Dal 1989 al Giro d'Italia non vinceva un italiano così giovane: Jonathan Milan arriva dopo Mario Cipollini (che in quella edizione vinse a Mira la sua prima tappa alla corsa rosa).
«È qualcosa di incredibile, un momento fantastico, scusate ma sinceramente non so cosa dire...». Il primo commento a caldo, rilasciato mentre riguarda la sua voata sullo schermo, è il manifesto di Jonathan Milan: sorridoente e incredulo, felice ed emozionato.
«Nel mio urlo c'erano felicità, sfogo, anche timore per il debutto perché quando parti per il tuo primo Giro d'Italia non hai certezze. Ieri avevo dato prova a me stesso di avere buone gambe, oggi sapevo di dover solo star dietro ai miei compagni di squadra, ero fiducioso che mi avrebbero portato nella migliore posizione. Ho fatto la mia volata e... ma è proprio vero quello che ho fatto?».
E scendendo dal podio con la maglia ciclamino tra le mani, aggiunge: «Questa giornata ha un sapore speciale, sono contentissimo. Io tra i velocisti? È la strada giusta, piano piano stiamo affinando la tecnica per migliorare. Ma state tranquilli, strada e pista per me hanno la stessa importanza, non lascerò mai una a vantaggio dell’altra».
LA CONFERENZA STAMPA. La Bahrein-Victorious aveva le idee chiare fin da questa mattina e sapevano, che Milan era pronto per conquistare la sua prima vittoria importante. «I miei compagni di squadra sono stati fantastici, nei chilometri finali mi dicevano di rimanere tranquillo e di rimanere dietro a loro. Dovevo solo pensare a mangiare e a rimanere protetto».
Milan è l’italiano più giovane ad aver vinto una tappa al Giro, dopo il successo di Mario Cipollini nel 1989. Quando il ventiduenne friulano ha tagliato di potenza il traguardo, ha lanciato un urlo battendo il pugno sul petto. Un gesto spontaneo, attraverso il quale ha tirato fuori tutti quei pensieri che lo avevano accompagnato durante la corsa.
«E’ stato un grido liberatorio, ho pensato ai tanti momenti che ho passato, alle cadute e alle difficiloltà e poi ho pensato alla mia famiglia che mi è sempre stata vicino».
Tre anni fa Marco Villa, commissario tecnico della pista azzurra, lo ha scelto per vestire i colori della nazionale e i successi sono arrivati presto. Nel suo palmares, oltre all’oro olimpico e mondiale nell’inseguimento a squadre, c’è anche il titolo di campione europeo nell’inseguimento individuale. Milan adesso ha fatto il grande salto, conquistando la sua prima vittoria importante su strada, dimostrando di poter essere competitivo anche sulla strada.
«Non avrei immaginato di poter vincere una tappa al Giro d’Italia. Quando sono venuto qui ero pronto a fare volate come questa ed ero pronto a mettermi in gioco. Speri sempre di vincere, ma non riesci a immaginarlo finchè non lo fai. Quando ho tagliato la linea del traguardo ero praticamente scioccato per quello che avevo fatto».
Milan viene dal Friuli, terra di ciclismo che da sempre ha avuto una particolare attenzione per i giovani. Dopo tre stagioni con l’ASD Sacilese è passato alla Cycling Team Friuli nella categoria under23 e nel 2021 è entrato a far parte della Bahrain Victorious.
«Se oggi sono un corridore così è perché nella mia regione abbiamo dei direttori sportivi che ci hanno fatto crescere bene, mettendo tanta passione in quello che facevano e sono contento del percorso fatto con loro».
E domani? «Penso che domani mi sentirò lo stesso ragazzo di sempre. Mi sono messo in gioco e la squadra mi ha dato fiducia e non penso che questa vittoria potrà cambiarmi. Resterò il Jonathan di sempre».