai già ricominciato la preparazione?
«Sì, da due settimane tra bici e palestra. Faccio tre giorni alla settimana un’ora e mezza di palestra e in aggiunta un paio di ore in bici, mentre i restanti giorni faccio allenamenti di massimo quattro ore in bici, ma senza fare lavori specifici per ora. E un giorno in settimana riposo».
Com’è andata la tua prima stagione da professionista?
«Tutto sommato è andata bene, anche se sono molto critico con me stesso e sono un po' mancati i risultati. È stata una stagione diversa sotto vari punti di vista, ma grazie alla NTT Pro Cycling sono riuscito a correre senza pressioni e quindi molto serenamente».
Qual è stata quest’anno la tua corsa preferita?
«Sicuramente il Campionato Italiano, sulle strade di casa, ha avuto un sapore particolare».
È arrivata anche la vittoria del tuo compagno di squadra Giacomo Nizzolo.
«La vittoria di Jack era il risultato che volevamo e cercavamo. Sono molto felice di aver contribuito e di essere stato d’aiuto per lui. Sentire l’inno nazionale e vedere Giacomo sul gradino più alto del podio è stata una grande emozione, la porterò sempre nel cuore».
E invece chi ti ha colpito maggiormente dei compagni del Team NTT?
«Sicuramente Domenico Pozzovivo. È un ragazzo che ha una forza di volontà incredibile. Dopo tutto quello che gli è successo poteva benissimo apprendere la bicicletta al chiodo e invece non ha mai mollato, riuscendo a tornare ad essere competitivo con i migliori. Per me è un grande esempio e un uomo da ammirare».
Personalmente ti saresti aspettato di più da questo 2020?
«Sì, però sono felice di aver preso parte a molte corse di World Tour e di essermi trovato a pedalare al fianco di campioni e corridori con grande esperienza. Sento di essere cresciuto, anche se la strada è ancora lunga».
Durante il Tour de Langkawi ci avevi confidato che dovevi capire che tipo di corridore puoi diventare. La stagione ti ha chiarito le idee?
«Non l’ho ancora capito perfettamente, ma credo di essere più orientato sulle Classiche o le corse da un giorno. Ma in futuro chissà... magari qualcosa potrà cambiare».
La NTT ha vissuto momenti di incertezza...
«Ho fatto parte di questa formazione sia tra le Continental nel 2019, che nel World Tour quest’anno e avrei avuto ancora un anno di contratto. Quando ci hanno informato delle difficoltà che c’erano, ero molto dispiaciuto. Poi, una volta ricevuto il nulla osta dalla squadra nel giro di poco tempo sono riuscito a trovare una nuova sistemazione, firmando ai primi di novembre un contratto biennale con l’Astana Premier Tech. Se la NTT Pro Cycling non avesse avuto problemi, sarei rimasto sicuramente lì perché l’atmosfera all’interno della squadra mi piaceva molto. Ammetto di essere stato anche fortunato nel trovare velocemente un’altra squadra: vorrei ringraziare l’Astana Premier Tech per avermi concesso questa opportunità. Spero di poter difendere nel migliore dei modi i colori della mia nuova squadra. Ma la NTT avrà sempre un posto speciale nel mio cuore».
Cosa ne pensi dell’arrivo di Fabio Aru, in quella che l’anno prossimo sarà la Qhubeka-Assos?
«Per la poca esperienza che ho nel mondo professionistico e per quello che sono riuscito a vedere, secondo me Aru ha solo bisogno di ritrovare un po’ se stesso. Penso che la Qhubeka-Assos possa essere l’ambiente ideale per lui, avrà molto spazio e libertà per ritrovarsi».
Hai già avuto modo di conoscere i nuovi compagni?
«Ho conosciuto Fabio Felline, Davide Martinelli e Manuele Boaro in gruppo quest’anno, ma la squadra al completo non ho ancora avuto modo di incontrarla».
Andrete in ritiro?
«Sì, a gennaio andremo in ritiro in Spagna, penso a Calpe. Le date non le so ancora, ma credo che staremo lì un paio di settimane».
Cosa ti auguri per il 2021?
«Di poter fare una bella stagione e di essere competitivo. E se poi dovesse arrivare qualche risultato, perché no...».
Hai un sogno nel cassetto?
«Vincere il Mondiale tra i professionisti, così almeno posso godermi la maglia iridata un po’ più a lungo. Quella degli Under 23 ho potuto indossarla solo al Piccolo Lombardia, prima del passaggio tra i grandi».
E com’è stato correre con la maglia di Campione del Mondo?
«Un’emozione incredibile. Mi sono sentito un punto di riferimento per tutto il gruppo. Oggi la maglia è appesa in camera mia e ogni volta che la guardo rivivo un tripudio di emozioni. Sotto la maglia invece ho un dipinto del podio di Harrogate, ma nonostante la mia passione per il disegno non l’ho fatto io, non sono ancora così bravo. È stato il regalo che mi ha fatto la mia fidanzata lo scorso Natale. Nel mio studio conservo anche la bici con la quale ho vinto il Mondiale».
Siamo vicino alle festività natalizie: cosa ti piacerebbe ricevere come regalo?
«Un aspirapolvere per la casa nuova» ci dice Samuele ridendo.