Marco Frigo di anni ne ha 23 e in questo suo primo Giro d’Italia ha già dimostrato di poter tenere il passo dei corridori più esperti. Oggi, in un finale agguerrito a Bergamo, è arrivato terzo alle spalle di McNulty e Healy e, anche nei momenti in cui era rimasto indietro, non ha mai smesso di pensare a una possibile vittoria.
«Non si molla mai nel ciclismo e avevo delle buone gambe, ma i primi due forse avevano qualcosa in più rispetto a me – ha detto Frigo subito dopo il traguardo della 15^ tappa -. Serve tanta testa e oggi penso di averne messa un bel po’». Nel finale a tre con lo statunitense Brandon McNulty e l’irlandese Ben Healy, Frigo ha resistito bene e anche quando si staccava è sempre riuscito a rientrare sui suoi avversari. «Sono rientrato sempre e sapevo che un finale così mi avrebbe dato l’opportunità di giocarmi la vittoria. Penso di essere andato molto vicino alla vittoria. Quei momenti non sono mai facili perché la testa un po’ si spegne e io pensavo solo a spingere e a chiudere su quelli che erano davanti».
Nato a Bassano del Grappa, Frigo dopo aver militato nella Zalf Fior e poi nella Seg Racing Academy, lo scorso anno è passato con la Israel Cycling Academy e dopo aver disputato una buona stagione è stato promosso nel World Tour, nella Israel Premier Tech. «In corsa devi crederci fino alla fine. Questa è una tappa del Giro, non una gara qualunque». Soddisfatto del terzo posto, Frigo è consapevole di poter migliorare. «Non sono deluso oggi, bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Sono andato vicinissimo alla vittoria e la settimana prossima ci sono altre tappe dove si può provare a vincere».
Marco Frigo è un ragazzo determinato, che sa valutare bene le proprie possibilità e ha la capacità di analizzare bene una corsa, interpretandola nel modo migliore. «Oggi ho avuto la mia opportunità e ringrazio la squadra di aver creduto in me. Gli ultimi due giorni abbiamo salvato la gamba e come squadra stiamo correndo veramente bene. Oggi il team contava su di me e penso di non averli delusi. Ho provato a vincere, non ho mollato e ci sono andato veramente vicino. Nel ciclismo funziona in questo modo: si vince o si perde». Il finale è stato veramente infuocato e indeciso e il ragazzo di Bassano del Grappa sembrava lontano dai suoi due avversari, poi dopo l’ultima curva è rientrato per giocarsi la vittoria. «La discesa non è il mio forte, ma ho dimostrato di poter dire la mia anche quando non sono sul mio terreno migliore. Sono rientrato e ho fatto 500 metri per riprendere fiato e poi ho tirato dritto fino all’arrivo. Quando ci sono situazioni come questa, l’unica cosa che devi fare è tirare dritto con tutta la forza che hai». Domani la corsa rosa avrà il suo giorno di pausa e tutti i corridori potranno riposare per affrontare l’ultima settimana. «Domani con il giorno di riposo sicuramente potrò fare un bel reset e poi ci sarà l’ultima settimana, la più dura. Potrò provare a fare qualcosa di buono e migliorare il risultato di oggi».
Frigo è giovanissimo, ma le cadute nella sua carriera non sono mancate. Anche nei momenti di difficoltà ha saputo rialzarsi, con la convinzione che la sua opportunità sarebbe presto arrivata. «Ho fatto diverse cadute in gara e ho rotto due volte il polso e due volte la clavicola, e anche lo scafoide come è successo a Pogačar. Ho risolto tutti i miei problemi e mi sono sempre rialzato. Sto bene e so che posso fare bene».