C’era tanta emozione negli occhi di Davide Ballerini dopo il traguardo, aveva appena vinto la Coppa Bernocchi e i suoi compagni uno ad uno correvano ad abbracciarlo tra tanta soddisfazione e pacche sulle spalle. Gianni Savio, guardava la scena poco lontano, tra i presenti non c’era sorriso più grande del suo che praticamente ha visto Davide crescere come atleta, dal primo anno tra i prof fino all’entrata nel ciclismo dei grandi. «Finalmente ti vedo vincere, grazie per questa emozioni» gli dice Gianni dopo essersi avvicinato con discrezione mentre sul suo volto è dipinta una soddisfazione immensa.
Davide Ballerini ha militato alla corte di Gianni Savio per due stagioni nel 2017 e nel 2018 ed è stato in seno all’Androni che ha fatto le prime esperienze internazionali ed effettivamente è diventato un atleta completo. C’è sempre stato affetto con il suo vecchio team, gli in bocca al lupo prima di ogni gara e i saluti prima di andare via. Ieri a Legnano gran parte del team Drone Hopper Androni era in festa, sorridenti ed emozionati molti della squadra erano lì per applaudire quello che fino a pochi anni fa era un loro atleta ed è restato un amico. «Quella che al tempo era l’Androni Giocattoli è stata per me come una famiglia. Da dilettante non vincevo molto e se non fai risultati passare tra i professionisti è difficilissimo. Gianni è stato uno dei pochi a credere in me, l’unico che mi ha dato la possibilità di passare tra i professionisti. Ho imparato tante cose, ho potuto fare gare internazionali; è solo grazie a quegli insegnamenti e all’esperienza che ho acquisito in quei due anni che poi sono riuscito a passare nel world tour. Senza Gianni non sarei mai stato qui a festeggiare la vittoria alla Bernocchi» ci dice Ballerini con un filo di emozione ricordando quel passato magico che gli ha permesso di essere dove si trova ora.
Quella che oggi si chiama Drone Hopper Androni è stato il trampolino di lancio per molti atleti, da Fausto Masnada a Egan Bernal, fino ad arrivare allo stesso Ballerini. Aria di tempesta tira però sul team di Gianni Savio, si parla di chiusura, una notizia terribile per un gruppo simbolo del movimento. «Ormai se non si fanno risultati non si passa professionisti, sono sempre meno le squadre che scommettono su corridori non vincenti e li aiutano a crescere. La Drone Hopper è una realtà importante che va preservata, ha lanciato grandi professionisti e continua a farlo. L’Italia e tutto il movimento hanno bisogno di una squadra così, non può sparire. Ho sentito che si parla di chiusura e con tutto il cuore spero che ciò non avvenga» ha detto proprio ballerini ricordando l’importanza del lavoro di chi come Gianni Savio scopre e lancia autentici talenti.
Il destino della Drone Hopper non è ancora deciso, ma Gianni Savio fa una promessa. «In queste settimane con Marco Bellini stiamo cercando di trovare una soluzione, ce la stiamo mettendo tutta, ma dopo le parole di Davide abbiamo ancora un motivo in più per provarci e non ci arrenderemo tanto facilmente, questa è una promessa»