Per l’ennesima stagione scende ancora in campo, o meglio in strada, un veterano, assai giovane per età ma assolutamente veterano per mestiere, della formazione della Rai-Tv che segue e trasmette il ciclismo sugli schermi del servizio pubblico, in molteplici modalità.
Continuando a mutuare una certa terminologia calcistica, è una punta, da considerare nei fatti un titolare fisso, praticamente inamovibile, del gruppo delle riprese mobili e tradizionale, ancorché abile, motociclista che conduce la moto ripresa, la sua solitamente in testa alla corsa per definizione, con il “passeggero”, che è l’operatore di ripresa che gestisce, sovente, per non dire quasi sempre, in modo acrobatico, i movimenti e le inquadrature della telecamera per proporre l’andamento della corsa. La posizione è quella il più vicino possibile alla testa della corsa, con “zoomate” sui corridori impegnati nella gara, oppure, per i telespettatori appassionati di tecnica, particolari delle biciclette o diverse situazioni di corsa, di varia natura, riscontabili in corsa.
Il tutto sempre interagendo con la regia e con i tecnici delle riprese mobili, settore assai delicato e sempre esposto a differenti situazioni da gestire al volo, con immediatezza e peculiare esperienza. Sono da tenere presenti, connaturate alla specificità del settore, le differenti condizioni climatiche che, per sua natura, il ciclismo, soprattutto con i corridori, sempre e comunque la componente maggiormente esposta, è chiamato a subire e superare in tutta la gamma delle manifestazioni atmosferiche possibili, sole, solleone, pioggia, nebbia, e pure qualche spruzzata di neve, in rapida alternanza, soprattutto nelle tappe di montagna, condizioni che si ripercuotono asuisoggetti maggiormente indifesi, bici e moto innanzitutto, che operano “à l’échelon course”, ossia nel cuore, o nel vivo che dir si voglia della gara, traducendo la relativa terminologia ufficiale francese specifica.
La premessa è per “inquadrare”, per accenni, il genere d’attività di Nazzareno Agostini, motociclista Rai, in forza alla sede di Roma dal 1990 nel settore delle riprese in movimento, marchigiano, nato a S Angelo in Vado nel 1966 per ragioni d’ospedale ma con la famiglia di Lamoli, piccola frazione del vicino comune di Borgo Pace.
E la famiglia di Nazzareno Agostini, secondo anche una consolidata, storica e secolare tradizione marchigiana, all’età di tre anni si trasferisce a Roma e si stabilisce nella capitale dove Nazzareno forma poi la sua famiglia con la moglie Elisabetta e i figli, Giulia e Andrea.
Dopo un periodo frequentazione e preparazione specifica nel gruppo delle riprese mobili, è gradualmente inserito nell’organico dei conduttori delle moto di ripresa RAI. Nel 2004, ai campionati del mondo di Verona di quell’anno, nasce ufficialmente una coppia di fatto, in senso professionale, specificano sorridendo gli interessati, composta da Nazzareno Agostini quale pilota e dall’operatore di ripresa Francesco Simula. Una coppia che non scoppia e, dal 2004, i due operano in coppia, coppia fissa, in testa alla corsa.
Francesco Simula, classe 1970, in forza alla sede Rai di Milano, sardo di Nuoro, orgogliosamente sardo, tanto che il suo casco in corsa sfoggia la bandiera con la rappresentazione dei quattro mori, raffigurati nei quattro spazi separati ricavati nella croce e di San Giorgio, bandiera ufficiale della Regione autonoma dalla metà degli anni 1950.
Francesco Simula, figura slanciata che “in action” si muove, sia in piedi sugli speciali predellini, sia seduto, alle spalle del suo amico e fidato pilota, brandeggiando la telecamera con perizia, all’unisono, in piena sincronia di movimenti coordinati per garantire la stabilità della motocicletta, evitando sobbalzi e/o ondeggiamenti che determinerebbero immagini “ballate” come sono definite in gergo, mosse nel linguaggio normale. È da dire che le telecamere di ripresa negli anni sono state a mano, a mano, alleggerite nel peso oltre che affinate nelle caratteristiche ottiche ma, comunque, non sono propriamente delle piume. Pure le moto, con le apparecchiature speciali che montano, non sono propriamente dei “pesi piuma” e la guida del mezzo richiede, anzi obbliga, a una specifica perizia di guida abbinata all’indispensabile conoscenza delle dinamiche e delle traiettorie in corsa dei corridori, in discesa soprattutto.
E in tutto questo c’è la continua interlocuzione audio con la regia che esprime i suoi suggerimenti per le inquadrature che sovente spingono la moto ad avvicinarsi ai corridori. E qui è da riferire anche dei talvolta frequenti richiami del collegio di giuria, con collegati colpi di fischietto ribaditi con cenni eloquenti e pure da parte della direzione corsa, compresi i regolatori, talvolta da parte dei corridori stessi, quando stimano, secondo le rispettive prerogative e angoli di visuale, che la posizione e distanza della moto possa determinare delle scie.
È un argomento delicato, da sempre contrappuntato da esigenze professionali differenti, con contrapposizioni anche frequenti, secondo le caratteristiche dei finali di corsa e altri elementi di varia natura legati allo sviluppo della gara, sempre nell’alveo però di un rispetto dei ruoli di fondo rivestiti nella competizione dove non manca il “giuoco delle parti”.
E a questo proposito Nazzareno Agostini e Francesco Simula adducono, a loro giustificazione - più o meno convintamente e sorridendo un po’ - e difficoltà varie d’udito fra il frastuono dei motori, le emissioni di radio corsa, il circuito di comunicazione interno Rai, applausi e incitamenti della folla presente ai finali d corsa soprattutto, sono elementi che condizionano l’immediata percezione delle indicazioni e degli inviti a loro rivolti.
In tempi recenti, a causa di scelte aziendali di fondo operate da vari “player” e realtà che organizzano e/o tramettono avvenimenti ciclistici, anche di primo rilievo, l’impegno di produzione delle immagini tv dell’emittente Rai-TV si è assai contratto ma la coppia Agostini-Simula, prossima ai vent’anni di stretta convivenza in sella – e pure giù di sella - sulla prima moto di ripresa sono sempre pronti e motivati a scendere in strada.
E da rilevare che Nazzareno Agostini è anche un assiduo pedalatore a livello amatoriale e sovente, quando è a Roma, va in bici con i ciclisti di un gruppo della zona romana di Tor Vergata. E la snella e giovanile figura fisica è una conferma del suo impegno posto anche sulle due ruote senza motore.
Entrambi ricordano e mettono in rilievo le valenze degli altri colleghi Rai, sia motociclisti, sia di vari altri operatori di ripresa o delle moto cronaca, così come i tecnici, tutte professionalità che pongono il massimo impegno e passione, anche ciclistica, nello svolgimento dei loro lavori specifici, alcuni in prima fila, altri dietro le quinte, nel gioco di squadra che è proprio della squadra riprese esterne di “mamma Rai”.