Giovanni Nino Ceroni, anni 91 (novantuno, in lettere), romagnolo di Imola, apprezzata figura che ha operato a lungo nel ciclismo, in diverse funzioni di responsabilità, a distanza di cinquant’anni, ha voluto rivivere e far rivivere la straordinaria giornata del campionato del mondo professionisti 1968, era il 1^ settembre del 1968 appunto, con il trionfo di Vittorio Adorni e la grande prestazione della squadra azzurra.
Domenica 23 settembre, con il fattivo supporto dell’amministrazione comunale della città della ceramica – e non solo -, dopo due anni che Nino Ceroni, quasi quotidianamente, si adoperava in prima persona per realizzare questa iniziativa che gli stava particolarmente a cuore e che ha curato, senza l’ausilio di mezzi tecnologici, al massimo il telefonino, per avere i contatti “ad personam” con i protagonisti di quella straordinaria giornata, corridori, personale della squadra e giornalisti di varie epoche.
E’ stato un impegno assiduo, ricorda un comunque soddisfatto Nino Ceroni, affinché tutte le tessere del mosaico prefigurato dalla figura di riferimento del mondiale 1968, trovassero il giusto incastro con situazioni mutevoli anche per il cambio dell’amministrazione comunale intervenuto nel frattempo e varianti di vario tipo intervenute nel tempo.
Ceroni, con costanza e pazienza, sottotraccia e sottovoce, ha sempre seguito l’evoluzione delle differenti situazioni per raggiugere comunque l’obiettivo che si era prefissato e domenica 23 settembre, molti dei protagonisti con il ricordo di quelli che non ci sono più, si sono ritrovati sulla scena dello storico autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, in una giornata di splendido sole, per ricordare e rivivere emozioni di cinquant’anni prima provate in autodromo e sul circuito dei Tre Monti.
Grazie alla collaborazione del Crame del presidente Bruno Brusa, i protagonisti d’allora hanno percorso il circuito su vetture d’epoca, non più in bicicletta questa volta, salutati da molti appassionati che li attendevano alle “fermate” programmate anche con intonazione eno-gastronomica.
E’ seguita poi la cerimonia ufficiale al Museo intitolato a Checco Costa, un grande amico di Nino Ceroni, nella sala dedicata ad Ayrton Senna, all’interno dell’Autodromo, dove la Sindaca di Imola, Manuela Sangiorgi, ha consegnato a Vittorio Adorni il Grifo d’Oro Città di Imola alla presenza di Franco Balmamion, Franco Bitossi, Lino Carletto, Ugo Colombo, Tommaso De Prà e Felice Gimondi, in stretto ordine alfabetico, che componevano la formazione azzurra, allora in bicicletta. Non hanno potuto essere a Imola Michele Dancelli e Gianni Motta. E’ stata premiata anche Morena Tartagni, terza classificata in quel mondiale, figura di spicco del ciclismo al femminile a quei tempi ancora quasi pioneristico oltre a vari protagonisti del ciclismo emiliano romagnolo di primo rilievo in differenti epoche.
E’ stata l’occasione per sciorinare ricordi e aneddoti vari, con diversi interventi fra i quali quelli di Nino Ceroni che ha ricordato il premio, da tabella U.C.I., spettante al vincitore: ben 250.000 lire…….. mentre la griglia dei premiati, terminava con il venticinquesimo classificato al quale spettavano 12.500 lire. Era il montepremi regolamentare, non certamente da fare sognare, senza quasi, notevolmente incrementato da premi e donazioni extra, al di fuori dei canali ufficiali.
C’è stato poi l’intervento dell’avv. Edore Campagnoli, figlio di Iriano Campagnoli, anche lui presente, imolese e apprezzato massaggiatore di vari campioni. Non poteva mancare il ricordo del grande Luciano Pezzi e di altri personaggi legati al territorio.
La giornata di domenica era stata preparata da un concerto di successo nella serata di venerdì, in onore dei mondiali, dal sabato dedicato ai giovani con varie gimkane e visita a collezioni di biciclette e altri cimeli ciclistici di pregio.
Ha chiuso, in modo ciclisticamente corretto, il pranzo nel ristorante dell’Audodromo con l’augurio espresso da Ceroni di ritrovarsi ancora, magari, per il 75^ anniversario.
Un auspicio ben accolto da tutti che ha suggellato una riuscita giornata della memoria di un momento storico del ciclismo, italiano ed iridato.