E’ l’ultima tappa in linea del Giro d’Italia 2020 e, dopo una prima parte in pianura, affronta montagne di rilievo, di gran nome, sconfinando anche in Francia, con partenza da Alba e arrivo in alta quota, al Sestriere. E’ la tappa del Giro n. 103 dedicata al ricordo del grande Gino Bartali.
Doveva essere quella sopra riportata in estrema sintesi la natura dello sviluppo del “tappone” sulle Alpi franco-piemontesi. Doveva, appunto, ma quest’edizione della corsa rosa condizionata dalla stringente emergenza del flagello Covid 19, a livello internazionale, ha determinato le competenti autorità francesi a ritirare il permesso di transito già concesso al Giro d’Italia che – gioco forza – pur mantenendo inalterate le località di partenza e arrivo, deve inevitabilmente cancellare il GPM al Colle dell’Agnello che conduceva in territorio francese e il susseguente Col de l’Izoard e quindi il Monginevro. E’ un taglio che muta profondamente la fisionomia della tappa e anche, vista la sua collocazione, del finale del Giro affidando alla salita del Sestriere, nei due versanti, la prima volta da Pragelato e poi altre due da Cesana Torinese con la seconda ascesa da tale versante che è anche arrivo di tappa, il ruolo di protagonista unico. Quota più bassa, lunghezza e pendenza delle ascese assai più pedalabili anche se i metri di salita non sono pochi nel totale.
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Ecco il nuovo percorso aggiornato, tutto in Piemonte.
Alba, caratteristica e storica città, “capitale” di una zona di straordinaria valenza, in varie declinazioni, quella delle Langhe, è la seconda città con i suoi 32.000 abitanti circa, dopo il capoluogo di provincia, Cuneo. Sorge, in gran parte, sulla riva destra del fiume Tanaro alla confluenza con il torrente Cherasca, su un panoramico e pianeggiante rilievo, con vista sulle colline delle Langhe e del Roero, zone di famosi vigneti e altro. Alba è la riconosciuta capitale del tartufo bianco e una tradizionale Fiera, nata nel 1928, ora diventata Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, ne celebra le virtù. In tema alimentare sono qui in evidenza le tagliatelle (tajarin), la fonduta, il vitello tonnato, il brasato al Barolo e la carne all’Albese, carpaccio di carne cruda e la torta alle nocciole. Fra i vini sono di specifico rilievo i DOCG Barbaresco, Moscato e Barolo e i DOC Barbera, Dolcetto, Nebbiolo.
La struttura costitutiva della città presenta i viali cittadini che si sviluppano lungo il tracciato poligonale delle antiche mura con il centro medievale e le caratteristiche torri e case-torri, oltre a monumenti romano-gotici, anche di età barocca. Gli edifici di culto di maggior rilievo sono il gotico Duomo della fine del 15° secolo, S. Giovanni Battista e S. Domenico. Il Palazzo del Comune e molteplici edifici, in vari stili, fiancheggianti la Via Vittorio Emanuele, l’arteria principale della città, abbelliscono il centro.
Alba ha sviluppato un differenziato ed efficiente tessuto produttivo-industriale di alto profilo con, in primo piano, il marchio Ferrero e quindi l’Editrice San Paolo, Mondo, leader mondiale nella produzione di gomme e materiali plastici per grandi superfici calpestabili e nel tessile con la Miroglio.
Nati ad Alba sono lo scrittore e partigiano Beppe Fenoglio (1922-1963), cantore delle Langhe e della Resistenza nell’albese, Roberto Longhi (1890-Firenze 1970), accademico d’Italia, storico e critico d’arte, il giornalista Aldo Cazzullo (1966) e il corridore in attività Diego Rosa (1989). La corsa rosa ha proposto qui due traguardi di tappa con sprint vincente del belga Guido Reybroeck nel 1968 e, nel 2004, altra volata con successo di Alessandro Petacchi. Nel 2011 è stata partenza della prima tappa in linea con traguardo a Parma.
