Nel ciclismo attuale, pur assorbito nell’imminente, forse tutti sanno che c'è da più parti l'intenzione di ricordare la centesima edizione di quel Giro d’Italia che prese il via il 13 maggio 1909 alle ore 2,53 da Piazzale Loreto alla volta di Monza, Vimercate, Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Ferrara…. con arrivo a Bologna. Non si hanno ancora notizie precise su come gli Organizzatori intendano celebrare questa data storica. La Nova Unione Velocipedistica Italiana ha invece un’idea audace e determinata. Mentre la carovana del Giro d’Italia percorrerà la 8° tappa da Molfetta a Peschici, la N.U.V.I., lontana dal mai ricercato clamore mediatico ma con il cuore vicino alla leggenda, rievocherà la Prima Tappa in assoluto. Si partirà da dove tutto ebbe inizio, sullo stesso percorso e con gli stessi mezzi meccanici usati dai Pionieri, vale a dire scatto fisso e freno a tampone sulla gomma anteriore.
Sarà una sfida intrigante; innanzitutto per la lunghezza della tappa (397 chilometri secondo il garibaldi dell’epoca), la partenza nel cuore della notte, la conformità assoluta con le biciclette di allora e la scarsa, per non dire nulla, assistenza al seguito. Pronti per combattere contro le avversità, lo scetticismo e l’immancabile ironia dei compìti e sussiegosi addetti ai lavori, saranno al via una ventina di velocipedisti capaci di amare il “bel ciclismo” da cui è nato Binda, Bartali, ma anche Taccone e Miro Panizza. Non serve la televisione ma il passa-parola, non servono gli sponsor ma gli amici, non sono indispensabili i festeggiamenti e il grande pubblico; vorremmo far capire che la passione è importante almeno quanto il cambio elettronico di ultima generazione o i freni a disco.
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