Comincerà il 2020 ancora in una maniera che ci è cara, per noi del ciclismo. Lontani dalla retorica che non appartiene alla estetica di questo sport, ma avvinti alla sua memoria per salvaguardare il presente e il futuro, in un territorio come la Campania che di ciclismo è sempre meno fregiato, a Caserta ricorderemo ancora Fausto Coppi, nel sessantesimo anniversario della sua scomparsa.
E sarà ancora il tempo, il 2 gennaio - ore 10, Ercole di Caserta, Cappella privata Michitto -, di una Messa in suo onore, officiata da don Pierangelo Marchi, e voluta dagli appassionati storici di Terra di Lavoro - Amedeo Marzaioli, Angelo Letizia, Pasquale Ventriglia - che continuano con ammirevole pertinacia a difendere il tabernacolo mai blasfemo del nostro sport, in un habitat che ne è troppo spesso disadorno. E sarà il giorno di un saluto ulteriore, sia pure la fotografia di rito davanti alla lapide che rammenta la permanenza di Fausto Coppi nella piccola frazione di Caserta, a Palazzo Antonucci, dove appunto Coppi svolse - al rientro, nel ’44, dalla prigionia in Africa - le mansioni di attendente del tenente inglese Towell. Un saluto ulteriore, e un “grazie” ad Anna Antonucci, l’attuale proprietaria del palazzo, che ha voluto donare al Museo del Campionissimo di Castellania la credenza che arredava, di un lustro ancestrale, l’appartamento in cui risiedeva appunto Towell….
Ma se questo omaggio è un valenza dovere e un diritto, sacro-santo, il gennaio 2020 saluta di contro - o in parallelo - una ricorrenza coniugata al futuro, perché il 25 gennaio compirà infatti 20 anni Remco Evenepoel, il folgorante campioncino belga.
E questa considerazione, unita alla recente affermazione di Evenepoel come sportivo dell’anno in Belgio, alla faccia della dittatura del calcio, Evenepoel che non è né De Bruyne né Hazard né Lukaku né Mertens ma li supera tutti, e che pure dal calcio giovanile nell’Anderlecht veniva, ha una sua valenza speciale.
Sarebbe piaciuto a Coppi, Remco Evenepoel, oro europeo e argento mondiale contro il tempo nel 2019, come gli piacquero Filippi e Venturelli, se non pure Baldini, da virtuosi squisiti del cronometro. Lo avrebbe voluto di certo in squadra con lui... E poi, dal momento che già a 19 anni Remco aveva fatto suo il Giro del Belgio, poniamo, gli avrebbe raccomandato di venire subito da noi a correre il Giro d’Italia, perché da giovani si deve avere fretta di crescere. E si deve pensare in grande, anche senza volerlo, come Coppi giusto al Giro del ’40, vinto a soli 20 anni...
Fosse italiano, anche se noi abbiamo un Ganna non solo di scorta, Evenepoel, il futuro del ciclismo comincerebbe nuovamente a diventare presente nel 2020. Già, con la lezione del Campionissimo, a tirargli la volata. A questi 20 anni di RemCoppi, per farci del bene, e sentirci più giovani, un anno in più, noi del ciclismo, tutti..
da tuttoBICI di gennaio