Il tracciato incontra subito Cinzano, frazione di Santa Vittoria d’Alba, sede dello storico, omonimo, stabilimento di prodotti del vino e proseguire per Pollenzo, frazione di Bra, che nell’antichità fu città romana con il bel Castello e qui, dal 2004, ha sede l’Università degli Studi di scienze gastronomiche, sotto l’egida di Slow Food fondata da Carlo “Carlin” Petrini (Bra 1949). S’incontra quindi Roreto, frazione di Cherasco e proseguire per Marene e quindi Savigliano, popoloso centro con stabilimenti e attività agricole varie e diversi edifici di pregio. Sono qui nati il patriota Santorre di Santarosa (1783-Sfacteria/Grecia 1825), l’astronomo Giovanni Schiaparelli (1835-Milano 1910) e il combattivo corridore Jacopo Mosca (1993). Si prosegue toccando la località di Termine, nel comune di Villafalletto, poi Falicetto, nell’ambito territoriale di Verzuolo, comune di nascita di Paolo Ballada di Saint Robert (1815-Torino 1888), militare, fondatore con Quintino Sella e Bartolomeo Gastaldi del C.A.I – il Club Alpino Italiano – a Torino nel 1863, Giovanni Vincenzo Cima (1893-Torino 1968) giornalista e ideatore del sistema stenografico che porta il suo nome, Cesare Segre (1928-Milano 2014), filologo e accademico, Flavio Briatore (1950), eclettico imprenditore in vari settori e Davide Perona (1968), corridore ciclista professionista dal 1991 al 1996.
Si giunge quindi a Saluzzo, importante e storico centro di rilevante importanza, capitale del marchesato che durò fino al 1500. E’ situata allo sbocco delle valli del Po e val Varaita. Nella parte più alta riflette sembianze del borgo medievale, ben conservato, con edifici in cotto rosso compresi nella cinta muraria e, in posizione elevata la Rocca della Castiglia con due musei tematici. In pianura si stende la parte nuova. Saluzzo è centro di servizi e differenti attività di riferimento per il territorio. La cattedrale tardogotica, la chiesa di San Giovanni con la Torre Comunale, Casa Cavassa, signorile dimora rinascimentale sono i principali, fra molti altri, motivi di specifico interesse.
E’ il luogo nativo di Giambattista Bodoni (1746-Parma 1891), incisore e stampatore, creatore degli omonimi caratteri di stampa, Silvio Pellico (1789-Torino 1854), noto patriota scrittore e poeta e Carlo Alberto della Chiesa (1920-Palermo 1982), generale e prefetto, caduto in un attentato mafioso.
Dopo la località di Staffarda, con la sua imponente abbazia di S. Maria di Staffarda, nel comune di Revello, si lascia la provincia di Cuneo e si entra in quella di Torino. Si propone poi, in panorama di pianura, Cavour, con i resti della rocca che sorgono su un caratteristico rilievo del piatto territorio, centro di molteplici attività in vari settori, poi Osasco e quindi Pinerolo.
E questa città, anche nel ciclismo, è evocatrice di molti episodi, anche storici, con l’impresa di Fausto Coppi nel 1949, poi rinnovati con continuità, seppure con ben diversa attrazione, anche in periodi più recenti, fra i quali la conclusione di una tappa del Tour de France nel 2011. La parte più antica è disposta sulla collina di S. Maurizio con edifici di specifico pregio e storia che rimanda alla dinastia Acaja, il ramo dei Savoia che governò a lungo la zona. Notevole è la cittadella militare che ricorda il personaggio della Maschera di Ferro, ripresa in opere scritte e cinematografiche di varie epoche. Il gotico Duomo di San Donato, con altri pregevoli edifici di varia tipologia, sono patrimonio della città, dove sono Ferruccio Parri (1890-Roma 1981), politico, giornalista, capo partigiano – “Maurizio” era il suo soprannome per ricordare l’amata collina di Pinerolo -, primo presidente del governo d’unità nazionale istituito alla fine della seconda guerra mondiale. Anche Luigi Facta (1861-1930) è un altro pinerolese – personalità discussa - che fu capo del governo prima di Benito Mussolini.
Pinerolo è un rilevante centro di servizi e commerci del suo comprensorio e sede di notevoli industrie, E’ qui nata la prima “società italiana di mutuo soccorso”, fondata nel 1849. E’ di specifico interesse il museo storico dell’Arma della Cavalleria che ha vissuto qui una lunga storia.
