Jonas Vingegaard ha messo il sigillo sulla penultima tappa del Critérium du Dauphiné, conquistando la settima tappa con arrivo in vetta alla Croix de Fer. Ha staccato tutti gli avversari, il danese in maglia gialla, lasciandosi alle spalle anche Adam Yates (UAE Team Emirates), che in seconda posizione è arrivato con 41 secondi di ritardo. Quella di Vingegaard è stata una grande dimostrazione di forza, considerando che alla partenza questa mattina aveva detto di voler correre in difesa...
«Oggi mi sentivo bene. Quindi volevo giocarmi la vittoria di tappa – ha detto il danese della Jumbo-Visma dopo il traguardo - I miei compagni di squadra hanno corso molto bene per tutta la giornata e sono felice di premiare il loro lavoro con questa vittoria».
Nonostante le dichiarazioni di Vingegaard prima della partenza, la Jumbo-Visma aveva già un piano ben preciso: l’idea era quella di rendere la corsa dura nel finale per prendersi la vittoria della settima tappa.
«Avevamo deciso che Tiesj Benoot e Attila Valter avrebbero fatto un ritmo forte sulla prima parte della salita de la Croix de Fer, perché era un punto molto ripido e la corsa si sarebbe decisa in quel punto» ha spiegato il danese che in questo Delfinato ha vinto anche la quinta frazione, lasciandosi alle spalle Julian Alaphilippe.
«Sapevo che dovevo andare all'attacco dopo che i miei compagni avevano finito il loro lavoro. Siamo riusciti a portare avanti il nostro piano e quando è arrivato il momento ho attaccato e sono andato via da solo». Ormai non dovrebbero esserci grandi sorprese e il Delfinato, che finirà domani a La Bastille – Grenoble Alpes Metropole, in una tappa che prevede 5 GPM, Vingegaard verrà premiato come vincitore finale della corsa francese. Quello ottenuto dal danese è un risultato positivo in vista del prossimo Tour de France, dove cercherà di riconfermarsi dopo il successo dello scorso anno. «Il Critérium du Dauphiné è una delle gare più belle del mondo. Sarebbe un onore per me vincerlo. Non credo di essere ancora al top della forma. Penso di avere ancora del lavoro da fare prima di andare al Tour de France».