Vladimir Milosevic è un promettente ciclista veneto di sedici anni che abita con la famiglia a San Fior, comune in provincia di Treviso vicino a Conegliano e San Vendemmiano. Vladi – così lo chiamano affettuosamente parenti ed amici – ama mangiare la pizza e proprio il suo cibo preferito gli ha permesso di avvicinarsi al ciclismo: «Avevo circa sei anni – racconta a tuttobiciweb – un giorno, andando a prendere una pizza in un ristorante vicino a casa, il proprietario Mario Mariotto (grande appassionato di ciclismo della zona, ndr), mi ha consigliato di provare a fare ciclismo. La cosa mi ha incuriosito. Ho accettato e così, grazie a lui, ho iniziato a correre da “G1” con la maglia del Velo Club San Vendemiano».
Ti ricordi la tua prima gara?
«Eravamo a Mignagola. Pedalando sulla mia biciclettina nera e verde vinsi con quasi mezzo giro sugli altri concorrenti. Conservo ancora la coppa conquistata quel giorno».
Sono passati poco meno di dieci anni da quella prima stagione in sella e Vladimir di allori ne ha raccolti molti: nel 2017, alla sua prima annata tra gli Esordienti ha conquistato il titolo italiano su strada a Comano Terme ed altre undici perle; l’anno seguente ha ottenuto dieci affermazioni e, nel 2019, passato a correre negli Allievi della Borgo Molino Rinascita Ormelle, ha alzato le braccia al cielo a San Biagio di Callalta e Gorgo al Monticano.
Quali sono stati i momenti più emozionanti che ti ha regalato fino ad ora la bici?
«Ovviamente il tricolore. Ricordo con molto piacere anche il titolo regionale veneto del 2017 e quello della stagione seguente. La maglia di campione regionale del 2018 ha un significato particolare perché era davvero inaspettata: arrivavo da un periodo in cui ero stato malato e non mi ero allenato, ma nonostante tutto sono riuscito a centrare la vittoria».
Come giudichi il tuo 2019?
«Sono felice delle due vittorie conquistate e dei piazzamenti che ho ottenuto ma avrei potuto fare meglio. Sono uno che parte sempre per dare il massimo».
Che tipo di percorsi prediligi?
«Vado bene su salite brevi e in sprint ristretti».
Il tuo carattere in una parola.
«Indomito. Non mi arrendo».
C’è una gara del calendario giovanile che vorresti vincere?
«Non ho una gara a cui punto in particolare. Puntare tutto su una gara, non penso sia corretto, ci sono molte variabili in una corsa e se poi non si riesce ad ottenere il risultato sperato si rimane delusi, ci si demoralizza. Come ho detto preferisco cercare di dare il massimo in ogni corsa».
Avrai una gara dei sogni?
«Un Mondiale. Il massimo sarebbe quello dei Professionisti ma anche la maglia iridata degli Under23 non sarebbe male. Sognare non costa nulla».
Un ciclista a cui ti ispiri?
«Peter Sagan. È forte, fa divertire e trasmette spensieratezza.»
Segui altri sport oltre al ciclismo?
«Adoro lo sport. Oltre alla bici seguo il calcio, la pallavolo e soprattutto il tennis. Ammiro molto Nole Djokovic, dicono che uno dei suoi punti di forza sia la preparazione mentale. Anche nel ciclismo la testa è importante, non bastano solo le gambe.».
Hai dei portafortuna o riti particolari prima di gareggiare?
«Nessun portafortuna e nessun rito particolare. Cerco di stare tranquillo prima della gara: rido e scherzo con i compagni, poi, qualche istante prima del via, penso alla corsa e mi concentro per poterla affrontare bene».
Ti piace leggere?
«Onestamente leggo poco. Quello che serve per la scuola, qualche articolo di sport e, a volte, biografie di sportivi».
Vladimir e lo studio.
«Frequento il secondo anno di una scuola con indirizzo elettronica».