Dopo il rifornimento e lo svincolo per Villar Perosa, industre comune legato alla dinastia Agnelli e, per riflesso, pure alla squadra della Juventus, si percorre la Val Chisone, con la strada che inizia a salire dolcemente. S’incontra Perosa Argentina (Argentina deriva dal fatto che qui si trovavano miniere d’argento), passando per la località di Roreto, prima di raggiungere Fenestrelle, dove la pendenza si accentua, comune con una grande fortezza, con tre forti e sette ridotte e una scala interna di ben 3996 gradini. E’ stato iniziato nel 1727 e terminato nel 1850 e presenta oltre 3 km. di lunghezza, superficie di mq. 1.350.000 e un dislivello, fra i vari corpi, di m. 600.
Segue Pourrières, borgata del comune di Usseaux compreso fra i borghi più belli d’Italia, quindi Pragelato, comune sparso, stazione sciistica e con sviluppato turismo anche estivo e prodotti tipici quali formaggi e liquori come il genepì e il parco naturale della boscosa Val Troncea.
Segue il primo passaggio al Sestriere, GPM di 1^ cat. a quota m. 2041, senza passare sotto il traguardo di tappa. Si scende dalla Val Chisone nella Val di Susa, passando per Cesana Torinese, in territorio ricco di laghetti, legato al turismo soprattutto invernale nel ricco comprensorio sciistico della Via Lattea.
Da qui, a fine discesa, l’itinerario compie una sorta d’inversione di marcia, per tornare, da un altro versante in salita toccando la località di Sauze di Cesana, in salita, per passare una prima volta sotto il traguardo di tappa, GPM di !^ cat. a quota m. 2035. Non è finita però, resta da compiere una seconda volta l’anello che scende e poi risale ancora al traguardo – questa volta finale - di Sestriere.
Giusto per ricordarlo sono km. 11,400 d’ascesa regolare che superano m. 677 di dislivello con pendenza media del 5,90%.
Sestriere è il comune italiano con la sede municipale alla più elevata altitudine e mette in comunicazione la Val di Susa con la Val Chisone. E’ al centro dello sviluppato ed esteso comprensorio sciistico della Via Lattea in cui sono inseriti i territori di sette comuni con circa km. 400 di piste, una settantina d’impianti di risalita con oltre duecento piste che accontentano tutte le esigenze in tema.
E’ nata nel 1930 quando Giovanni Agnelli (Villar Perosa 1866-Torino 1945), il fondatore della Fiat, che fece costruire due alberghi, conosciuti come “le torri”, con architettura razionalista, mentre nel 1935 ebbe inizio la vita del nuovo comune. Lo sport, soprattutto lo sci, ma non solo, ha proposto qui eventi di massimo livello, oltre alle abituali stagioni di turismo, anche estivo, con attività e mete di vacanza attiva assai attrattive per disponibilità e varietà d’impianti e strutture ricettive. La località porrà la propria candidatura per ospitare i mondiali di sci alpino nel 2029.
I precedenti arrivi del Giro d’Italia al Sestriere hanno visto il successo degli spagnoli Eduardo Chozas nel 1991, Miguel Indurain nel 1993, tappa a cronometro individuale,, lo svizzero Pascal Richard 1994, del ceco Jan Hruska nell’altra cronometro individuale del 2000, del venezuelano Josè Rujano nel 2005, nel 2011 il bielorusso Vasili Kiryenka e infine, nel 2015, Fabio Aru, unico italiano finora primo su questo traguardo. Per il Tour de France, qui primeggiarono nel 1952 Fausto Coppi e nel 1992 Claudio Chiappucci.
Il corridore che sarà in maglia rosa qui non potrà riposare sugli allori di una tappa finale quale passerella del gruppo poiché, l’indomani, sarà una cronometro individuale sulla distanza di km. 16,500, da Cernusco sul Naviglio a Milano – Piazza Duomo –, a determinare il vincitore del Giro d’Italia n. 103. E’ un Giro disputato fuori stagione ma ravvivato da molti nuovi e giovani corridori di varie nazionalità.