Inossidabile. A quasi 47 anni Francesco Casagrande, uno dei più forti ciclisti su strada a cavallo fra gli Anni Novanta e il Duemila, si rimette in gioco e torna a vestire la maglia della Nazionale italiana. L’occasione è il Mondiale Marathon di mountain bike che si disputa domenica 25 giugno a Singen, in Germania. Il ct azzurro Mirko Celestino, visti gli ultimi risultati, non ha avuto esitazione nel chiedere a Casagrande il passaggio dai Master alla categoria Élite per poterlo così schierare nella prova iridata in Germania.
«Per me è una grande emozione tornare a indossare una maglia azzurra» ci ha detto “Nando” al telefono mentre si stava dirigendosi verso Singen. Casagrande, nato a Firenze il 14 settembre 1970, ha alle spalle un’importante carriera su strada. Nelle 14 stagioni da professionista, dal 1992 al 2005, fu per 12 volte azzurro tra Mondiali e Olimpiadi (miglior risultato un 4° posto nella prova iridata del 1999 a Verona) e conquistò tra l’altro Freccia Vallone, Clasica di San Sebastian, Giro di Svizzera, Tirreno Adriatico, Giro dei Paesi Baschi, Trofeo Matteotti e Giro dell’Emilia.
Casagrande finì sul podio anche nel Giro d’Italia (2° nel 2000 dopo 11 giorni in maglia rosa, superato solo nella penultima tappa, una cronometro, da Garzelli) e nel Giro di Lombardia (un 2° e un 3° posto), sfiorandolo invece nella Liegi Bastogne Liegi e nella Milano Sanremo, con altrettanti quarti posti. Da segnalare anche il sesto posto alla fine del Tour de France 1997. Ritiratosi dal ciclismo nel 2005, anche per l’amarezza legata al mancato invito al Giro d’Italia, è tornato in sella quattro anni dopo, sulle bici dalle ruote grasse, appunto le mountain bike.
«Ma non avevo mai smesso di pedalare -. ricorda Casagrande -. Mi allenavo da solo o accompagnavo gruppi di turisti in bici, poi alcuni amici mi convinsero a dedicarmi un po’ più seriamente alla mtb, che comunque avevo già praticato nella mia carriera di stradista». E i risultati sono subito arrivati, un po’ com’è successo proprio al ct azzurro Mirko Celestino, ottimo professionista su strada - più o meno negli stessi anni di Casagrande, con un successo prestigioso nel Lombardia 1999 - e poi molto competitivo anche in mountain bike.
«Insomma, l’esperienza ce l’ho - ha scherzato “Nando” pensando al Mondiale di domenica - e il percorso è adatto alle mie caratteristiche. Saranno due giri per un totale di circa 95 km, su un tracciato molto veloce e poco tecnico, con 2400 metri di dislivello. Noi azzurri saremo in nove, una bella squadra» nella quale il più giovane ha una ventina d’anni meno di Casagrande, come fosse suo figlio. «Farò un po’ da chioccia agli altri, ma provando anche a giocarmi le mie chance».
A 46 anni comincia quindi una seconda carriera. «Mi sa che è già la terza o la quarta di carriera - si è come schermito, sorridendo, il veterano azzurro -. La passione c’è ancora e poi mi diverto sempre. Certo, con tre figlie non ho più tutto il tempo di una volta, ma mi alleno praticamente tutti i giorni e con buoni riscontri. Quindi, finché va così, perché mai dovrei smettere?».
Tanto più che potrebbe aggiungere qualche altro trofeo alla sua già ricca bacheca in un palmares di oltre 50 vittorie da stradista professionista. «Ricordo con particolare piacere lo Svizzera e la Tirreno, mentre mi brucia ancora quel Giro perso in extremis nel 2000. Quando lascia il ciclismo non avrei mai pensato di poter tornare in Nazionale, per me la maglia azzurra è sempre una grande emozione. Gli anni passano, ma si vede che il vino resta buono». E intanto Nando sogna già di stappare una bottiglia di spumante proprio domenica in Germania.
Giorgio Viberti, da La Stampa.it