Tappa Olimpica e pista ciclabile più alta d’Europa. Cosa significa questa frase? In vista delle Olimpiadi del 2026 la Valtellina si prepara ad allestire una tappa del Giro d’Italia affascinante e su un tracciato inedito con possibile arrivo a Livigno. L’ambizione è infatti quella di unire 2 parti del territorio lontane da un punto di vista della viabilità, ma vicine geograficamente.
Il sogno, non troppo campato per aria, è quello di avvalersi dello sconosciuto Passo Verva, passo sterrato a quota 2.300 metri, che unisce la Val Grosina alla Val Viola, prima di accedere sulla strada che porta al Passo del Foscagno, quindi Trepalle e, finalmente, Livigno.
Questo cosa comporterebbe? In primis la messa in sicurezza della strada attualmente praticata solo dai bikers delle ruote grasse e dagli alpinisti. In termini pratici parliamo di un tratto di circa 15 chilometri per ogni versante. Una volta steso l’asfalto ecologico quindi la strada rimarrebbe, ad uso esclusivo dei ciclisti, dando così vita alla pista ciclabile più alta d’Europa.
L’idea è fortemente caldeggiata dai politici locali e rappresenterebbe un’ottima alternativa per i bikers troppo spesso fagocitati dal traffico e dallo smog della strada statale del Foscagno.
La carrozzabile del Passo Verva è stata realizzata durante l’alluvione del 1987 per garantire il collegamento tra la Media e l’Alta Valle ostruite dalla frana della Val Pola.
In passato l’idea aveva già attirato le attenzioni dello scopritore del Mortirolo, Giancarlo Gozzi, che si recò presso l’ufficio tecnico del Comune di Grosio per ottenere le mappe e planimetria dell’ascesa.
All'epoca non si riuscì a concretizzare il progetto... ma questa volta potrebbe però essere quella buona e l’idea piace a molti.
foto Pollini