Se non avete visto interviste a Primoz Roglic nel post-tappa di ieri non è per una clamorosa negligenza giornalistica. Dopo la cronometro inaugurale del Giro d'Italia 2023 sulla Ciclovia dei Trabocchi, nella quale ha preso 43 secondi dal trionfatore Remco Evenepoel, il leader della Jumbo Visma ha tirato dritto tra le stradine di Ortona per andar subito al bus della squadra.
Solo i nostri colleghi belgi di Sporza sono riusciti a strappare, quasi di straforo, due parole a Roglic: «Ovviamente avrei preferito fare meglio del mio diretto avversario, ma io posso solo essere felice della mia prestazione: ho sentito la gamba buona e ho dato il mio massimo, ho fornito una prestazione solida e non ho preso 3 minuti di ritardo. Alla fine mancano 20 tappe, no? Vedremo a Roma domenica 28 chi sarà stato il più forte!»
Cambiano gli obiettivi personali in gioco e forse i caratteri, ma c'è un fil rouge di somiglianza tra le parole di Roglic e quelle di Filippo Ganna: entrambi parlano di aver fatto il proprio meglio ed essere non solo soddisfatti, ma proprio contenti della propria prestazione. Perché la verità emersa sulla splendida costiera abruzzese è molto semplice: non ci sono big che hanno realmente floppato, ma un campione del Mondo che è andato troppo più forte.
Ad ogni modo, come ricorda l'ottimista Primoz, il Giro è ancora molto lungo. E questa 106esima edizione in particolare, di insidie e dunque colpi di scena ne può riservare parecchi. Siamo solo agli inizi, teniamoci forte.