Tre ballerine. Nove abiti. E un teatro. Il teatro di Villa Pamphilj a Roma. Non il teatro-teatro, palco platea pareti luci ombre, chiuso, ma il teatro della villa, pini faggi fontane prati cielo, aperto. Non a caso: si parla di teatro natura, di sentiero arte. Non solo spettatori, venuti proprio per assistere allo spettacolo, ma anche i frequentatori abituali o occasionali, i residenti e i turisti, inconsapevoli attori – a loro modo – in una assolata domenica romana. E, all’improvviso, biciclette.
“Archeologia naturale”, il titolo. Irene Giorgi, Eva Paciulli, Aurora Pica: le ballerine, o meglio, le performers. Anna Paola Bacalov: la regista, o meglio, il suo sguardo restitutivo all’atto generativo. E Fernanda Pessolano: la creatrice di sentiero, installazioni e abiti. Per uno spettacolo studiato ma anche improvvisato, mai uguale a se stesso proprio perché la natura del luogo è in continua evoluzione (la stagione, l’ora, il tempo) e proprio perché la partecipazione nel percorso (bambini, podisti, ciclisti, famiglie, comitive) è una continua sorpresa.
Così succede che nel silenzio e nel rispetto delle rispettive attività (chi si dedica alle arti marziali, chi alla meditazione, chi a una partita di pallone, chi al cammino, alla corsa, alla pedalata, all’osservazione, al passeggio, allo studio, al disegno, all’evasione) si intreccino voci o grida o canti, anche di chi vive e abita nel parco, ghiandaie e garzette, anatre e cigni, picchi e parrocchetti. E, imprevisti ma benvenuti, il fruscio delle ruote, il frollio delle gambe, il luccichio dei telai, lo sfarfallio dei corridori, il colorificio delle loro maglie. Momenti di vite - vite teatrali - inattese.